Polo congressuale, nuovo cambio d'impostazione
Per il Polo Congressuale si avvicina una nuova ripartenza. Ormai oltre un anno fa, il Municipio di Lugano aveva chiesto al Consiglio comunale - tramite la Commissione della pianificazione - di approvare o sconfessare la nuova impostazione per il progetto al Campo Marzio Nord. Questo per poter poi preparare un precontratto di partenariato pubblico-privato (PPP) con le due aziende interessante a costruire nel comparto (nel frattempo consorziatesi) e allestire una variante pianificatoria che calzasse a pennello con le intenzioni dei privati. La Commissione ha risposto, e ha scelto di sconfessare il modus operandi proposto dal Municipio. E quest’ultimo, con una decisione presa settimana scorsa, si è adeguato. D'altronde, lo scopo dell’Esecutivo era proprio questo: coinvolgere da subito il Legislativo (contrariamente a quanto fatto per il Polo sportivo) per arrivare a un'impostazione condivisa e realizzare finalmente un’opera di cui si parla da quasi vent'anni.
La nuova impostazione
Come sarà quindi questa nuova impostazione (premesso che dovrà essere approvata dal Consiglio comunale, anche se politicamente la strada sembra spianata)? Citando il rapporto della Pianificazione, «Il credito chiesto dal Municipio dovrà servire per elaborare la variante di Piano regolatore e non per un generale 'finanziamento della prosecuzione dell’iter per lo sviluppo del Polo turistico congressuale di Campo Marzio Nord'. Una volta approvata la variante, l’Esecutivo dovrà licenziare un messaggio per le successive fasi di sviluppo del Polo turistico congressuale, che potrà dunque includere la proposta di PPP. In questo modo, la Commissione, senza escludere la possibilità di procedere con un partenariato pubblico-privato, vuole dare la priorità alla definizione dei contenuti futuri per Campo Marzio Nord e chiede al Municipio di proporre la procedura di realizzazione e finanziamento del progetto solo in un secondo momento». Prima i contenuti, dunque, poi gli accordi con i privati. La Commissione vuole così «che il Municipio si esprima riguardo i successivi passi basandosi su una soluzione pianificatoria sviluppata a vantaggio strategico del comparto e già avallata, come avviene solitamente in tali progetti». Il parere dei commissari, come detto, non vuol essere una bocciatura dell’idea di realizzare l’opera insieme ai privati. Anche perché i soldi per costruire da sola, ad oggi, Lugano non li avrebbe senza un sensibile aumento del moltiplicatore. «Si riconosce che tale impostazione può essere promettente per il futuro di Campo Marzio Nord, ma devono essere prioritari i vantaggi per la Città, sia dal punto di vista finanziario sia in termini di benefici e valore per la comunità». In questo modo, a mente della Pianificazione, il Municipio avrà maggiore margine, per esempio nel caso in cui, a fronte della nuova soluzione pianificatoria, l’accordo con gli investitori non fosse ritenuto sufficientemente vantaggioso per la Città. «Seguendo l’iter proposto dal Municipio si rischierebbe infatti di ritrovarsi in un vicolo cieco nel caso in cui, per un qualche motivo, il partenariato non dovesse andare in porto, ciò che allungherebbe ulteriormente i tempi legati alla realizzazione di questo progetto».
Cosa pianificare
Si ripartirà dunque da una variante di Piano regolatore, che peraltro il Municipio afferma essere «a buon punto». Sarà questo il prossimo vero terreno di battaglia politico. Perché vi saranno da bilanciare gli interessi della Città e dei privati (far valere i primi rispetto ai secondi avrà un prezzo per Lugano: fino a quanto sarà disposta a investire la Città?) nonché le varie sensibilità in materia edilizia. La variante di PR per Campo Marzio Nord dovrà fra le altre cose indicare i volumi delle costruzioni e le quote di residenziale e di abitazioni secondarie. In questo senso la Commissione della pianificazione ha già fatto capire che non vede di buon occhio un aumento delle quote residenziali dal 35 al 50% e una diminuzione delle abitazioni primarie, vale a dire due delle principali misure che rendono finanziariamente interessante l'operazione per eventuali partner privati. Si chiede inoltre che la variante stabilisca una quota di «unità abitative di utilità pubblica», non importa se per opera diretta della Città o su iniziativa dei privati. La Commissione ha poi definito «fondamentale» che il comparto diventi il più possibile uno spazio fruibile dalla popolazione, al pari del comparto Campo Marzio Sud. In questo senso la Commissione ritiene «un'occasione persa» che quest’area non sia stata compresa nello studio commissionato dalla Città lo scorso anno a degli specialisti e alla base del messaggio municipale. «In futuro, Campo Marzio Sud dovrebbe essere rivisto in modo da essere maggiormente accessibile alla popolazione e valorizzato per il suo ruolo chiave nella riqualificazione urbana. In quest’ottica, la Commissione si aspetta che il Municipio valuti attentamente la possibilità di spostare i campi da tennis da Campo Marzio Sud, in modo da potenziare il comparto e renderlo maggiormente fruibile alla popolazione». Quest'ultima parte, tuttavia, sta già seguendo un’altra procedura, anche se i tempi sembrano ancora molto lunghi.
«Non dev'essere un progetto vecchio»
Tornando al centro congressuale che dovrebbe sorgere a Campo Marzio Nord, la Commissione chiede che «fino alla fase di progettazione rimanga intatta la possibilità di rivedere le esigenze congressuali (non deve essere un progetto già vecchio). Allo stesso tempo, il risultato dovrà essere in equilibrio con le competenze gestionali interne della Città e, se necessario, queste dovranno essere adeguate, per evitare eccessive esternalizzazioni. Non si tratta solo di edificare un Centro congressuale, ma anche di studiarne e conoscerne le conseguenze gestionali». Si chiede al Municipio che al momento della presentazione della variante di Piano regolatore venga presentato anche un piano aziendale sulla gestione del Centro congressuale, indicando il ruolo dei privati. «Sarebbe inoltre auspicabile che tale analisi includa una riflessione sulle sinergie tra le varie strutture congressuali della Città».
Il rapporto è stato approvato all'unanimità, senza riserve, da dodici dei tredici membri della Commissione.