Ticino

PFAS e clorotalonil, una nuova sfida per l'acqua potabile del Mendrisiotto

Matteo Negri, presidente dell'associazione ticinese fontanieri: «Normative più rigide e contaminazioni pregresse minacciano l'approvvigionamento idrico: servono soluzioni rapide per garantire acqua potabile sicura entro il 2026»
©Chiara Zocchetti
Red. Online
10.01.2025 16:47

Le nuove normative che entreranno in vigore nel 2026 sui limiti dei PFAS è di 0,1 microgrammi/litro (sostanze perfluoroalchiliche) nell’acqua potabile potrebbero creare una crisi per molte fonti di approvvigionamento idrico del Mendrisiotto, comprese quelle inserite nel Piano Cantonale di Approvvigionamento Idrico (PCAI). A complicare ulteriormente la situazione c’è la contaminazione da clorotalonil, un fungicida vietato, i cui residui continuano a compromettere la qualità delle falde acquifere.

Diversi punti di approvvigionamento nel Mendrisiotto, già sotto pressione per i residui di clorotalonil, rischiano di non rispettare i nuovi limiti per i PFAS. Questa situazione potrebbe ridurre la disponibilità di acqua conforme alle normative, mettendo in crisi l’intero sistema di gestione del PCAI, che punta a garantire un approvvigionamento sicuro per la popolazione.

Per affrontare questa doppia crisi, saranno necessari interventi tecnologici con sistemi di trattamento avanzati come filtri a carboni attivi o osmosi inversa e un monitoraggio intensivo con controlli frequenti sulle fonti d’acqua per rilevare contaminanti e valutare i rischi.

La combinazione tra PFAS e clorotalonil rappresenta una minaccia seria per l’approvvigionamento idrico del Mendrisiotto. Per garantire acqua potabile sicura e conforme, saranno necessari interventi strutturali e un coordinamento efficace tra comuni, cantone e gestori degli acquedotti. Il tempo stringe, e il 2026 è ormai dietro l’angolo e il percorso sarà complesso e costoso.

Matteo Negri
Presidente Associazione Fontanieri Ticinesi