Sopraceneri

«Pochi minuti ed è sparito il lavoro di un'intera stagione»

Dopo il fortissimo temporale abbattutosi ieri sul Piano di Magadino gli agricoltori contano i danni e, in coro, affermano: «Oramai è tardi per riseminare»
© CdT/Archivio
Marcello Pelizzari
13.07.2024 10:00

«C’è poco da dire». La voglia di parlare, all’indomani del forte, fortissimo temporale abbattutosi sul Piano di Magadino, con accumuli di 37,1 millimetri in appena dieci minuti e, manco a dirlo, grandine, è poca. Gli agricoltori osservano ciò che rimane dopo il passaggio del maltempo. «Di quello che avevo – ci confida Christian Bassi dell’Orticola Bassi, a Sant’Antonino – non c’è più nulla. Zero. Le coltivazioni sono andate distrutte nello spazio di cinque minuti».

Come Bassi, tanti altri colleghi hanno subito la furia degli elementi. «In campo aperto, davvero, non è rimasto niente» prosegue il nostro interlocutore. «Le serre, per fortuna, hanno retto. Abbiamo registrato solo qualche vetro rotto. Ma fuori, beh, il discorso è diverso».

Il temporale è stato così forte e distruttivo che Bassi, senza giri di parole, afferma: «Oramai possiamo dire che la nostra stagione è conclusa. E già era una stagione da dimenticare, visto che è da febbraio praticamente che piove. Non so cosa dirvi, è dura. In queste ultime due settimane il meteo ci stava concedendo una tregua, stavamo lavorando fino alle due, tre anche quattro di mattina per cercare di recuperare. Ora è tutto finito. E girano le scatole, per non dire altro».

Inizieremo a preparare i campi per il 2025. Non so bene dove troveremo la forza per ripartire, ma dobbiamo trovarla
Christian Bassi, Orticola Bassi a Sant'Antonino

I problemi legati al maltempo, in Ticino, non sono una novità nel settore dell’agricoltura. «Già due anni fa avevamo subito gravi danni a causa delle precipitazioni» dice Bassi. «Allora, però, il disastro era avvenuto a giugno. Eravamo riusciti a ripartire riseminando tutto. Adesso, invece, c’è poco da riseminare. È tardi, troppo tardi. Vorrà dire che inizieremo a preparare i campi per il 2025. Non so bene dove troveremo la forza per ripartire, ma dobbiamo trovarla. Anche perché ho tanti dipendenti cui dare da mangiare e non posso certo fermarmi».

All’azienda Matasci Adriano e Marino di Cadenazzo, inizialmente, parliamo con la moglie di Adriano. «È dalle cinque che sto pulendo casa, è stato un disastro». Adriano, dai campi, ribadisce: «Non c’è più niente, la tempesta ha distrutto tutto. Il mais, la soia, tutto. È presto per quantificare i danni, ma è sicuramente tardi per ripartire con determinate colture. In pochissimi minuti il lavoro di un’intera stagione è sparito».

Renato Moccettini, dell’omonima azienda agricola a Sant’Antonino, prova a mostrare un minimo di ottimismo: «Qualcosa, forse, si è salvato per l’autunno. Ma stiamo ancora facendo la valutazione dei danni. L’è restaa pü nagot. Niente. Acqua e grandine si sono portate via il lavoro di una stagione. Provo uno sconforto che non vi dico. E dire che di solito, quando arriva il maltempo, non colpisce la mia zona, in mezzo al Piano. Colpisce più verso i lati. Stavolta, invece, il temporale mi ha preso in pieno. È stato peggio di due anni fa, a occhio. Quanto al futuro, a metà luglio direi che è tardi per riseminare. La stagione, d’altro canto, era già partita male, con tanta pioggia a gennaio e febbraio».