Città

Promesse e polemiche su quel bus per gli allievi

Critiche al Cantone dalle famiglie provenienti dai quartieri Est di Lugano con figli iscritti alle medie del Centro – «Avevano garantito che ci sarebbe stato un trasporto adeguato, invece...» – La replica: «È stato fatto il possibile»
© CdT/Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
24.02.2025 06:00

Le famiglie lo aspettano da due anni, ma quel bus non è mai arrivato. Eppure il Cantone lo aveva promesso. Siamo a Lugano, e ad essere deluso è un gruppo di mamme e papà di alunni provenienti dai quartieri di Gandria, Brè, Aldesago, Ruvigliana e Castagnola e iscritti alle Medie del Centro. Comincia tutto tre anni fa, quando arriva la decisione di spostare temporaneamente la sede scolastica nel palazzo Mizar a Molino Nuovo, in attesa di costruire quella nuova vicino al Palazzo degli studi.

Orologio alla mano...

«Quando alle famiglie era stata prospettata la sede provvisoria, era stato garantito loro che ci sarebbe stato un collegamento adeguato, soprattutto per chi abita nelle zone più disagiate» esordisce Rossella D’Elia, presidente del Comitato Genitori delle Medie di Lugano Centro. Effettivamente, è tutto nero su bianco: «Per le corse del mattino e del pomeriggio – scriveva il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport nel maggio del 2023 – vi sarà la possibilità, per chi dista venti minuti di percorso a piedi, di un trasporto organizzato dal DECS». Un trasporto di linea, utilizzabile con l’abbonamento Arcobaleno, ma pur sempre un trasporto.

«Sono ormai passati due anni – prosegue D’Elia – e ad oggi è stato messo a disposizione un trasporto solo per l’orario d’uscita del mercoledì per la decina di ragazzi del comprensorio di Gandria (c’è un pulmino da sette posti che viene usato a turni, ndr) mentre la restante sessantina del comprensorio di Brè impiega tra i quaranta e i cinquanta minuti per raggiungere la scuola, al mattino e al pomeriggio, escludendo la possibilità di rientrare sul pranzo quando gli allievi, fortunatamente, hanno la possibilità di mangiare in mensa, ma comunque con un costo aggiuntivo per le famiglie».

La pensilina non rassicura

Mamme e papà si sono rivolti più volte alla TPL e al DECS per riuscire a trovare un compromesso e ridurre i tempi di percorrenza, almeno per l’andata al mattino e il rientro la sera: niente da fare. I genitori «salvano» solo la direzione della scuola, «che cerca di venire incontro alle famiglie come meglio può, ma i suoi margini di manovra sono limitati dalle scarse disponibilità economiche e non solo».

Il costo del servizio ha sicuramente un peso, come il fatto che in questo momento storico tutti i dipartimenti del Cantone sono chiamati a limitare le spese, ma secondo D’Elia ci sono almeno due problemi di principio: «Quella che è sempre stata ritenuta una priorità, cioè rispettare il regolamento cantonale sulla durata di percorrenza della distanza fra casa a scuola, è diventata opinabile. Inoltre, questa situazione è discriminante, visto che un servizio del genere è stato attivato, anche ad hoc, in altre realtà del Luganese e non solo».

«Tutto – conclude la presidente dei genitori – è lasciato sulle spalle delle famiglie, costrette a riorganizzarsi venendo a mancare l’autonomia dei figli, se non a discapito del loro tempo di sonno e della loro sicurezza, considerando che l’attesa del bus in pensilina è dopo le 17».

Arcobaleno e taxi

Su una cosa, il Cantone è d’accordo con i genitori:«La direzione dell’istituto ha fatto quanto possibile, nel limite delle sue competenze, per agevolare le allieve e gli allievi che desiderano rientrare a casa sul mezzogiorno anziché fruire del servizio di mensa che rimane tuttora a loro disposizione – ci scrive la Sezione dell'insegnamento medio – e questo attuando degli accorgimenti sugli orari e prendendo contatto la TPL, anche se purtroppo ciò non ha consentito la creazione di una fermata supplementare». Ma c’è di più.

«A circa novanta allievi, il DECS ha finanziato l’acquisto di un abbonamento Arcobaleno – con contributo di 75 franchi a carico delle famiglie – che permette loro di percorrere il tratto fra Gandria, Brè, Aldesago, Castagnola, Ruvigliana e Lugano tramite i bus di linea. Inoltre, per coprire il rientro a domicilio il mercoledì a mezzogiorno degli allievi di Gandria, considerato che non vi sono mezzi di trasporto pubblici disponibili negli orari richiesti, il Cantone ha deciso copre i costi di un servizio taxi». Si tratta del già citato minibus da sette posti, che i genitori hanno apprezzato. Nonostante ciò, a mente delle famiglie coinvolte, l’autorità non ha raggiunto la sufficienza.

In questo articolo: