Pulire e amare il lago

I bambini lo paragonano a strani animali, spesso mitologici o inventati. Non per niente in tedesco si chiama Seekuh, che letteralmente significa mucca di lago. Alcuni lo temono, altri lo ammirano. Tutti però sognano di salirvi. Noi lo abbiamo fatto, e abbiamo anche provato a guidarlo (anche se forse non bisognerebbe dirlo, visto che ci vuole una patente speciale).
Richieste telefoniche
Stiamo parlando del battello spazzino: quello strano macchinario di ferro colorato utilizzato per pulire il lago. Sul Ceresio ce ne sono tre e appartengono al Consorzio pulizia delle rive e dello specchio d’acqua del lago Ceresio. Uno è ormeggiato a Lugano, uno ad Agnuzzo e uno a Riva San Vitale. Noi siamo saliti su quest’ultimo, che si occupa della pulizia del Ceresio dal ponte diga in giù, in territorio svizzero.
A guidarlo è Lorenzo Vassalli. Quando lo incontriamo per prima cosa ci fornisce qualche informazione tecnica, con che motore funziona il natante, come azionare i nastri che permettono di raccogliere i rifiuti che galleggiano sul lago, quante sono le pale che permettono al battello di muoversi, come organizza le sue giornate, eccetera. «La priorità è ripulire lidi e zone pubbliche, ma mi occupo di tutte le rive e spesso sono anche i privati a chiamare per interventi vicino alle loro case».
L’ora della breva
Capiamo quasi subito che a motivare il nostro interlocutore vi siano una grande passione per la sua professione e una profonda conoscenza di quella che possiamo chiamare la vita del lago. «Sto ancora raccogliendo la sporcizia che si è creata dopo il maltempo di inizio ottobre», spiega. Gli domandiamo allora se teme i temporali, perché significano tanto lavoro straordinario. Lui però ci risponde sorridendo: «Non aspetto altro, faccio quasi la danza della pioggia». Temporali o no, Lorenzo ha imparato a conoscere le abitudini del lago, le sue correnti, i suoi fondali e la dipendenza dal meteo: «So dove e a che ora è lo sporco. Alla mattina inizio quasi sempre dalla foce del Laveggio, lì si accumula legname e sporcizia varia. Un po’ prima di mezzogiorno però arriva la breva e sposta i detriti verso Lugano. Se non arriva è perché sta cambiando il tempo e presto farà brutto».
Il suo è tutt’altro che un lavoro passivo. Le giornate Lorenzo non le trascorre seduto ai comandi del battello spazzino: «C’è tanto lavoro da fare con pala e rastrello. E i tronchi li taglio io quando sono sul nastro». Quando la pancia del battello spazzino è zeppa di detriti - «faccio fino 20 carichi al giorno» -, il natante viene svuotato con l’aiuto di una ditta esterna, che si occupa poi dello smaltimento dei rifiuti. L’obiettivo è anche riutilizzare parte del legname, ad esempio trasformandolo in pellet.
La foresta amazzonica
Il battello spazzino raccoglie tutto ciò che galleggia: legname, erbacce, plastica, alghe. «Nella zona di Melide, sott’acqua c’è una specie di foresta amazzonica di alghe. Sono tantissime e sono pericolose perché si attaccano alle eliche delle barche». Per tagliarle ci vogliono un permesso speciale e apparecchiature apposite. Anche per la presenza delle alghe quella zona è ricca di pesci e tartarughe «abbandonate». L’attenzione è quindi d’obbligo.
Ritrovamenti anomali
L’accenno alle tartarughe ci permette di chiedere se capita di fare ritrovamenti particolarmente anomali. «Una volta ho trovato la carcassa di un grosso cane». Questo è però l’episodio più strano che Lorenzo ricorda. Purtroppo? No, in questo caso forse è opportuno dire per fortuna: «Qualche anno fa ho trascorso un’ora terribile. Era scomparso un bambino al lido di Lugano e io ero in quella zona a pulire il lago. Ricordo che azionavo il rullo con gli occhi chiusi perché avevo paura di recuperare io il corpo insieme al resto della sporcizia». Questa paura, ci fa capire, è legata a un episodio passato, vissuto dal suo predecessore, che un ritrovamento simile, nella zona di Morcote, l’aveva fatto.
Influencer del lago
Parlando del suo predecessore, il nostro interlocutore ci racconta un altro aneddoto, molto più allegro: «Diceva sempre che se avesse ricevuto un centesimo per ogni foto che gli hanno fatto mentre era alla guida del battello spazzino, oggi sarebbe milionario». Sì perché anche se un po’ solitario, questo lavoro è molto social: «Mi salutano tutti e mi fanno tantissime fotografie».