Piazza Castello: c'è una crepa nel procedimento

I proprietari di due palazzi danneggiati 15 anni fa durante lo scavo dell'autosilo chiedono milioni alla Città - In Appello il caso era stato giudicato prescritto, ma il Tribunale federale ha dato ordine di riaprire il dossier
John Robbiani
04.07.2018 06:00

LUGANO - Sembrava una questione che la Città era riuscita a lasciarsi alle spalle. Una questione dimenticata e prescritta essendo passati 15 anni. E invece no. Il Tribunale federale ha ordinato la riapertura del procedimento civile, giudicato prescritto nel 2014 dal pretore di Lugano. Stiamo parlando dei danni, quantificati in quasi due milioni di franchi, che due palazzi di viale Carlo Cattaneo avrebbero subito nel 2003 – stando ai loro proprietari – durante lo scavo dell'autosilo di piazza Castello. Danni (crepe e importanti fessure nei pavimenti) causate da forti vibrazioni avvenute durante le operazioni visto che il terreno, alluvionale, era composto da sabbia e ghiaia. Interventi, lo ricordiamo, iniziati nel febbraio del 2003 e che vennero bloccati per quasi un mese nel dicembre dello stesso anno quando, appunto, vennero riscontrati cedimenti strutturali e la formazione di crepe sulle pareti degli stabili citati.

Nel 2005, su richiesta dei comproprietari delle due particelle (venticinque persone fisiche e giuridiche) venne fatto allestire un preventivo dei costi necessari ai risanamenti, ammontanti a circa 4,1 milioni di franchi. La Città (e la sua assicurazione) rinunciarono inizialmente – e temporaneamente – alla prescrizione e nel 2008 i comproprietari sottoposero al Comune di Lugano una richiesta di risarcimento per 1,7 milioni di franchi (inviando alla Città precetti per quasi due milioni). Nel 2009 i comproprietari chiesero il pagamento di 1,97 milioni di franchi (oltre a interessi del 5%). In quell'occasione il pretore di Lugano decise di rigettare la richiesta di prescrizione, sollevata appunto dal Comune. La Città decise dunque di ricorrere il 5 dicembre del 2006 alla Camera civile del Tribunale di Appello che diede ragione a Lugano, riformando il giudizio del pretore e accollando ai comproprietari dei due immobili le spese processuali. Caso chiuso? No.

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