La protesta

«Piscine coperte fortemente discriminate da Berna»

Dura presa di posizione della Centro balneare regionale di Locarno dopo la decisione del Consiglio federale, che non permette agli impianti di riaprire i battenti
Le piscine coperte del Lido di Locarno rimangono desolatamente vuote. ©CdT/Archivio
Red. Locarno
16.04.2021 19:46

«Il Consiglio federale si tolga gli occhialini da nuoto, evidentemente assai appannati». Con questo laconico invito si conclude una presa di posizione dei vertici della Centro balneare regionale SA (CBR) di Locarno, evidentemente delusi dal fatto che, nell’ambito delle misure adottate mercoledì, il Governo abbia deciso la riapertura dei centri fitness ma non delle piscine coperte. «Qui – si legge ancora nella missiva, firmata dall’amministratore delegato Gianbeato Vetterli e dall’ex presidente dell’Associazione piscine svizzere Thomas Spengler – un intero settore economico e di servizio pubblico è sottoposto ad una discriminazione senza paragoni e lasciato da parte del tutto incomprensibilmente». Si ricorda poi che le misure messe in atto lo scorso anno avevano permesso di aprire le strutture senza problemi né per gli ospiti né per i dipendenti. La CBR sottolinea quindi come uno studio pubblicato dallo stesso Ufficio federale di salute pubblica definisca irrilevante il rischio di infettarsi in piscine con acqua e aria clorata.