Il caso

Pericolo frane: per ora non si interviene

Valle Calanca: dopo gli ultimi scoscendimenti una sessantina di granconsiglieri auspicava un concetto globale di risanamento – Secondo il Governo è «impossibile identificare in anticipo tutti i punti pericolosi» – Sono comunque in corso delle analisi dettagliate
I massi caduti sulla cantonale lo scorso dicembre. © Rescue Media
Alan Del Don
01.07.2023 06:00

«Il Governo è cosciente del pericolo di catastrofi naturali in Valle Calanca che possono influire sulla strada della Calanca e di conseguenza sulla sicurezza della circolazione. Il fatto che questo pericolo comprometta la sensazione di sicurezza degli abitanti della Valle Calanca è comprensibile. La sfida consistente nel riconoscere tempestivamente i pericoli naturali e nell’attuare misure di protezione adeguate è diventata più grande negli ultimi anni, non da ultimo nell’ottica dei cambiamenti climatici, e occuperà il Cantone anche in futuro». Il Consiglio di Stato lo sa che, ad oltre 500 metri di altitudine, c’è qualcosa che non va. Ma miracoli, Coira, purtroppo, non ne può fare. È un po’ questo - in estrema sintesi - il succo della risposta fornita all’interpellanza inoltrata lo scorso febbraio da una sessantina di deputati, prima firmataria la rappresentate dell’Alleanza del Centro e vicesindaca di Buseno Rosanna Spagnolatti.

I cambiamenti climatici

La frana, l’ennesima, scesa nei primi giorni del dicembre 2022 che aveva bloccato la strada in territorio di Castaneda per meno di una settimana era stata la classica goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Rosanna Spagnolatti, intervistata in quelle interminabili ore, era stata categorica: bisogna risolvere una volta per tutte una situazione che, obiettivamente, sta diventando insostenibile. Ogni volta che piove un po’ forte o per un periodo prolungato la popolazione della valle teme un nuovo, ulteriore, scoscendimento. C’è il rischio di una tragedia (per fortuna sempre evitata, finora) e di essere tagliati fuori dal mondo non si sa per quanto. Si è subito intervenuti per ripristinare la viabilità e, ancora oggi, il transito è regolato da un semaforo. I granconsiglieri chiedevano al Governo grigionese di elaborare un concetto globale di intervento, appunto per scongiurare la chiusura della strada, come accaduto già diverse volte nel recente passato, l’ultima lo scorso aprile. Coira puntualizza che «in linea di principio tutte le cadute di massi e i crolli di pareti rocciose vengono registrati nel catasto dei pericoli naturali (StoreMe). In questo modo possono essere individuati i cambiamenti, ad esempio un aumento di catastrofi naturali. Partendo dalla valutazione del rischio del 2008-2009 relativa alla caduta di massi e sassi sulla tratta dal ponte ad arco sulla Calancasca fino alla galleria artificiale Segheria Buseno, il rischio attuale viene valutato nuovamente a seguito della frana nella zona Revetell. In questo contesto viene chiarito se i punti pericolosi noti hanno subito modifiche e se si sono creati punti pericolosi nuovi».

La frequenza degli eventi

È altresì appurato, prosegue il Consiglio di Stato, se è avvenuto un cambiamento dei rischi, ad esempio a seguito di un aumento della frequenza degli eventi: «In relazione alla valutazione del rischio vengono considerati anche i valori limite del rischio individuale di decesso stabiliti dall’Ufficio federale dell’ambiente. Le indagini saranno concluse questa estate. Se il valore limite del rischio risultasse superato, verranno presi in considerazione dei provvedimenti. Occorre ricordare che il bacino per eventuali frane in Valle Calanca è esteso e nonostante indagini ampie e accurate è impossibile identificare in anticipo tutti i punti pericolosi».

Gallerie? Presto si saprà

Il Governo si è chinato pure sull’esplicita richiesta di Spagnolatti e colleghi di costruire una o più gallerie artificiali nei punti particolarmente insidiosi. Ebbene, allo stato attuale ogni valutazione e/o decisione è considerata prematura. Secondo l’Esecutivo cantonale retico, infatti, nei luoghi in cui vi sono rischi elevati «vengono presi in considerazione diversi provvedimenti. Oltre alla sorveglianza periodica del punto pericoloso può avvenire un intervento consistente nella rimozione o nel brillamento di masse di roccia instabili. A seconda della situazione può essere considerata la realizzazione di opere di protezione (reti di protezione contro la caduta di massi, valli di protezione, gallerie artificiali o gallerie). In determinate condizioni può essere indispensabile anche lo spostamento della strada cantonale, come avvenuto a sud-ovest di Selma. A seguito delle indagini in corso non è ancora possibile esprimersi in merito a progetti concreti per l’incremento della sicurezza della circolazione». I cittadini della Calanca, intanto, sperano nella clemenza di Giove pluvio.

Il destino dei Grigioni

Gran parte della rete stradale cantonale attraversa zone esposte a valanghe, caduta di sassi e massi, colate detritiche e processi legati alla forza di gravità. I Grigioni sono un cantone di montagna, rileva il Governo, e alla luce dei paesi in parte discosti delle «vie di comunicazione sicure sono perciò molto importanti». Gli sforzi devono però «essere concentrati su zone fortemente esposte ai pericoli siccome la realizzazione su tutto il territorio di impianti di protezione e/o di provvedimenti di protezione sarebbe impossibile e sproporzionata».

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