Per un pugno di parcheggi alla stazione di Lugano

Resa dei conti alla stazione. Non parliamo di una rissa, o almeno non nel senso materiale del termine. Di sicuro è un braccio di ferro. Che sembra non voler finire. Da un lato c’è il Municipio di Lugano, dall’altro la maggioranza del Consiglio comunale contraria a ridurre i posteggi da 430 a 260 nell’ambito della pianificazione che ridisegnerà il comparto e getterà le basi, tra le varie cose, per la costruzione di un nuovo autosilo e di un capolinea dei bus. Citiamo il mezzo pubblico non a caso: la questione rientra infatti nel più ampio dibattito fra chi promuove la mobilità sostenibile e chi, magari anche essendo d’accordo sul principio, ritiene alcune scelte troppo estreme e punitive nei confronti degli automobilisti. Il dibattito si riaccenderà presto nelle tre commissioni del Legislativo (Gestione, Pianificazione, Edilizia) a cui l’Esecutivo ha rispedito la variante di Piano regolatore trattata in malo modo durante il Consiglio comunale del giugno scorso (fu decisa la non entrata in materia).
Nemmeno il Cantone frena
Lo scontro tuttavia era iniziato molto prima, nel febbraio del 2019, quando il plenum aveva approvato la richiesta di credito di 544 mila franchi per la progettazione del nodo intermodale alla stazione precisando, nero su bianco, che i posteggi non avrebbero dovuto calare (alla fine i contrari ne vorrebbero almeno 400). Dopo quella decisione, il Municipio aveva commissionato uno studio sul fabbisogno di parcheggi nella zona e il risultato, calcolando la presenza degli autosili del Centro e quelli nelle immediate vicinanze (Motta, San Giuseppe, ecc.) era stato 260. Forte di questa perizia, l’Esecutivo il 27 luglio scorso ha scritto a tutti i consiglieri comunali spiegando la sua visione. Uno dei punti riguarda il costo che avrebbe mantenere 400 posti auto con il nuovo assetto del comparto: 21 milioni. Questo perché nel futuro autosilo «andrebbero progettati 2-3 piani supplementari» oltre ai due previsti. Palazzo civico crede poi che non ci siano i presupposti per un sì da parte del Cantone, che sta progettando l’area insieme alla Città e alle FFS. In una lettera del 14 agosto, il Dipartimento del Territorio è stato categorico. «Tale decisione - la non entrata in materia del Consiglio comunale - rischia di bloccare il nodo d’interscambio, la cui realizzazione, oltre a rappresentare un elemento cardine per tutta la viabilità, è necessaria al più tardi entro il 2027 per evitare di perdere il contributo federale concordato nell’ambito del Programma d’agglomerato». In altre parole, i 21 milioni per un autosilo più grande non sono gli unici soldi in ballo. «Per scongiurare il rischio - conclude il DT - abbiamo deciso di procedere con la progettazione definitiva del terminal dei bus e dell’autosilo a due piani, coerentemente con le conclusioni dello studio sul fabbisogno». Bellinzona quindi avanza e lo stesso intende fare il Municipio, ma come la mettiamo con il Consiglio comunale e la sua sovranità? Chiamando in causa anche la Gestione, l’Esecutivo sembra voler invitare i contrari ad assumersi la responsabilità della loro scelta, per la serie: volete 400 posteggi? Bene, preparatevi a stanziare 21 milioni. Senza un accordo, rischia di restare bloccato l’intero progetto: un ingorgo degno di quelli che si vedono ogni tanto in città.
Nodi verdi
Nella sua lettera ai consiglieri, il Municipio ha parlato anche dei futuri volumi edificati e del verde. Non è un aspetto secondario: basti pensare al fatto che i Verdi, critici sullo sviluppo edilizio immaginato dal Municipio nel comparto, in giugno avevano formato un’inedita alleanza con la Lega a favore del rinvio del messaggio. Sui volumi, l’Esecutivo fa notare di aver seguito il principio dello sviluppo centripeto dettato dalla Confederazione, ossia: densificare le costruzioni nei luoghi più accessibili per non sprecare territorio.
Berna chiede però di farlo assicurando una certa qualità abitativa e l’Esecutivo, a Besso, vuole migliorarla creando o ampliando spazi verdi e piazze pubbliche. Palazzo civico, a questo proposito, cita la prevista estensione del parco Tassino per un terzo della sua superficie e il raddoppio del parco Bertaccio, «mentre il piazzale di Besso manterrà la sua estensione di circa 1.500 metri quadrati dedicati puramente ai pedoni». Anche questa visione tuttavia non fa l’unanimità. C’è fermento, aspettando la resa dei conti.