Morcote

Prendersi cura del patrimonio grazie al turismo sostenibile

Nasce il concetto «Ceresio Heritage Destination» in collaborazione con l’Unesco che mette in comunicazione le biosfere del Monte Arbostora e del Monte San Giorgio attraverso vari progetti – In vista la riqualificazione degli antichi orti
Evitare in tutti i modi il turismo di massa. © Giuseppe Cerro
Valentina Coda
08.11.2023 06:00

Morcote ha sempre tenuto bene a mente un obiettivo: evitare di trasformarsi in un punto di riferimento turistico con un rischio concreto di overtourism. Turismo di massa, per intenderci, come la fiumana di gente che invade la Valle Verzasca, Venezia o Hallstatt. D’altro canto, non poteva nemmeno rimanere ancorato alla strategia turistica degli anni Sessanta di solo «Villaggio di pescatori». Dobbiamo diventare una destinazione, si saranno detti in Municipio, con alla base un concetto inclusivo attento alle esigenze di chi vive il borgo e che funga da collante per tutta una serie di progetti di turismo sostenibile e consapevole. Da qui nasce «Ceresio Heritage Destination», progetto che in collaborazione con le cattedre UNESCO dell’Università della Svizzera italiana, dell’Università di Genova e il fotografo di fama mondiale Heinz Plenge, mette in comunicazione due biosfere differenti, che si guardano e che distano solo dieci chilometri l’una dall’altra: quella del Monte Arbostora e quella del Monte San Giorgio.

Una «nuova» storia infinita

In pochi, forse, ci avranno fatto caso, ma potrebbe non esistere un territorio al mondo in cui coesiste così tanta diversità in pochi chilometri. Morcote (recentemente insignito di un riconoscimento da parte dell’ONU, ndr), è stato spiegato dal capodicastero Turismo, Jürg Schwerzmann, risiede in un anfiteatro naturale riparato dal Generoso, dal Sighignola, dal Brè, dal Tamaro e dal Lema. Le ricerche coordinate dalle due cattedre UNESCO mirano quindi a ricomporre gli antichi valori del territorio in una memoria condivisa tra le due biosfere attraverso diversi progetti concreti. Il primo è incentrato sul Monte San Giorgio e sulla sua storia millenaria. Le ricerche di Adine Gavazzi, titolare della cattedra UNESCO all’Università di Genova, hanno permesso di accertare, grazie alla presenza di artefatti paleolitici, la centralità geografica e i primi biocorridoi culturali nell’area. In secondo luogo c’è la riqualificazione degli antichi orti di Morcote ad opera dell’Associazione Amici degli orti, capitanata da Anton Magnani: circa ottomila metri di terreno sotto la Chiesa di Santa Maria che verranno restituiti ai cittadini sotto forma di giardino naturale con orti sociali e didattici. L’ultimo progetto riguarda la biodiversità, ovvero un modello di ripristino dell’habitat naturale nel nucleo storico di Morcote grazie a miscele di sementi autoctone ad opera dell’ingegnere ambientale Federico Monti. Tutti questi progetti verranno illustrati più nel dettaglio alla popolazione in un incontro che avrà luogo domani alle 19.30 nella sala Maspoli del Comune di Morcote.

Niente più «buco» del Garavello

Detto dei grandi progetti in collaborazione con l’UNESCO, ora veniamo agli «altri» dossier importanti nel borgo. E alcuni, paradossalmente, si intrecciano tra loro. A illustrare questi interventi ci ha pensato il sindaco di Morcote, Giacomo Caratti, spiegando che il desiderio è quello di «continuare a essere una destinazione di turismo consapevole e sostenibile consegnando nelle mani dei residenti un paese a misura d’uomo con servizi pubblici eccellenti che li facciano sentire parte del progetto di tutela del territorio».

Il primo di questi progetti è la chiusura della voragine ereditata dalla costruzione dell’autosilo. «Dopo diverse analisi si è deciso di creare una nuova entrata per il Comune e la migliore soluzione trovata è quella di portare l’amministrazione comunale nello stabile Garavello. Siamo già allo stadio della domanda di costruzione e speriamo di vedere l’inizio del cantiere per l’estate prossima». Questi lavori sono dettati dal fatto che l’attuale casa comunale ha bisogno di diversi interventi di manutenzione e di una migliore suddivisione degli spazi. Traslocare la casa comunale nello stabile Garavello, quindi, renderà più accessibile i servizi a tutti i cittadini rispetto alla posizione attuale. L’edificazione del nuovo edificio è il primo di una serie di progetti, come ad esempio la creazione di una stazione di pompaggio per permettere alla popolazione residente nel nucleo di Morcote di riscaldarsi o rinfrescarsi in modo ecologico. Inoltre, c’è sempre in ballo la riqualificazione del lungolago.

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