Maggia

Pompieri e anche bracconieri? Binocolo sparito dalla caserma

L’inchiesta dell’Ufficio cantonale caccia e pesca sulle predazioni venatorie di frodo in valle potrebbe portare a sviluppi clamorosi
Visori notturni costosi per i cacciatori di frodo. © CdT/Archivio
Davide Illarietti
15.10.2022 06:00

I pompieri lo usano per rilevare dall’esterno la presenza umana oppure il fuoco che divampa nelle abitazioni. Il visore termico «guarda» attraverso le pareti e rileva le radiazioni che emanano dai corpi caldi. Ma oltre ai roghi o a vite da salvare, può essere utilizzato anche per scovare prede nel buio. I cacciatori lo utilizzano di notte al posto del binocolo per la caccia «di selezione» ossia quella più precisa. A Maggia non ce ne sono molti. Anche per via del prezzo: da 1.300 franchi per i modelli di fascia alta. Per questo i pompieri valmaggesi si sono agitati quando si sono accorti che il loro visore non era più al suo posto. Poi una coincidenza: la scoperta nei giorni successivi di un «blitz» dei guardiacaccia cantonali nei confronti di un gruppo di cacciatori di frodo, pizzicati a sparare nottetempo nei boschi intorno a Maggia senza autorizzazione. I quattro bracconieri - a cui si è aggiunto un quinto indagato: sono tutti residenti in valle e nel Locarnese - sono stati trovati in possesso di caprioli, cervi, tassi e altri animali selvatici catturati illecitamente. L’inchiesta è condotta dall’Ufficio caccia e pesca e si concentra in particolare sull’uso di armi e accessori vietati confiscati: fucili modificati e almeno un visore notturno proprio come quello di proprietà dei Pompieri di Maggia.

La strana coincidenza

Le ricerche interne sono state finora inutili. Dopo alcuni giorni – in cui lo strumento scomparso non è tornato al suo posto - dal Comando dei Pompieri il «giallo» è finito sul tavolo del Municipio che nella seduta di mercoledì ha deciso di richiedere un parere legale e sta valutando di sporgere denuncia contro ignoti, avviando un’inchiesta interna. La questione è delicata, anche perché sembrerebbe che alcuni dei cacciatori coinvolti nell’inchiesta – stando a quanto riferito da più fonti al CdT – siano attivi proprio all’interno del Corpo. «Non abbiamo notizie in tal senso in quanto le identità degli indagati sono coperte dal segreto istruttorio», commenta il capodicastero sicurezza di Maggia Massimo Ramelli. «Il Municipio è informato dei fatti successi all’interno del Corpo. Sul bracconaggio rimaniamo in attesa dell’esito dell’inchiesta».

Accertamenti dell’Esecutivo

I punti da chiarire sono diversi e comprendono il possibile coinvolgimento dei militi nella sparizione del materiale dalla caserma di Maggia. Ramelli parla di attrezzatura del valore di «alcune migliaia di franchi». Il presunto furto è però «difficile da collocare nel tempo e sarà appunto oggetto di accertamenti». Sembra infine che i bracconieri fossero sprovvisti di patente venatoria e nessuno risulta iscritto alla Società di caccia della valle. La Federazione dei cacciatori ticinesi ha preso le distanze e, in una riunione, mercoledì, ha deciso di avviare una campagna di sensibilizzazione rivolta ai propri tesserati «per richiamare tutti all’osservanza del codice etico. La caccia non ha nulla a che fare con il bracconaggio, questo deve essere chiaro», spiegano dal comitato.