Il retroscena

Perché Hollywood tifa Como? E qual è il costo di tutti questi VIP?

Ogni squadra del mondo ha tifosi improbabili, ma con Keira Knightley e Hugh Grant in tribuna al Sinigaglia a tifare, così come tanti loro colleghi, i lariani stanno riscrivendo la storia
©MATTEO BAZZI
Stefano Olivari
25.12.2024 14:00

Ogni squadra del mondo ha tifosi improbabili, ma con Keira Knightley e Hugh Grant in tribuna al Sinigaglia a tifare, così come tanti loro colleghi, il Como sta riscrivendo la storia. La grande novità della Serie A 2024-25 non è infatti che un proprietario decida di investire una barca di soldi sulla sua squadra, ma che voglia cambiarne lo status senza essere interessato ai risultati sportivi, al di là di una generica permanenza nella massima categoria, e senza nemmeno grandi speculazioni immobiliari. Cosa sta succedendo davvero a Como, al di là di qualche foto a beneficio di Instagram?

I VIP

Partiamo dalle immagini che hanno visto tutti, o quasi. Dalla Kate Beckinsale di Como-Verona del 29 settembre allo Hugh Grant di Como-Parma del 19 ottobre, dal Benedict Cumberbatch di Como-Fiorentina del 24 novrembre fino al terzetto avvistato il 15 dicembre a Como-Roma: Adrien Brody, Michael Fassbender e Keira Knighley, con l’attrice scatenata dopo il gol di Gabrielloni, non proprio il giocatore della Serie A più famoso in Inghilterra. Non solo VIP, però: quasi il 50% degli spettatori delle partite casalinghe del Como non è italiano, e se si pensa ai grandi numeri fatti da certe squadre in trasferta è facile intuire che i tifosi comaschi propriamente detti siano al Sinigaglia in clamorosa minoranza. E del resto al di là di una storia ultras abbastanza importante il pubblico di Como non ha mai fatto grandissimi numeri, visto che la vicinanza a Milano crea gli stessi problemi che ha il Monza, senza l’aiuto del sentimento identitario che ha sempre fatto la fortuna dell’Atalanta. Stiamo in ogni caso parlando di piccoli numeri: lo stadio ha quasi un secolo, essendo stato inaugurato nel 1927, e dopo i lavori terminati a settembre una capienza di 10.584 spettatori che è sotto quella legale (12.000) per la Serie A. Si gioca insomma in deroga, in attesa di inventarsi un ulteriore piccolo ampliamento.

Le tariffe

Perché tutti questi grandi personaggi dello spettacolo, e tanti di livello appena minore, si sono appassionati alle vicende della squadra di Fabregas? Quasi nessuno di loro, fra l’altro, ha mai frequentato il lago di Como se non per brevissimi periodi da turisti, e nemmeno turisti motivati alla George Clooney (che ultimamente però nella sua Villa Oleandra di Laglio si fa vedere meno). La spiegazione è antipatica ma onesta: sono stati pagati. In maniera non diversa da quando presenziano a premiazioni o a eventi, visto che il tempo ha un costo e quello di chi guadagna 30 milioni di dollari a film anche di più. Ognuno ovviamente ha la sua tariffa, che nel caso del Como può avere anche uno sconto grazie a vitto e alloggio in alberghi a cinque stelle. Un attore famoso di Hollywood che viene a fare un’ospitata televisiva in Italia, un’ospitata in cui deve fare qualcosa, viene pagato circa 200.000 euro loro a prestazione: ad esempio è quanto John Travolta ha preso all’ultimo Sanremo per esibirsi nel Ballo del Qua Qua con Amadeus (che poi i soldi li abbia presi dallo sponsor o dalla RAI è ancora oggetto di discussione). Se il VIP non deve fare niente, ballare, cantare, recitare, essere intervistato, la tariffa si dimezza e può anche scendere ulteriormente se fa parte di un pacchetto: insomma, avere ospite Hugh Grant può anche costare soltanto 50.000 euro, non molto di più di quanto costi avere Fabrizio Corona a inaugurare un negozio. Da confrontare alla cifra molto più alta che il Como avrebbe dovuto spendere per avere un riscontro mediatico internazionale simile: in questo senso soldi ben spesi. 

Disney

Dietro a questo attivismo del Como non c’è soltanto il solito discorso immobiliare, fra stadio e altre costruzioni, anche se il Sinigaglia è senza dubbio l’impianto peggiore della Serie A, pur godendo del panorama più bello del mondo o giù di lì. Fra l’altro raramente a Como c’è una ambiente caldo, da giustificare un nuovo stadio senza che ci siano dietro altri discorsi. Discorsi che ha fatto senza problemi Mirwan Suwarso, presidente del club per conto dei fratelli Hartono ma anche, in proprio, produttore cinematografico. La sua idea di Como e in generale di sport è il modello Disney, intrattenimento puro. Non a caso ha definito il Como ‘il nostro Topolino’ e il lago di Como ‘il nostro miglior giocatore’, con tutto il rispetto per Nico Paz. Il progetto è quello di creare un brand internazionale, che faccia parlare di sé a prescindere dai risultati del campo e che si possa usare per merchandising e turismo, con l’obbiettivo minimo di portare il valore del club a un miliardo di euro. Una cifra interessante anche per gente dalla cilindrata degli Hartono.

Indonesia

A proposito dei fratelli indonesiani, Robert e Michael, è importante fare una proporzione: non solo sono i più ricchi proprietari in Serie A, con il loro patrimonio di 55 miliardi di dollari creati prima con il tabacco e poi con mille altre attività, ma lo sono con proporzioni assurde rispetto agli altri visto che la seconda proprietà più ricca è quella di Rocco Commisso alla Fiorentina con i suoi 8 miliardi e la terza Dan Friedkin alla Roma con 6. Potrebbero quindi comprare tutti gli altri 19 club e mettere le rispettive squadre a giocare nel loro giardino. Non sono in ogni caso focalizzati sul calcio: se lo fossero, con un centesimo dei solo soldi avrebbero comprato l’Inter la scorsa estate o comprerebbero il Milan adesso. Nel 2019 hanno puntato su un Como in serie D e reduce da 15 anni di fallimenti e finte resurrezioni, dopo il triplo salto dalla C alla A a inizio millennio: da Enrico Preziosi agli Hartono passando per decine di personaggi improbabili (con il top raggiunto da Lady Essien), in ogni caso senza una visione. Quella degli indonesiani è stata la notorietà internazionale del lego di Como, nel mondo Como Lake, da legare al marketing della squadra e sono in parta all’aspetto sportivo. Che è stato una conseguenza: promozione in C poche settimane dopo l’acquisto, promozione in B nel 2021, promozione in A nel 2024. Di sicuro in una stagione in cui il passaggio di proprietà del Verona metterà per la prima volta in maggioranza in Serie A i proprietari stranieri, quello degli indonesiani è il progetto più originale. Non vogliono vendere sogni di gloria e nemmeno immobili, ma un’immagine. Nel mondo di oggi potrebbero anche avere ragione.     

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