Lugano

Ponte del Diavolo, la roccia sotto i ferri

Stanno per concludersi i lavori per la messa in sicurezza del versante che sovrasta il ponte, da cui anni fa caddero dei massi – Altri interventi sono in programma al Sasso di Gandria, Pazzallo e Barbengo
© CdT/Chiara Zocchetti
Valentina Coda
26.03.2024 06:00

Il versante che sovrasta via Riviera è sempre stato interessato da parecchio movimento. Persone che passeggiano lungo il sentiero Boggiogna, operai che lavorano, dissesti geologici, massi che cadono. Il grado di pericolo di quella parete rocciosa per quanto riguarda gli eventi naturali è notevolmente cambiato nel corso degli anni: prima era a un livello «non accettabile», ora il pericolo è «residuo». Gli addetti ai lavori, però, lo sanno: il rischio zero non esiste. Motivo per cui, anche a fronte di due episodi di caduta massi avvenuti qualche anno fa (in un caso un sasso di circa 400 chili si era staccato a monte ed era stato fermato solo dalla ringhiera sul sentiero Boggiogna), il versante è stato ancorato e, per così dire, «incappucciato». In ogni caso, ha sempre dato del filo da torcere agli specialisti del settore, soprattutto perché il Monte Brè è composto da un tipo di roccia che banalmente si frattura anche da sola. Lì, i lavori per la messa in sicurezza sono alle battute finali. Da tutt’altra parte, invece, gli interventi di protezione sono in fase di progettazione e alcuni in previsione.

© CdT/Chiara Zocchetti
© CdT/Chiara Zocchetti

«Rischio elevato»

Dopo l’ultima caduta, le analisi geologiche avevano messo in guardia: il rischio di ulteriori distacchi dal pendio era «elevato» e bisognava procedere «con un intervento urgente di messa in sicurezza». Il Municipio aveva così stanziato circa due milioni di franchi per opere di protezione in zona ponte del Diavolo a Castagnola e lungo il sentiero di Gandria. Nel frattempo, «sono state eseguite diverse tipologie di interventi tra disgaggi, gestione del bosco, posa di reti aderenti chiodate, ancoraggi e sottomurazioni – rileva il geologo Urs Luechinger riferendosi al versante posto a monte di via Riviera –. Interventi nell’ordine di circa 600.000 franchi. Alcuni lavori, essenzialmente forestali, sono ancora in corso e anche il Consorzio Valle del Cassarate e golfo di Lugano è parzialmente coinvolto per quanto attiene il riale presente». Questi importanti lavori di messa in sicurezza hanno permesso quindi di «ridurre il grado di pericolo in modo sostanziale» non solo per le «due abitazioni situate lungo la strada comunale e sottoposte a rischio», ma anche per «il parco giochi e via Riviera stessa, con il suo importante transito giornaliero di veicoli». Gran parte degli sforzi di protezione si concentra infatti su quelle montagne luganesi che si trovano a stretto contatto con l’abitato e le principali vie di comunicazione, ovvero il Monte Brè e il Monte San Salvatore (dove due anni fa sono state installate delle reti paramassi da record).

Ma quelle case?

Detto dei lavori, quasi agli sgoccioli, nel bosco di protezione sopra il ponte del Diavolo, dove si dovrà intervenire in futuro per ridurre in maniera importante il rischio di caduta massi? Per quanto riguarda la parte legata al sentiero di Gandria, in zona Sasso di Gandria, «siamo ancora in fase di progettazione», puntualizza l’ingegnere Davide Galimberti, che ci aiuta a fare questo «punto geologico». Nei prossimi anni, invece, «verranno risanate e ampliate alcune reti di protezione situate a monte di via Aldesago e via Brè, sul versante sud del monte. Inoltre, sono in previsione alcune opere di protezione a Pazzallo e Barbengo».

Passeggiando lungo il sentiero Boggiogna, però, ci si potrebbe chiedere se il «tappezzamento edilizio» messo in atto nel corso degli anni non abbia inciso sulla stabilità del terreno. Galimberti, però, è di tutt’altro avviso: «La costruzione delle abitazioni sui versanti non ha influito, tuttavia in certi casi l’edificazione di alcuni settori ha reso necessaria l’implementazione di specifici sistemi di protezione a monte degli edifici in quanto le aree edificate richiedono adeguate misure di sicurezza per preservarne l’integrità». 

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