Confine

Prima la truffa per un lavoro da badante, poi la minaccia: «Deve stare zitta»

La testimonianza di una lettrice, vittima nel 2021 di una falsa offerta per un impiego in Ticino: «Ho versato 300 euro ai malfattori e sono spariti. Li ho ricontattati dicendo che li avrei denunciati, ma loro mi hanno spaventata dicendomi di stare attenta a ciò che avrei fatto»
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Red. Online
20.08.2024 13:00

Prima la truffa del lavoro all'EOC. Poi le false offerte di USI e SUPSI rivolte agli aspiranti frontalieri, fino a quella legata a Lugano Region, in cui si propone un lavoro come custode per più di 3.000 franchi di stipendio. Mese dopo mese, si moltiplicano gli annunci postati online da malfattori che offrono impieghi ben retribuiti in Ticino. Le vittime, spesso, sono persone provenienti dall'Italia, a cui i truffatori chiedono di versare soldi per ottenere il lavoro. Salvo poi sparire – ovviamente – nel nulla. 

Oltre a queste truffe di cui vi abbiamo raccontato negli scorsi mesi, però, ce ne sarebbero state altre ancora. E, addirittura, molto tempo prima che arrivassero le prime segnalazioni. È quanto emerge dalla storia di Sonia (nome di fantasia) che ci parla di una falsa offerta di lavoro di cui è stata vittima nell'autunno del 2021. «Tre anni fa ho trovato un annuncio online per lavorare come badante in Ticino», inizia a raccontarci la donna. «Ero interessata, perciò ho subito chiamato il numero di telefono indicato. Abbiamo parlato e mi hanno mandato dei fogli da compilare, che avrei dovuto rispedire». Fogli sui quali, come succede spesso in truffe di questo tipo, erano presenti errori ortografici e grammaticali. Ma anche i nomi di due persone di riferimento. Una presunta «responsabile di agenzia» e un presunto «responsabile del collocamento» da contattare in caso di domande «gentilmente sempre per WhatsApp», come si legge sui documenti che abbiamo avuto modo di visionare.

Due, quindi, i numeri da chiamare. E una decina di pagine di formulari, scritte sia in italiano che in tedesco, da compilare. Sempre con innumerevoli errori ortografici, in entrambe le lingue. Come se fossero stati scritti di fretta, senza essere riletti. Non solo. Sui documenti era presente anche il nome di un'azienda. Azienda che, ad oggi, risulta essere ancora attiva, ma intestata a una persona diversa rispetto al nome indicato sui formulari firmati dalla vittima. 

Ma torniamo alla storia di Sonia. Dopo aver spedito i documenti compilati, come da copione, alla donna è stato chiesto di versare 300 euro. Sì, anche in questo caso euro e non franchi, nonostante la (falsa) offerta fosse per un posto di lavoro in Ticino. «Mi sono fatta aiutare da un'amica a mandare il bonifico, perché in quel momento non vivevo in Italia. Ho aspettato che mi contattassero, ma non si sono più fatti vivi e allora li ho richiamati io. Mi è stato detto che avrei dovuto aver pazienza, che il lavoro sarebbe arrivato». Ma, neanche a dirlo, le cose sono andate diversamente. 

Quando Sonia ha capito di essere stata truffata, mesi dopo aver inviato il denaro richiesto, ha deciso di affrontare i malfattori. «Li ho richiamati quando mi ero ormai trasferita in Ticino e avevo trovato un altro impiego. Mi ha risposto un uomo. Gli ho detto che avrei cercato un avvocato e avrei sporto denuncia». Ma è in quel momento che la donna si è vista costretta a fare un passo indietro. Chi stava dall'altro capo del telefono, infatti, ha minacciato Sonia. «Mi ha detto: "Deve stare zitta, signora. È meglio che stia attenta a quello che fa". Sentendo questa risposta mi sono spaventata e ho deciso di lasciar perdere. Avevo paura che qualcuno potesse farmi seriamente del male». La donna, dunque, si è messa il cuore in pace. «È vero, ho perso 300 franchi. Non sono pochi, certo. Ma alla fine, sono "solo 300 franchi", e non ho voluto andare oltre, col rischio di mettermi in situazioni di potenziale pericolo».

Nel frattempo, sono trascorsi anni. E Sonia ci ha ripensato. «Ho letto sul vostro sito tante segnalazioni di truffe di lavoro e ho deciso di raccontarvi la mia storia», ci spiega. La sua speranza è quella di aiutare altre persone a non cadere in queste trappole. Ma non solo. «Mi auguro che condividere testimonianze come la mia possa contribuire a smascherare chi si nasconde dietro queste truffe. In questi anni mi sono chiesta più volte chi potesse esserci dietro. Sarebbe bello, un giorno, riuscire a scoprirlo».