Politica

Procuratori, in vista di lunedì la Commissione fa quadrato

Dopo le accese polemiche dei giorni scorsi i deputati della Giustizia e diritti tirano dritto: «Fermi sui rapporti e no a un dibattito in aula»
©Chiara Zocchetti
Martina Salvini
08.03.2024 22:30

Dopo le recenti polemiche scoppiate sull’elezione dei procuratori pubblici, quella in agenda da lunedì potrebbe essere una sessione parlamentare particolarmente infuocata. Al centro della scena sono finiti i due nomi - quelli di Alvaro Camponovo (in quota Lega) e di Luca Losa (in quota PS) - proposti dalla Commissione giustizia e diritti per andare a sostituire le partenti Pamela Pedretti e Marisa Alfier. Nomi che, come noto, non hanno mancato di sollevare malumori. Tanto in seno alla Commissione giustizia e diritti, quanto all’interno dei partiti. Oggi il tema è tornato nuovamente sui banchi della Commissione, riunita straordinariamente di venerdì (al posto del tradizionale lunedì) per incontrare Pietro Grasso, ex magistrato ed ex presidente del Senato italiano, con cui i deputati hanno approfondito il tema della lotta alle infiltrazioni mafiose (si veda in proposito l’intervista a Grasso a pagina 2 del giornale). Tornando alla questione dei pp, stando a nostre fonti, il dossier è stato trattato in maniera pacifica, con un confronto costruttivo e senza alcuna animosità. In attesa di lunedì, però, la Commissione ha anche riflettuto sull’ipotesi che possa arrivare una richiesta di discussione generale. «In questo caso, noi rimaniamo fermi sui rapporti firmati due settimane fa e siamo dell’idea che vada seguita la procedura standard», risponde da noi interpellata la presidente della Giustizia e diritti Daria Lepori (PS). La procedura per l’elezione, infatti, a differenza degli altri rapporti portati in aula non prevede alcuna discussione, ma unicamente il voto dei deputati. «Se comunque arrivasse una richiesta in tal senso, noi ribadiremo la nostra posizione, ossia che non riteniamo opportuno un dibattito», evidenzia Lepori, spiegando pure che i servizi giuridici del Gran Consiglio hanno chiarito che la discussione generale può essere avanzata solo in seguito alla risposta a un’interpellanza. «In questo senso, quindi, si tratterebbe semmai di un dibattito libero».

L’ipotesi di un rinvio

Ma non è tutto, perché dai banchi del Parlamento potrebbe giungere anche una richiesta di rimandare le nomine in Commissione. Questa, ad esempio, è la via sostenuta dal deputato UDC Tuto Rossi, che ha richiesto con una mozione d’ordine indirizzata alla presidente del Gran Consiglio Nadia Ghisolfi di «non procedere alla nomina dei procuratori pubblici e di rinviare l’intero dossier alla Commissione giustizia e diritti per una nuova valutazione». E ciò «allo scopo di proteggere i candidati proposti all’elezione che sono stati dileggiati, loro malgrado, da lotte politiche che hanno tolto la serenità necessaria al Gran Consiglio per una elezione giusta di membri di un organo fondamentale del sistema democratico». Una richiesta simile è stata avanzata anche dall’MPS, che - come ha riferito la Regione - ha chiesto «che il dossier torni in Commissione e che questa riapra i concorsi ponendo l’accento, nella scelta dei candidati da proporre, su competenze ed esperienza». Di fronte a questa ipotesi, però, la Commissione tira dritto: «Non intendiamo ritirare i rapporti firmati a suo tempo», ha chiarito Lepori.

La lettera degli ex magistrati

Nel dibattito attorno all’elezione dei magistrati, dopo le scintille del mondo politico si è inserita anche la voce di dieci ex procuratori, che hanno scritto all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio per esprimere la propria «viva preoccupazione» e per sottolineare la necessità di disporre di candidati con la necessaria esperienza per poter svolgere un mestiere complesso come quello del procuratore.