Prosciugato un lago unico con lucci e persici «imbucati»

Mentre è ormai quasi sparito (proprio oggi ha inizio l’ultima fase dello svuotamento), il lago di Vogorno rivela ogni giorno qualche nuova particolarità. E guardandolo con gli occhi dei pescatori scopriamo un altro dei suoi segreti: un ecosistema molto particolare, unico nel suo genere. A rivelarlo è Urs Lüchinger, presidente della Federazione ticinese acquicoltura e pesca (FTAP), con cui abbiamo scambiato quattro chiacchiere sul poderoso intervento di manutenzione della diga e sulle sue conseguenze.
Speciale perché a bassa quota
«Conseguenze – esordisce Lüchinger – che dal nostro punto di vista saranno (e, in parte, già sono) davvero molto pesanti. Ancora di più se si considera che abbiamo a che fare con un lago particolare, le cui caratteristiche sono diverse da quelle di tutti gli altri bacini idroelettrici ticinesi. Questo perché si trova a una quota più bassa». Il che, in concreto, ha portato nel tempo (la diga, lo ricordiamo, fu inaugurata nel 1965) alla formazione di un ecosistema unico, nel quale convivono specie ittiche «tradizionali» in specchi d’acqua del genere – trote e altri salmonidi in particolare – con pesci che invece non vi si trovano solitamente, come lucci, coregoni o persici. In che modo questi ultimi siano arrivati a Vogorno resta un mistero. «Non vi sono prove certe – prosegue il nostro interlocutore –, ma le ipotesi propendono per uno sviluppo naturale più che per un intervento dell’uomo». Uno degli scenari possibili è legato alla vicinanza del Verbano, «sul quale sono di casa parecchie specie di uccelli acquatici, come anatre o cormorani, che a volte effettuano ‘incursioni’ nel bacino verzaschese. Considerando che le uova dei pesci sono molto appiccicose, può essere capitato che qualche volatile abbia immerso le zampette nelle acque di Vogorno dopo averlo fatto nel Lago Maggiore – magari alle Bolle di Magadino – fungendo da trasportatore inconsapevole delle uova». Le popolazioni di lucci, coregoni e persici hanno poi proliferato, diventando «inquilini» – caso unico in Ticino – del bacino idroelettrico.
Tutti destinati a sparire
Anch’essi però, come le altre specie ittiche presenti nel lago, sono destinati a sparire del tutto a monte della diga, quando del lago non resterà praticamente più traccia. «Una buona quantità di esemplari – aggiunge Lüchinger – è stata catturata durante i mesi di pesca straordinaria permessi dal Cantone prima dell’inizio dello svuotamento. Ancora non abbiamo idea né della quantità né della qualità del pescato (un bilancio definitivo non sarà noto prima dell’estate, ndr.), ma l’impressione, sentendo i pescatori, è che il bottino sia stato più che soddisfacente». Nel frattempo le conseguenze dell’operazione si fanno sentire anche a valle dello sbarramento. «Pur avendo messo in atto tutti gli accorgimenti concordati all’interno del Gruppo di lavoro in materia di spurghi, di cui facciamo parte – spiega il presidente della FTAP – nel tratto del fiume Verzasca che va dalla diga al Verbano (e soprattutto nella zona della Bolla Rossa) si stanno verificando regolari intorbidimenti, probabilmente favoriti dal fatto che il materiale in sospensione è particolarmente fine e che nella zona, oltre ad esserci poca acqua, la corrente è molto ridotta. Tutto ciò provoca danni alla micro fauna, mentre i pesci si allontanano e sicuramente non torneranno fino a quando la situazione non sarà tornata alla normalità. Una condizione che si verificherà in tempi difficili da prevedere». Difficile prevedere anche quando il lago di Vogorno potrà tornare a essere riempito. Tutto dipenderà dalla durata della manutenzione dello scarico principale.
A decidere sarà il Cantone
«A tal proposito – aggiunge il nostro interlocutore – aspettiamo aggiornamenti dalla Verzasca SA. Nel frattempo ci siederemo a tavolino per discutere come mettere in pratica gli interventi di recupero della fauna ittica. Interlocutore privilegiato sarà la Società verzaschese di pesca, che avrà la possibilità di esprimere le proprie richieste. Poi, però, sarà il Cantone a prendere le decisioni finali». Nel «nuovo» lago saranno probabilmente immessi pesci di ogni misura, anche quelli cosiddetti di pronta cattura, in modo da non dover sospendere la pesca in attesa del ripristino della situazione precedente (ci vorranno fra i 4 e i 5 anni). Se l’immissione di salmonidi è già sicura e quella artificiale di lucci non è possibile, bisognerà decidere se tentare anche con i persici, recuperando le uova da Verbano o Ceresio.