Il caso

Predazione a Indemini: «Quel lupo va abbattuto»

Unione contadini e Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori scrivono al Consiglio di Stato dopo l’attacco dello scorso 26 maggio sui Monti di Sciaga – «Con dieci capi uccisi si è raggiunto il limite di danno rilevante che giustifica l’avvio della procedura»
Monta ancora la protesta degli allevatori. © Gabriele Putzu
Red. Locarno
07.07.2023 16:11

«Sono dieci gli animali morti a seguito della predazione del 26 maggio scorso sui Monti di Sciaga, nella zona di Indemini. Si è quindi raggiunta la soglia per l’avvio della procedura di abbattimento del lupo responsabile di questo feroce attacco». Non hanno dubbi l’Unione contadini ticinesi (UCT )e l’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori (APT-GP) : il gregge e la zona di predazione sono stati ufficialmente considerati come non proteggibili, quindi l’unica soluzione è l’eliminazione fisica del lupo che ha ridotto di oltre la metà (da 33 a 15) il numero di ovini dell’allevatrice Regula Flachsmann (vedi CdT del 24 giugno). Le due associazioni hanno pertanto inviato, lo scorso 30 giugno, una lettera al Consiglio di Stato chiedendo di dare avvio alla procedura di abbattimento del predatore. Lettera alla quale il Governo non ha per il momento dato risposta, rilevano in un comunicato stampa UCT e APT-GP .

La conferma dal DNA

La richiesta delle due associazioni si basa sulle analisi del DNA, che hanno confermato come la predazione sia stata opera del lupo; che il numero di capi abbattuti ha superato la soglia rilevante, come prevede l’Ordinanza federale in vigore fino al 30 giugno, dato che sono stati ritrovati complessivamente dieci capi morti ed altri otto sono ormai irrimediabilmente dispersi; che il pascolo sui Monti Sciaga non è proteggibile, come constatato dall’Ufficio della consulenza agricola e come riportato sul sito dell’Ufficio caccia e pesca; che l’allevatrice ha tempestivamente consegnato all’Ufficio caccia e pesca l’elenco degli animali morti ritrovati e di quelli dispersi; che nella zona di spostamento del lupo che ha predato sui Monti di Sciaga vi sono altri alpeggi caricati con bestiame minuto, per cui è ottemperato il principio della «Strategia lupo svizzera» secondo cui l’abbattimento permetterebbe di prevenire ulteriori danni. «Mancano assiduità e zelo».

«Mancano assiduità e zelo»

«Se confrontato con altri cantoni - annotano poi UTC e APT-GP - il nostro non brilla per assiduità e zelo nel contrastare l’azione dei predatori mediante abbattimenti legali». I dati cumulativi a fine 2022 citati dalle due associazioni indicano che nei Grigioni gli abbattimenti sono stati 20, in Vallese 14, nel canton Vaud 3, nel canto Berna 2, mentre in Ticino ve ne è stato solo uno. «Questo nonostante nel 2022 il nostro cantone abbia ad esempio subito le perdite di capi di allevamento proporzionalmente maggiori di tutti gli altri», si legge ancora nel comunicato stampa, che conclude con un’ulteriore nota polemica: «Nel frattempo si stanno raggiungendo quest’anno i limiti di danno rilevante anche in altre regioni del cantone e il silenzio dell’autorità diventa sempre più insopportabile».

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