Pizzicati senza la vignetta, «Ma è colpa di mia moglie»

Anno nuovo, vecchie abitudini: da inizio febbraio, per viaggiare sulle autostrade e sulle semiautostrade svizzere è necessario esporre la nuova vignetta, di colore viola. Possibilmente dopo aver staccato dal parabrezza il contrassegno verde metallizzato dello scorso anno e dopo aver dato una bella pulita al vetro.
Il rito, insomma, è il solito, che si ripete ormai dal 1985, quando cioè è stato introdotto il contrassegno adesivo. Questa, però, per molti potrebbe anche essere stata l’ultima volta. Dall’anno prossimo, infatti, gli automobilisti potranno optare pure per la nuova vignetta elettronica.
Come funziona
Nella sessione invernale del 2020, lo ricordiamo, le Camere federali hanno approvato la revisione della legge sul contrassegno stradale, aprendo così alla vignetta elettronica, «la cui introduzione è prevista nel corso del 2023». Ad ogni modo, questo sistema - precisa l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini - «non sostituirà l’attuale vignetta adesiva: entrambe le varianti esisteranno in parallelo».
Ma, concretamente, come funzionerà? Le nuove vignette elettroniche saranno collegate alla targa, non al veicolo, e potranno essere acquistate dal cellulare o dal computer «indipendentemente dal luogo e dall’ora». Per i veicoli con targhe trasferibili ne basterà una sola. Inoltre, «non c’è bisogno di rimuovere la vecchia vignetta e attaccare quella nuova: il rinnovo può essere automatizzato», precisano ancora dall’Ufficio federale.
E per il controllo? «Verranno usate apparecchiature mobili per effettuare controlli automatizzati e casuali». Tuttavia, viene sottolineato, «i controlli visivi restano al primo posto, soprattutto finché le due varianti di vignette restano parallelamente in funzione».
Il calo del 2020
Sia che si decida di rimanere fedeli al contrassegno tradizionale, sia che si abbracci la versione elettronica, di certo non mancheranno gli automobilisti più distratti o i classici furbetti che, incappati nei controlli, saranno costretti a pagare una multa. In attesa di capire com’è andata lo scorso anno (i dati aggiornati sul piano nazionale saranno disponibili solo tra un mese), va segnalato che il numero totale delle contravvenzioni registrate nel 2020 è diminuito.
Stando alle cifre fornite dall’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, nell’anno segnato dalla pandemia sono state comminate 16.832 multe a livello nazionale, di cui 3.476 inflitte direttamente dalle guardie di confine. Un dato, come detto, in calo rispetto al 2019, quando le contravvenzioni erano state 17.907, ma comunque superiore a quello del 2018 (13.985).
I dati ticinesi
Nel nostro cantone, invece, stando ai dati forniti dalla Polizia cantonale nel 2021 le multe sono state 2.182, in aumento rispetto alle 1.479 comminate nel 2020 e alle 1.323 del 2019. Cifre che - sottolinea la Polizia - «derivano dal numero dei controlli effettuati, nonché dall’attuale situazione pandemica, con i lockdown che hanno fortemente diminuito i flussi di traffico, in particolare quello estero, in specifici periodi».
La moglie e il navigatore
Chi viene pizzicato senza vignetta durante un controllo, di solito abbozza un generico «Scusate, non lo sapevo», ma c’è anche chi prova a evitare la multa accampando qualche scusa. C’è chi ad esempio sostiene di aver preso l’autostrada per sbaglio, chi invece dà la colpa al navigatore «che non mi ha informato», e chi alla moglie consorte: «Sa, la vignetta l’ho comprata, ma ora la sta usando lei sull’altra automobile». Insomma, nonostante la fantasia, in ogni caso la multa è di 200 franchi.
Per chi, invece, viene trovato con un contrassegno contraffatto o falsificato scatta la denuncia al Ministero pubblico e una sanzione di almeno 500 franchi. «Pochi sono veri falsi, per la maggior parte si tratta di vignette munite di pellicola per il trasferimento su un altro veicolo», precisano dalla Polizia. Stando ai dati, comunque, lo scorso anno in Ticino sono stati segnalati 37 casi, 84 nel 2020.