Per salvare il Mulino Grande di Magliaso bisogna revocarne la tutela

A prima vista la questione è paradossale: per salvaguardare al meglio il Mulino Grande, bene tutelato a livello locale in quanto meritevole di essere preservato, il Municipio di Magliaso intende chiedere la revoca della tutela stessa. Il paradosso è però solo apparente, in quanto l’Esecutivo è convinto che la soluzione migliore per tutti gli interessati passi per concedere ai privati proprietari dell’edificio oggi diroccato la possibilità di trasformarlo in appartamenti, a determinate condizioni fissate in nuove norme di Piano regolatore e in un contratto di diritto pubblico. «A fronte del rischio di degrado totale dell’edificio esistente - si legge nella documentazione in consultazione da ieri - il Municipio ritiene che l’unico modo per garantire la sopravvivenza di una testimonianza di questo edificio storico, prima che avvenga un suo completo deperimento, sia quello di ampliare le possibilità di intervento, conservando una traccia del suo passato e a condizione che tale intervento inneschi un processo virtuoso di valorizzazione e riqualificazione non solo dell’edificio, ma anche degli spazi liberi circostanti».
Una roggia da riqualificare
A mente del Municipio la proposta in pubblicazione è del tipo win-win. Perché a fronte di maggiori concessioni ai proprietari - cioè la possibilità di rendere abitabile l’edificio e di sopraelevarlo - il Municipio vede un interesse pubblica nella riqualificazione dell’area in quanto permetterebbero un uso pubblico di parte del piazzale dell’edificio e permetterebbe di riqualificare la roggia che vi scorre a fianco; roggia che il Comune ha in programma di riqualificare nella sua interezza tramite un progetto separato, rendendola «un luogo fruibile e di incontro, con un insieme di piazzette e camminamenti che possono collegarsi ai percorsi esistenti».
Il tutto nasce dal desiderio dei privati - concretizzato in tempi relativamente recenti in una domanda di costruzione, di recuperare il Mulino Grande, che già nel 1987 nell’Inventario degli opifici a forza idraulica delTicino era attestato come in stato precario. La domanda di costruzione era però stata preavvisata negativamente dalCantone, in quanto «non corrisponde ai criteri di rispetto della sostanza storica del monumento e di subordinazione nei suoi confronti, ponendosi in conflitto con l’obiettivo di tutela».
Questione di consapevolezza
Per ovviare alla questione, il Municipio propone lo stralcio della tutela - come è peraltro sua facoltà - suggerendo un leggero cambio di prospettiva. Argomenta infatti l’Esecutivo: «L’edificio non svolge più la funzione che aveva nel passato, ma la testimonianza del passato sarebbe garantita grazie al mantenimento dell’ubicazione dell’edificio originale e di una traccia di quelli che erano la forma e l’ingombro volumetrico dell’edificio stesso. Il suo interesse identitario per la collettività locale è quindi legato più alla consapevolezza che in questa ubicazione era presente uno dei mulini di Magliaso che alla effettiva riconoscibilità dell’edificio originario, che si trova in stato di abbandono». E ancora: «Riteniamo che l’interesse a portare avanti un progetto alla scala urbana (quello della riqualificazione della roggia e della nuova percorrenza) che abbia il suo snodo di qualità nel sedime del Mulino Grande, risulti preminente rispetto a conservare l’edificio unicamente secondo i principi del restauro, come da norme in vigore».
Il contratto di diritto pubblico
La proposta municipale ora in consultazione - e che dovrà essere avallata nei prossimi mesi oltre che dai servizi cantonali anche dal Consiglio comunale di Magliaso - non nasce nel vuoto, ma è frutto di alcuni incontri con i proprietari e i progettisti, i quali la condividono di principio e hanno già rivisto in chiave riduttiva il proprio progetto, pur rimarcando la necessità che esso sia finanziariamente sostenibile. Rispetto alla domanda di costruzione, ad esempio, sono diminuiti il numero di appartamenti previsti e l’altezza della sopraelevazione, ed è stato accolto il principio per cui le parti di nuova edificazione risultino chiaramente distinguibili dall’esistente. Il tutto come accennato verrà sancito oltre che a Piano regolatore (le modifiche in consultazione sembrano piuttosto dettagliate) anche tramite un contratto di diritto pubblico tra Comune e privati, da sottoscrivere prima che la nuova pianificazione approdi in CC. Esso dovrà regolare fra l’altro la fruizione pubblica del piazzale antistante il Mulino, gli spazi necessari per riqualificare la roggia e la ripartizione dei costi di realizzazione e manutenzione.