Mendrisiotto

Pressione migratoria, si fa la conta dei posti

Le domande d’asilo in Svizzera, quest’anno, sono destinate a salire – Abbiamo dunque fatto il punto delle strutture d’accoglienza, anche alla luce dei cantieri in corso e di quelle che dovranno chiudere
©CdT/Chiara Zocchetti

Sono mesi caldi quelli vissuti ai confini meridionale e orientale in Svizzera per quel che concerne la pressione migratoria. Questa situazione vieppiù «calda» avrà fatto cambiare i piani della Confederazione per quel che concerne gli alloggi per richiedenti l’asilo a disposizione in Ticino? Per capirlo ci siamo rivolti alla Segreteria di Stato della migrazione (SEM). Prima di esporre le sue risposte occorre però fare una premessa.

Fare previsioni su ciò che succederà ai confini ticinesi è difficile, anche per la SEM. L’andamento primaverile – ci rispondono da Berna – dipenderà da diversi «fattori di incertezza». Tra questi, la SEM individua «gli sviluppi nei Paesi di transito, in primo luogo la Turchia, gli sviluppi lungo la rotta balcanica ma anche la situazione nel Mediterraneo centrale», anche se al momento incide meno per quel che concerne le domande d’asilo in Svizzera. Nel secondo semestre del 2023, è probabile che si «verifichi un nuovo aumento delle domande di asilo». Secondo «lo scenario più probabile», nel 2023 si prevedono 27.000 nuove domande d’asilo.

La situazione, viste anche le incertezze mondiali su più fronti, potrebbe essere dunque mutevole. Saranno mutati anche i programmi di Berna? L’intenzione, ricordiamo, era di dedicare un’unica struttura in Ticino all’alloggio di migranti: il futuro centro in costruzione a Pasture.

Pasture: non solo accoglienza

Partiamo proprio dal Centro federale d’asilo di Pasture, situato tra Balerna e Novazzano. Attualmente è in funzione una struttura definita provvisoria, nell’attesa che venga edificato il centro vero e proprio. «L’entrata in esercizio della parte attualmente in costruzione – ci spiegano da Berna – è prevista per la primavera del prossimo anno». L’edificio attualmente attivo per l’accoglienza, verrà invece adibito alle funzioni amministrative: «L’entrata in esercizio della parte amministrativa, che richiede la trasformazione dall’attuale edificio di accoglienza provvisoria, è prevista per il 2026».

Abbiamo allora chiesto alla Segreteria di Stato della Migrazione se, vista l’alta pressione migratoria, sia stata considerata la possibilità di mantenere entrambe le strutture attive quali punto di accoglienza. Ma così non sembra il caso: «La pressione migratoria – ci è stato risposto – ha reso necessaria l’organizzazione di posti di emergenza in tutta la Svizzera». Per quel che concerne la regione che comprende Ticino e Svizzera centrale, «ciò ha comportato la creazione di 300 posti aggiuntivi a Glaubenberg (Canton Obvaldo) e 200 posti aggiuntivi a Emmen (Lucerna)». In Ticino, «l’infrastruttura di emergenza è situata in via Motta 7-9-11 a Chiasso» e può accogliere fino a 240 persone.

Sorge spontanea, a questo punto, un’altra domanda. Il progetto di Berna prevedeva infatti che in futuro il nuovo centro di Pasture diventasse l’unico alloggio per i profughi in Ticino. Abbiamo quindi chiesto alla SEM se quest’impostazione verrà confermata o se ci saranno possibili cambiamenti. «La programmazione ordinaria – ci viene spiegato – prevede il funzionamento di un Centro federale d’asilo con 350 posti». E il riferimento è alla futura struttura situata tra Novazzano e Balerna. Tuttavia, la SEM ricorda che la «pianificazione d’emergenza in materia d’asilo, concordata nel 2016 tra Confederazione, Cantoni e Comuni, prevede una riserva permanente di mille posti» organizzata in prossimità dei punti d’entrata in Svizzera. Il Ticino, dunque, sarà in prima linea e, ci viene confermato, dovrà essere in grado di mettere a disposizione «da 200 a 300 posti». Dove la SEM non lo precisa, nella sua dettagliata risposta parla però della dismissione per la fine del 2023 degli alloggi provvisori in via Motta 7, 9 e 11, dunque negli stabili attaccati alla stazione di Chiasso. Nessun riferimento a via Motta 1, quindi allo Centro d’asilo più «storico». «Delle discussioni sono in corso», si limita a commentare Berna.

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