Mendrisiotto

PoLuMe: lo svincolo di Mendrisio non è da ripensare

L'Ufficio federale delle strade prende posizione dopo alcune informazioni «apparse in questi giorni sulla stampa»
© USTRA
Red. Online
31.01.2025 13:45

Una precisazione, per certi versi forte. Riguardante lo svincolo di Mendrisio. Una precisazione scritta, leggiamo, «sulla base delle informazioni incomplete apparse in questi giorni sulla stampa» e «indipendentemente dai risultati che scaturiranno dall’analisi commissionata al Politecnico di Zurigo sulla priorità dei progetti» spiega, tramite una nota, l’Ufficio federale delle strade (USTRA).

E ancora: «Lo scenario per il dimensionamento del progetto PoLuMe, nel caso in cui il suo orizzonte di realizzazione venisse confermato nel decennio 2030, è stato stabilito al 2050. Questo significa che le opere (numero di corsie, organizzazione degli svincoli e dei relativi incroci) vengono progettate per garantire un traffico fluido almeno fino a quella data. La definizione di un orizzonte è dovuta da una parte per non dimensionare per eccesso o per difetto le opere, e dall’altra per le difficoltà oggettive di stimare gli sviluppi futuri della mobilità a lungo termine e soprattutto in periodi di cambiamenti epocali come quello che stiamo vivendo».

Affinché la viabilità funzioni, spiega sempre l’USTRA, «occorre tuttavia che l’intera rete viaria, e non solo quella nazionale, sia in grado di smaltire il traffico. A questo scopo, per fare fronte agli scenari di traffico oggi previsti per il 2050, che si verificheranno con o senza PoLuMe, USTRA ha creato un gruppo di lavoro dove sono rappresentati il Cantone, Ia CRTM e i Comuni direttamente coinvolti. Da questa proficua collaborazione, tuttora in corso, emerge che anche le reti cantonali e comunali, del resto localmente già oggi sovraccariche, dovranno adeguarsi all’evoluzione del traffico previsto per il 2050. Se ciò non avvenisse, anche gli effetti positivi di PoLuMe verrebbero alienati dalla mancanza di capacità della rete locale: in tal caso i costi dell’opera non sarebbero infatti compensati da sufficienti benefici».

Le analisi svolte, dice l’USTRA, «dimostrano che anche alcuni raccordi alla rete locale dello svincolo di Mendrisio, già oggi sofferenti, nel 2050 non saranno più in grado di assorbire il traffico in uscita dall’autostrada per servire l’agglomerato; e questo non per una conformazione errata dello svincolo, ma per una mancanza di capacità di assorbimento della rete locale. Limitazioni e moderazioni del traffico che riducono le possibilità di entrata nel borgo, seppur in parte comprensibili, vanno accompagnate da misure fiancheggiatrici (strade alternative o posteggi) per evitare che le colonne di rigurgito mettano a repentaglio la sicurezza dell’utenza autostradale. In questo senso - per l’autostrada - USTRA ha proposto delle misure che sono ancora oggetto di affinamento e discussione con i Comuni, la CRTM e il Cantone. Le proposte non comportano un ripensamento (come è stato erroneamente scritto) dello svincolo, che si conferma all’altezza anche degli scenari 2050, ma leggeri adattamenti di alcune corsie di innesto o di uscita dalle rotonde, come pure la creazione di qualche by-pass».

«Non si dimentichi infine – chiosa l’Ufficio – che il progetto per la riorganizzazione dello svincolo di Mendrisio è nato alla fine del secolo scorso, venne pubblicato nel 2008, approvato nel 2011 e realizzato tra gli anni 2014 e 2017. L’orizzonte di riferimento alla base del progetto approvato era l’anno 2020. Le verifiche in corso per il 2050 dimostrano che quell’opera sarà ancora all’altezza dei tempi e che potrà essere adeguata, con interventi marginali, all’evoluzione del traffico prevista anche dopo 30 anni dalla sua concezione. I tempi ciclopici tra l’ideazione delle opere e la loro realizzazione, dovuti in larga misura alle resistenze incontrate nel processo di accettazione e approvazione dei progetti, imporrebbero orizzonti di dimensionamento più lontani che la nostra società non è ancora disposta a considerare».

Nei giorni scorsi, la Regione aveva in effetti parlato di un ripensamento – un altro, verrebbe da dire – dello svincolo di Mendrisio. Diciamo «un altro» perché lo snodo era stato oggetto di un intervento dal 2014 al 2018: quattro anni di lavori necessari a dividere meglio l’uscita di Mendrisio e il raccordo fra la A2 e la superstrada Mendrisio-Stabio, con l’obiettivo ultimo di gestire al meglio i flusso di traffico. L'USTRA, con questa nota, ha chiarito che in realtà non è corretto parlare di «ripensamento». «L’ipotesi di rimettere mano allo svincolo ci è stata solo presentata, i Comuni non hanno ancora preso una posizione» si era limitato a dire giorni fa Andrea Rigamonti, presidente della Commissione Regionale dei Trasporti del Mendrisiotto, invitando alla prudenza.