Per un eterno riposo di una certa classe, chiamare il Comune di Balerna

Come avviso comunale è piuttosto raro, per non dire unico: Il Municipio di Balerna negli scorsi giorni ha annunciato che chi fosse interessato può annunciarsi per ottenere una concessione cinquantennale d’uso di una ex cappella di famiglia nel cimitero comunale. Servono ventimila franchi e l’impegno a restaurare a proprie spese il manufatto. In caso di offerte multiple (al momento non ne sarebbe ancora arrivata alcuna) la preferenza andrà a chi dimostrerà un maggior legame con Balerna.
I suoi segreti in un libro
«Si tratta di una cappella di notevole pregio», sottolinea il Municipio nel suo avviso, e in effetti ha alcune caratteristiche abbastanza uniche. Innanzitutto spicca piuttosto isolata, ed è gemella di una altra cappella sita specularmente sull’altro lato. Dalle poche informazioni al riguardo che abbiamo trovato nel libro «Il cimitero monumentale di Balerna» dell’architetta Nicoletta Ossanna Cavadini (Casagrande, 2009) si tratta di un’aggiunta successiva al cimitero, frutto di una richiesta del 1911 delle famiglie Corti e Valsangiacomo. Richiesta che il Comune aveva poi incorporato in un progetto di ingrandimento affidato all’architetto Paolo Zanini.

Se nel libro di Ossanna Cavadini vi sono poche informazioni al riguardo, è perché esso è in realtà incentrato soprattutto sulla parte originale del cimitero, quella realizzata dall’architetto GiovanniTarchini e poi continuata dal figlio Demetrio al suo decesso. Vale a dire: «Una rotonda tagliata a mezzo, o come suol dirsi a ferro di cavallo, col prospetto di un portico con 9 sepolcri comuni, lasciando esso pure il luogo per eriger portici particolari con sepolcri lunghesso la facciata interna». Parte originale restaurata in quegli anni proprio dall’architetta Ossanna Cavadini. Il libro, oltre a contenere diverse foto e i dettagli più tecnici dell’intervento, racconta anche la storia del camposanto e quel che emerge è l’attaccamento, il coinvolgimento e la cura dei balernitani per il loro cimitero. Non mancano poi alcune curiosità storiche, come la decisione del «rivale» diTarchini, Giuseppe Uboldi, di ritirare il suo progetto perché non riteneva che l’Assemblea comunale, chiamata a decidere fra i due, avesse autorevolezza e competenza per emettere «un giudizio d’arte».
Lavori di tasca propria
La cappella ex Valsangiacomo, che ospita spazio per sei sepolture almeno, è ormai da qualche tempo di proprietà comunale. Come detto il futuro proprietario dovrà occuparsi del restauro: «Il concessionario si impegna ad effettuare a sue spese i necessari lavori secondo tempistiche da concordare con il Municipio, mentre le modalità di intervento saranno da sottoporre all’Ufficio beni culturali del Cantone».