Premi di cassa malati: iniziative PS e Lega, sarà controprogetto

Superato l’ostacolo del risparmio di dieci milioni di franchi sui sussidi di cassa malati – spazzato via dal Gran Consiglio settimana scorsa –, la politica ticinese è tornata a discutere dei costi della sanità. Sul tavolo della commissione della Gestione, come noto, rimangono ancora due iniziative popolari che (in modi molto diversi tra loro) mirano a ridurre l’impatto dell’aumento dei premi per i cittadini. Da una parte c’è la proposta del PS, che chiede che nessuno debba pagare più del 10% del proprio reddito disponibile per i premi intervenendo con maggiori sussidi, per un costo stimato di circa 300 milioni di franchi. Dall’altra c’è il testo leghista che propone di rendere i premi integralmente deducibili nella dichiarazione delle imposte, per un costo stimato (in mancati introiti per lo Stato) di circa 90 milioni di franchi.
Qualcosa si muove
Su questo fronte, in Gestione qualcosa si è mosso. I deputati, come ha spiegato il presidente Fabrizio Sirica (PS), «hanno delineato le tempistiche di trattazione delle due iniziative». L’obiettivo è di arrivare al voto «al massimo» a settembre. Tuttavia, la questione politicamente più calda non riguarda tanto i tempi, quanto i contenuti. Una delle critiche principali che vengono mosse a entrambe le iniziative è infatti il loro costo. Il «peso» totale sulle casse dello stato, fra maggiori uscite e minori entrare, si aggirerebbe attorno ai 400 milioni di franchi. Tanti. Troppi, per alcuni. Ecco perché in questi giorni si sta facendo largo una terza via, sotto forma di controprogetto. Al momento c’è poco di concreto, ma l’idea piace al Centro. Tanto che Fiorenzo Dadò ritiene l’ipotesi «molto concreta». Il presidente spiega infatti che «come Centro intendiamo assolutamente proporre un controprogetto almeno a una delle due iniziative». Il motivo, manco a dirlo, è la fattura totale per lo Stato, ritenuta decisamente eccessiva. «Il Cantone non può permetterselo», rilancia Dadò. Ancora non è chiaro se verrà presentata una proposta che comprenda entrambe le iniziative di PS e Lega oppure una sola. Tuttavia, una possibilità concreta è quella di «smussare» la soglia proposta dal PS: non più il 10% del reddito disponibile, ma il 15%. Ciò comporterebbe un aggravio per lo Stato di «soli» 50-60 milioni. Al Governo sono quindi state richieste verifiche sull’impatto che avrebbero le iniziative non tanto per il Cantone, quanto per le persone e le famiglie. Solo una volta arrivate le risposte si potrà capire come formulare il controprogetto. Ma una cosa, per Dadò, è certa: «Crediamo che un controprogetto potrebbe ricevere un certo consenso, anche perché siamo tutti coscienti che se le due iniziative venissero applicate ci sarebbe un aumento delle imposte per tutti i ticinesi». Questo per compensare i costi che dovrebbe sobbarcarsi lo Stato.
Si aspettano le risposte
Al momento, come si suol dire, la situazione è fluida. Molto dipenderà dalle risposte del Consiglio di Stato agli approfondimenti richiesti dalla Commissione e dalla conseguente direzione che prenderà il controprogetto. Gli iniziativisti, tuttavia, sono chiari: Lega e PS non intendono rimangiarsi la parola, e puntano a portare le loro proposte al voto popolare. «Crediamo molto alla nostra iniziativa», spiega Sirica in qualità di co-presidente socialista. «È la risposta più importante al più importante problema dei ticinesi. Ma andrebbe anche a rivedere il sistema: non dimentichiamoci infatti che l’elefante nella stanza dell’aumento dei costi è la non proporzionalità dei premi al reddito». Sì. Ma il costo? «Non ci spaventa», rimarca Sirica. «Il cittadino sa che i 300 milioni sono quelli che lui già sborsa. L’iniziativa renderebbe solidale il sistema non solo fra malati e sani, ma anche fra benestanti e indigenti». Detto ciò, il co-presidente non chiude completamente la porta a un controprogetto, «ma siamo critici su un 15%: non sarebbe abbastanza incisivo per aiutare la popolazione. In quel caso, chiederemmo qualcosa in più». Dal PLR arriva invece una sostanziale apertura a un eventuale controprogetto del Centro. «Ma bisogna fare in modo che sia efficace e sostenibile, non deve essere una foto sbiadita» delle due iniziative, spiega a questo proposito Alessandro Speziali. Il presidente liberale-radicale, dopo che il Governo ha bocciato in aula la sua interpellanza in ambito di costi della sanità, vuole però togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «Il Consiglio di Stato sta alla finestra limitandosi a dire che le iniziative costano. Ma proposte concrete su questo tema così sensibile non ne fa. Vorrei vedere qualche mossa, giocare in difesa non credo sia la soluzione». Insomma, d’accordo con le proposte dei partiti che potrebbero portare al voto popolare. Ma un segnale concreto da parte del Governo, in un momento delicato per le famiglie, per Speziali, sarebbe doveroso.