Pronzini-Pamini: fiori e frecciate
Siedono ai lati opposti del Gran Consiglio, ma quanto sono diversi (politicamente parlando) e quali i punti i comune? La serie dei duelli del Corriere del Ticino in vista delle elezioni cantonali si apre con l’UDC Paolo Pamini e l’esponente dell’MPS Matteo Pronzini. I due hanno la parlantina facile e una buona dose di stima reciproca. Nello scambio e-mail per fissare l’appuntamento Pamini si lascia trasportare dall’entusiasmo: «Mi onora e fa piacere poter duellare con uno dei pochi deputati intelligenti in aula». Pronzini replica lanciando un mazzo di fiori: «La stima è reciproca».
Estremismi a destra e sinistra
Neppure il tempo di affermare «benvenute estrema destra ed estrema sinistra», succede che Pronzini si inalbera: «Calma noi non siamo estremi su nulla, rappresentiamo l’opposizione di sinistra in Ticino». «Io direi che qui al tavolo – rilancia Pamini – ci sono la destra e la sinistra coerenti». E vai con il tribuno dell’MPS: «Vedete, dico che purtroppo Pamini è intelligente e sa spostare a destra il Parlamento. Rappresentiamo il mondo politico diversamente. Io mi occupo dei ceti popolari e Pamini ritiene che la ricchezza la creano i padroni, mentre per me sono gli operai a generarla e, purtroppo, va a pochi eletti». Pamini dissente: «Tutti contribuiscono a creare la ricchezza». Anche i frontalieri? «Indubbiamente, non lo abbiamo mai negato». Da sinistra si rilancia affermando che «in Ticino si crea molta ricchezza, non abbiamo aziende di disperati, il problema è come viene ripartita nel tessuto sociale». Abbiamo capito che per entrambi la ricchezza c’è, ma poi «i salari stagnano perché si possono pagare meno i lavoratori e perché abbiamo una forte pressione dal serbatoio della Lombardia». Allora Pronzini reputa negativo il frontalierato? «Attenzione non è così e faccio un esempio. L’acqua di una diga è utile nella misura in cui la diga stessa è in grado di reggere. Purtroppo mancano regole chiare, abbiamo un sottobosco selvaggio dove ognuno fa quello che vuole». Allora la diga Ticino è così malandata? «Sulla diagnosi molto spesso siamo allineati, poi è sulla cura che le opinioni divergono. Pronzini è uno dei pochi deputati che studiano i dossier. Poi è innegabile che il Ticino è un cuneo nella Lombardia, ma non vedo un problema di distribuzione della ricchezza, bensì un problema sul mercato del lavoro. Non si compete ad armi pari». «Collega – replica Pronzini – i milionari sono aumentati in Ticino». «Certo, ma non a discapito degli altri, si sono trasferiti e pagano imposte delle quali beneficiamo tutti» ribatte Pamini. «Poi c’è il solito tranello dell’UDC che fa finta di occuparsi del ceto medio» aggiunge Pronzini.
Casetta mia, quanto mi costi
Ora sul tavolo ci sono oltre 17.000 firme per neutralizzare l’effetto dell’aumento delle stime: «È la grande occasione – a mente del candidato UDC – per abbassare le aliquote sulla sostanza. Facendo un calcolo a spanne si può dire che stiamo parlando di 100 franchi al mese in più di imposte sulla sostanza». «Macché, non è questo il problema di chi ha una piccola casetta. Parlo sulla base della mia esperienza personale. Il problema in Ticino non è l’imposizione fiscale, sarei disponibile a pagare qualcosa in più per permettere a mio figlio di apprendere meglio in una classe con meno allievi. Alla fine sono i ricchi che possono e dovrebbero pagare di più».
Costruire o distruggere?
Cosa la fa arrabbiare della politica dell’UDC? «Quel volere fare i Robin Hood al contrario, togliendo ai poveri per dare ai ricchi. E lo fanno sostenendo che i ricchi dovrebbero pagare meno» afferma Pronzini. «Secondo me il problema dell’MPS è di metodo, esagera con le interpellanze e auspico che iniziaste a fare più iniziative. Anche noi facciamo opposizione, ma siamo costruttivi, avanziamo idee» attacca Pamini. «Ti correggo caro collega: facciamo molte interpellanze, ma altretante iniziative. Le interpellanze le presentiamo perché il sistema del Parlamento tende a tagliarci fuori» rilancia Pronzini. Ma alla fine chi fa vera opposizione, quella dell’UDC è una farsa? «Direi proprio di no, abbiamo dettato l’agenda politica anche vincendo sei volte in votazione popolare e abbiamo detto che non vogliamo più un Governo Mulino Bianco. Se questo è essere filogovernativi, significa che qualcosa mi sfugge. Siamo l’opposizione costruttiva e le vittorie le portiamo a casa con i cugini della Lega e collaborando con i partiti borghesi».
Il dilemma Zali-Marchesi
Chi sceglierebbe tra Claudio Zali e Piero Marchesi nel futuro Governo? «Nessuno dei due, rifiutiamo la teoria del meno peggio. Come si dice, senza offendere nessuno, è come paragonare la peste al colera».
Gli ultimi desideri
Cosa rimane da fare prima della chiusura della legislatura? «Direi il risanamento delle finanze, ma non faremmo a tempo – sostiene Pamini – e allora dico che dobbiamo concentrarci sul tedesco e il plurilinguismo». Sul fronte MPS la risposta è «intervenire sul dumping, anche alla luce dello scarto tra i salari in Svizzera e in Ticino. Chissà che anche l’UDC possa darci una mano a toglierla dal cassetto, dove rimane anche per volontà di PS e Verdi» è l’appello lanciato da Pronzini.
Quando emerge l’invidia
Ogni tanto in politica a prendere il sopravvento è il sentimento dell’invidia. Pronzini cosa invidia a Pamini? «Assolutamente nulla, lui fa il suo gioco. Vede, rispetto alla sinistra che va per la maggiore noi non abbiamo un complesso di inferiorità nei confronti di chi dirige il Paese». «Se devo usare questo termine – risponde Pamini – invidio la potenza di fuoco che ha l’MPS con soli tre deputati».
Clima: parole in libertà
«Se non cambiamo radicalmente, la vita sul nostro pianeta rischia di essere messa in discussione» attacca Pronzini. Ma come, fa anche l’ecologista? «Non si tratta di questo, ma di essere realisti. Va cambiato il tipo di società». Pamini, c’è un pianeta da cambiare? «No, c’è un capitalismo da preservare e a livello mondiale ci sono grandi problemi a livello di finanza. Per contro sulla terra, grazie all’aumento del CO2 c’è sempre più verde». Ma come? Che teoria è questa? «La desertificazione sta diminuendo. Ci sono cambiamenti climatici, ma questi ci sono sempre stati. L’uomo può sopravvivere se avrà più energia a disposizione, soprattutto per adattarsi ai cambiamenti climatici». Pronzini che ne dice? «Non concordo, sono preoccupato e non sono sicuro che l’emergenza climatica verrà superata».
Quel pozzo della Cassa pensioni
Terminiamo con la Cassa pensioni dei dipendenti pubblici. È un pozzo senza fondo? «È la peggiore che ci sia in Svizzera ed è la vittima di un clientelismo politico decennale». Pronzini: «No, è una cassa che nel 2012, per scelte politiche non ha ottenuto soldi a sufficienza per il risanamento. È un pozzo da gestire». Pamini: «Il pozzo è profondo 4,5 miliardi di franchi».