Pesano i segni del tempo: due edifici sacri sotto i ferri
Sono due degli edifici sacri più importanti di Lugano. Uno ha vissuto ben un secolo dopo il primo importante restyling. Il secondo trent’anni. Meno, certo, ma il peso del tempo si sente ugualmente. È il momento quindi di mettere mano alla chiesa di Santa Maria degli Angioli e alla chiesa di Sant’Antonio Abate. Due beni culturali di interesse cantonale di proprietà dello Stato. Motivo per cui il Consiglio di Stato ha stanziato un primo credito di 195 mila franchi per il progetto di restauro globale e di adeguamento degli impianti tecnici della chiesa di Santa Maria degli Angioli. Nei prossimi giorni, invece, Sant’Antonio Abate sarà oggetto di interventi di manutenzione al tetto (i ponteggi sono già stati montati).
Prima impianti tecnici e tetto
Attualmente sono in corso verifiche e indagini preliminari in previsione, appunto, di futuri importanti lavori di restauro. Interventi, questi, che vengono svolti dal Dipartimento del territorio in collaborazione con la Sezione della logistica del Dipartimento delle finanze e dell’economia. Come spiega nello specifico il DT in una nota stampa, il Governo ha stanziato un credito complessivo 195 mila franchi per la prima tappa (verifiche preliminari) del progetto di restauro globale e di adeguamento degli impianti tecnici della chiesa di Santa Maria degli Angioli. Queste verifiche, attualmente in corso, sono finalizzate alla raccolta di dati sul monumento per la messa a punto del relativo progetto di restauro, a cent’anni dall’ultimo importante intervento. Di contro, il tetto della chiesa di Sant’Antonio Abate verrà messo sotto i ferri nei prossimi giorni. Contestualmente alla posa dei ponteggi, verranno eseguite le verifiche preliminari sullo stato di conservazione dei prospetti esterni. In un secondo tempo, il Territorio spiega che seguiranno le indagini sull’apparato decorativo e sui manufatti della chiesa in vista dell’allestimento di un progetto di manutenzione straordinaria e restauro globale, a distanza di trent’anni dall’ultimo restauro.
Un po’ di storia
La chiesa degli Angioli, iniziata nel 1499 e consacrata nel 1515, apparteneva al complesso del convento francescano osservante fondato nel 1490 e soppresso nel 1848, quando fu incamerato dallo Stato e sul cui sedime sorse prima l’Hôtel du Parc (1855), poi Hôtel Palace (1903), e oggi il LAC. L’edificio religioso è noto per custodire il più famoso affresco rinascimentale della Svizzera, la Passione e Crocifissione di Cristo, realizzato nel 1529 da Bernardino Luini, seguace di Leonardo da Vinci. La chiesa di Sant’Antonio Abate, costruita sul terreno di una chiesa del XIII secolo, passò nel 1598 ai padri Somaschi assieme all’adiacente convento che, adibito a collegio, tra il 1796 e il 1798 vide tra i suoi studenti il giovane Alessandro Manzoni. Il complesso fu incamerato dallo Stato nel 1852. La struttura della chiesa attuale è il risultato di diverse fasi costruttive risalenti al XVII secolo e all’inizio del Novecento – in particolare l’erezione della facciata neobarocca rivestita di mattoni a opera di Giuseppe Bordonzotti. All’interno, è rilevante la fase settecentesca: oltre alla decorazione architettonica illusionistica del coro dei fratelli Giacomo Antonio e Antonio Francesco Giovannini da Varese, trovano spazio anche opere dei pittori Giuseppe Antonio Petrini da Carona e dei fratelli luganesi Giovanni Antonio e Giuseppe Antonio Torricelli.