Protezione civile: toni accesi sulla futura sede
Nuova sede della Protezione civile delle Tre Valli: il Municipio di Giornico è stufo di aspettare. E non le manda a dire. In una lettera trasmessa negli scorsi giorni alla Delegazione consortile e agli Esecutivi dei Comuni dei distretti Riviera, Leventina e Blenio che fanno parte del Consorzio, il consesso guidato dal sindaco Rosolino Bellotti chiede in sostanza di arrivare ad una decisione in tempi rapidi. Ricordando che una soluzione c’è, sul proprio territorio, ed è lo stabile dell’ex OEMB, la ditta specializzata nella produzione di pezzi meccanici e macchine piegatrici per le lamiere fallita nel 2016 dopo che la Pretura aveva interrotto la moratoria concordataria.
«Motivazioni poco credibili»
«Quando la Delegazione consortile aveva diramato il messaggio relativo alla richiesta del credito necessario all’acquisto e alla ristrutturazione» del complesso (ora di proprietà di una banca grigionese) «il Municipio di Biasca per primo, e gli altri seguaci dopo, si erano espressi negativamente sollevando delle motivazioni poco credibili», si legge nel primo paragrafo della missiva, di cui il CdT è entrato in possesso. Due, allora, i punti che erano finiti sotto la lente. Il primo riguardava gli aspetti pianificatori, ossia la modifica di Piano regolatore relativa al terreno su cui sorge il capannone già dell’azienda. Una questione, quest’ultima, che «sarà risolta a breve», assicura l’Esecutivo di Giornico: «In questa maniera, qualora la Delegazione decidesse di ripresentare il messaggio per l’acquisto e la ristrutturazione dello stabile ex OEMB di fronte al Consiglio consortile, ognuno potrà decidere assumendosi le proprie responsabilità».
La seconda osservazione evidenziata «senza dare argomentazioni sulle quali poter discutere» concerneva per contro la possibile riorganizzazione dei consorzi di Protezione civile, vale a dire l’eventuale fusione fra quello di Bellinzona e quello delle Tre valli: «Ribadiamo la grande perplessità nel constatare che, seppur la procedura non lo preveda, i Municipi consorziati si siano espressi spontaneamente contro la proposta della Delegazione».
«Non voteremo i conti»
In un incontro avvenuto tre settimane fa è stata caldeggiata un’alternativa all’edificio dell’ex OEMB, ossia lo stabile Vescovi a Biasca, che gode del sostegno di alcuni Comuni. L’Esecutivo giornichese, memore di quanto successo, si domanda dunque «come mai, in questo caso, non venga sollevato il problema pianificatorio e fa presente che la Delegazione consortile ha affermato chiaramente che gli spazi dello stabile Vescovi non sono sufficienti a soddisfare tutte le esigenze del Consorzio. Inoltre non si può fare a meno di far notare che la posizione non sia logisticamente e strategicamente adatta e che, oltretutto, il sedime in questione non dispone del numero minimo di posteggi necessari all’attività della Protezione civile. Altro aspetto negativo non trascurabile è che l’esorbitante costo dell’affitto andrebbe a gravare non poco il costo pro capite».
L’Esecutivo va addirittura oltre. E preannuncia che indicherà al proprio rappresentante in seno al Consiglio consortile di «votare contro l’approvazione del preventivo 2023 qualora l’intenzione sia quella di utilizzare i 144 mila franchi inseriti alla voce ‘Affitti straordinari’ per la locazione dello stabile Vescovi». Una soluzione, quest’ultima, ritenuta dal sindaco Rosolino Bellotti e dai suoi colleghi «contro l’interesse pubblico». Ribadendo infine che la scelta migliore, a suo dire, è quella all’ex OEMB. E questo andando peraltro contro gli interessi di Giornico stesso. Nel senso che a seguito dell’apertura del nuovo svincolo autostradale la zona industriale del Comune bassoleventinese diventerà «oggettivamente sempre più interessante, con la forte probabilità che vi si possano insediare delle attività che potrebbero creare un certo indotto».
La Protezione civile delle Tre valli, attualmente, ricordiamo, ha sede a Biasca. È oramai da vent’anni che si parla di trovare una location più moderna, ma per un motivo o per l’altro nessuna soluzione (come quella all’ex Arsenale militare, sempre nel Borgo) è finora andata in porto.