Capriasca

Piccola storia di Condra nel centenario dell'Oratorio

Domenica alla tradizionale festa verrà presentato un volume che ripercorre attraverso diari, foto e testimonianze le vicende del piccolo appezzamento di terra, luogo di commistione fra contadini e villeggianti
©Chiara Zocchetti
Federico Storni
09.08.2024 06:00

Ai Monti di Condra, mezz’ora a piedi dal convento del Bigorio, si appiccicano con una certa naturalezza espressioni quali «bucolico», o «da cartolina». E non da ieri. È da oltre un secolo che questo piccolo nugolo di case fra i prati riesce ad affascinare e conquistare. Prova ne è la sua ricca storia, che in quest’anno simbolico - si festeggia il centenario dell’Oratorio del Sacro Cuore di Gesù - si arricchisce di una nuova pubblicazione. Un libretto che, raccogliendo le testimonianze di chi Condra l’ha vissuta, ne fa (ri)vivere il passato e ne dispiega il formarsi, non senza sorprese. Ne emerge un piccolo mondo antico con sorprendenti commistioni, popolato da generazioni di persone di diversissime estrazioni che l’hanno fortemente e ininterrottamente amato e animato, dedicandoci tempo e denaro. Non è una cosa scontata. Il libretto, compilato dall’Associazione amici dell’Oratorio e curato da Fabio Banfi e Maurizio Cattaneo, verrà presentato domenica in occasione dell’annuale festa organizzata proprio per raccogliere i fondi necessari al mantenimento dell’Oratorio, inaugurato nel 1924 (il programma completo nel box a lato). La pubblicazione ne segue di trent’anni un’altra, a cura di Aldo Morosoli, che si concentrava piuttosto sulla storia del solo Oratorio.

Dai bachi da seta alle vacanze

©CdT/Chiara Zocchetti
©CdT/Chiara Zocchetti

Condra è terra di commistioni. Nasce come zona di pascolo e fienagione per i contadini di Lugaggia, Sala e Bigorio ma già a fine Ottocento viene scoperta dai cittadini di Lugano. Prima dai Torricelli e dai Raposi che in due cascinali, fino alla scoppio della Prima guerra mondiale, trasferiscono parte della filiera dei loro allevamenti di bachi da seta. Poi dalle famiglie Bianchi e Viglezio, che rilevano le due cascine e le trasformano in abitazioni di villeggiatura, seguiti presto da altri, come i Bernasconi, i Primavesi e i Righinetti. E così per decenni i luganesi convivono con i Quadri, gli Antonini, gli Storni che invece da quelle terre chiedevano sostentamento. Una dualità in cui ormai da tempo ha prevalso l’aspetto vacanziero ma che non si è del tutto estinta e persiste in particolare nella forma dell’Azienda agricola Monti di Condra di Stefano Mercoli e Johara Zambon. I due, complice una strada forestale costruita in anni recenti, oggi vivono Condra tutto l’anno, e così un altro paio di nuclei familiari.

La stagione dello sci

©CdT/Chiara Zocchetti
©CdT/Chiara Zocchetti

Questa commistione aveva creato un piccola economia di sussistenza, per cui in particolare la gente del Bigorio, con l’aiuto di qualche mulo, si prestava a portare in Condra i bagagli dei villeggianti luganesi per qualche spicciolo. E in inverno gli sci. Condra era infatti meta gettonata al nascere di questo passatempo, tant’è che è qui che lo Sci Club Capriasca può vantare i suoi natali. La pratica dello sci è documentata in varie fotografie visibili online grazie al lavoro dell’Archivio Audiovisivo di Capriasca e Val Colla.

Il fornire servizi ai villeggianti da parte dei «locali» è continuata poi con altre forme, come ricorda per esempio Beatrice Capra, la cui famiglia in Condra teneva l’ufficio postale, uno spaccio di bevande (solo per luglio e agosto) e l’allora unico telefono fra gli anni Cinquanta e Settanta.

Due architetti illustri

La casa P.A.M. ©CdT
La casa P.A.M. ©CdT

Anche la costruzione dell’Oratorio è stata contraddistinta da questa dualità. A donare i terreni sono due sorelle Storni di Lugaggia e a portare faticosamente i materiali sono i locali. Le donazioni più ingenti per finanziare la costruzione giungono però dalla città. Il disegno dell’Oratorio è del vicesindaco di Lugano, l’architetto Americo Marazzi, la cui impronta ancora oggi caratterizza la città. Marazzi non è peraltro l’unico celebre architetto che ha segnato la storia di Condra. Mario Chiattone, con il fratello Antonio, era solito villeggiarvi. «Vestivano con la camicia bianca e arrivavano sudati, con la camicia aperta, anche perché faticavano a camminare in salita», ricorda ad esempio Capra. La casa P.A.M. di Chiattone è oggi di proprietà del Comune di Capriasca.

Ortisei e la roccia del Gottardo

©CdT/Chiara Zocchetti
©CdT/Chiara Zocchetti

Gli archivi degli Amici dell’oratorio permettono di ricostruire la storia di Condra quasi giorno per giorno. E nei dettagli minuti emergono altri tipi di commistione. La campana dell’Oratorio, in sostituzione dell’originale rottasi nel 1938, è quella della chiesa di santa Maria Addolorata di Lugano, abbattuta nel 1914 per far spazio al Palazzo delle dogane in via Canova. La statua lignea è invece del 1993 e proviene da Ortisei, mentre l’allargamento del parcheggio di Sciss nel 1974 venne fatto apportando cento metri cubi di materiale proveniente dallo scavo della galleria autostradale del San Gottardo. Risalgono infine al 1991 (il settecentesimo della Patria) la statua in bronzo di san Nicolao della Flüe modellata da Battista Delorenzi e al 1993 l’aggiunta di tre vetrate policrome opera di fra Roberto Pasotti. Condra, peraltro, ha sempre avuto un rapporto stretto con il convento del Bigorio.

Un ricambio vieppiù faticoso

©CdT/Chiara Zocchetti
©CdT/Chiara Zocchetti

Venendo ai giorni nostri, Condra continua ad animarsi in estate, ma i fasti di un tempo sono lontani. La messa settimanale è diventata annuale e a questo giro il ricambio generazionale sembra più faticoso. Manuele Baccanelli, classe 1989 e amministratore degli Amici dell’Oratorio, se lo spiega con la concorrenza del digitale, che renderebbe generalmente meno appetibile agli occhi di bambini e ragazzi passare le estati in un luogo in cui la connessione internet stenta ad arrivare, quando proprio non c’è.

Il programma della festa

Cent’anni fa, l’inaugurazione dell’Oratorio aveva attratto quattrocento persone. Domenica, in occasione della tradizionale festa per raccogliere fondi per il mantenimento della struttura, gli organizzatori auspicano di essere in trecento. Il programma ricalca in gran parte quello classico: messa alle 11, aperitivo alle 12, pranzo a base di risotto, luganighe, formaggio e salametti alle 12.30 e lotteria alle 14.30. Alle 13.30 verrà presentato il libro del centenario, che potrà essere acquistato sul posto, così come delle magliette commemorative. Per quanto riguarda la musica, la festa sarà animata dal gruppo Ratatagnöl.