Lugano

Previsioni finanziarie da horror

La situazione a livello mondiale ha convinto Palazzo civico ad anticipare di un anno l’aumento del moltiplicatore di tre punti – Annunciato un nuovo piano di risparmi
© CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
30.11.2022 06:00

Una previsione è pur sempre una previsione, è vero, e spesso quando arrivano i consuntivi i risultati sono migliori delle attese, anche di tanto, ma il piano finanziario allestito dalla Città per il quadriennio 2023-2026 non lascia molto tranquilli. Non sappiamo da quale cattiva notizia cominciare.

La botta da 19 milioni

Suvvia: il moltiplicatore. Che fosse destinato a salire era cosa nota. Se n’era parlato ampiamente durante il dibattito sui costi del futuro polo sportivo. La notizia è che succederà prima del previsto: nel 2024 invece che nel 2025, con un aumento dal 77% all’80%. Per una famiglia media sono una cinquantina di franchi in più all’anno (che andranno ad aggiungersi ai rincari previsti per l’elettricità, il gas, l’acqua potabile e tutto il resto:anche i piani finanziari delle singole economie domestiche sono pieni di cattive notizie).

Da notare che parliamo del moltiplicatore per le persone fisiche, mentre quello per le persone giuridiche – fra due anni saranno separati e i Comuni potranno applicare due aliquote diverse – sarà fissato all’85%, otto punti in più rispetto ad oggi. Le aziende tuttavia, sempre dal 2025, potranno beneficiare di uno sconto sulla tassazione dei loro utili, con la relativa aliquota che scenderà dall’8% al 5,5%. Bene per loro, meno per le casse comunali: Lugano subirà una riduzione del gettito di circa 19 milioni e riuscirà a compensarla solo in parte con il nuovo moltiplicatore per le persone giuridiche.

Verso una nuova stagione

Restando in tema di entrate (gettito a parte) nel quadriennio è previsto che scendano da 88 a 76 milioni, in particolare a causa di una riduzione, per una decina di milioni, delle sopravvenienze d’imposta. Attenzione però: sotto questa voce contabile, non di rado, si materializzano le sorprese che cambiano il volto (e il segno) di un bilancio comunale. Dalle entrate passiamo alle uscite, che sono destinate ad aumentare. Le spese per il personale, ad esempio, dovrebbero salire dai 160 milioni del 2023 ai 167 del 2026, principalmente per il riconoscimento del carovita. In rialzo anche le spese finanziarie, che passeranno da 12 a 21 milioni a causa di una prevista crescita dei debiti a lungo termine e dei tassi d’interesse. Tirando le somme, da qui al 2026 il Municipio prevede una sfilza di risultati d’esercizio sempre peggiori: meno 5 milioni l’anno prossimo, meno 14 nel 2024, meno 33 nel 2025 e meno 42 l’anno successivo. Da qui la scelta di inaugurare una nuova stagione di risparmi, dopo quella aperta in seguito al famoso meno 50 milioni del Consuntivo 2013. Il Municipio vuole partire nel 2024 e creare un gruppo di lavoro interno per individuare le misure necessarie (una, per il 2025 e 2026, sarà la riduzione dell’uno percento dei citati costi per il personale). Obiettivo: tornare, nel giro di tre o quattro anni, a quel pareggio riconquistato con fatica prima della pandemia e poi di nuovo allontanatosi.

Cosa succede se

Se non verranno adottate delle contromisure – ma verranno adottate: il Municipio, come sempre in questi casi, tiene a chiarire quali sono le cifre in gioco – il capitale proprio della Città scenderà di circa 96 milioni arrivando a poco più di 30, mentre l’autofinanziamento – cioè la capacità del Comune di far fronte agli investimenti con mezzi propri, senza andare ad aumentare ulteriormente i debiti con le banche, che lo scorso luglio ammontavano a 875 milioni – sarà negativo nel 2025 e 2026.

Guai globali, beffe locali

Molto dipenderà dall’evoluzione del quadro politico ed economico, a tutti i livelli: locale, cantonale, nazionale e internazionale. Quello attuale, per il Municipio, è problematico sotto diversi punti di vista: le conseguenze della guerra in Ucraina, l’onda lunga della pandemia, l’aumento dei costi dell’energia, delle materie prime e del denaro, il rafforzamento del franco con i suoi effetti sulle esportazioni (e sugli operatori turistici locali). Più a corto raggio, preoccupano la politica di rientro del deficit cantonale, la ridiscussione dei flussi finanziari fra Cantone e Comuni e la già citata differenziazione dei moltiplicatori che, in base a una serie di calcoli, potrebbe aumentare la concorrenza fiscale fatta alla Città dai Comuni vicini.

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