"Puntiamo sulla piazza ticinese"

L’AD di Intesa Private Banking Paolo Molesini: a Lugano assunzioni e forse acquisti
"La nostra è una valutazione precisa, riteniamo che il potenziale ci sia"
Lino Terlizzi
Lino Terlizzi
20.10.2015 05:05

LUGANO - Il gruppo bancario italiano Intesa Sanpaolo ha deciso di non lasciare la piazza ticinese ed anzi di puntare su un'espansione delle sue attività in Svizzera, a Lugano in particolare. Sulle strategie e sulle scelte del gruppo italiano nel settore del private banking, abbiamo posto alcune domande a Paolo Molesini, che è amministratore delegato (AD) di Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking.

Al contrario di altri gruppi esteri, voi mirate ora ad una conferma e ad un potenziamento della presenza in Ticino e in Svizzera. Sulla base di quali valutazioni vi siete mossi in questa direzione?

«Abbiamo deciso di sviluppare le nostre attività a Lugano sia perché in generale la Svizzera nel private banking continua ad avere un appeal per il cliente italiano ed europeo, sia perché più specificamente abbiamo tre target precisi, che pensiamo costituiscano una base solida per questo sviluppo. Il primo target è quello degli italiani con attività dichiarate all'estero; riteniamo che con la voluntary disclosure molti capitali in riemersione rimarranno all'estero. Il secondo riguarda il mondo delle banche estere del gruppo Intesa, insieme alle quali si potrà potenziare il nostro private banking. Il terzo target è rappresentato dalle filiali corporate del gruppo, che sono distribuite in 42 Paesi nel mondo; queste filiali hanno relazioni con aziende importanti, noi intendiamo rafforzare il lato private banking di queste relazioni».

Dunque andate per alcuni aspetti controcorrente. Ma quali obiettivi, più nel dettaglio, vi siete posti per quel che riguarda le attività della vostra filiale luganese?

«È vero che la nostra scelta di puntare sul rafforzamento della filiale di Lugano va in un certo senso controcorrente, considerando le scelte di altri gruppi bancari internazionali che hanno lasciato la piazza svizzera e in alcuni casi quella ticinese. La nostra è una valutazione precisa, riteniamo che il potenziale ci sia. La filiale luganese (vedi box a fianco, n.d.r.) gestisce patrimoni per circa 1 miliardo di euro, ma il nostro obiettivo è di arrivare nei prossimi anni a 10 miliardi. La struttura ha già una base di clientela, è profittevole, opera chiaramente su capitali dichiarati. Oggi abbiamo 25 addetti, ma intendiamo triplicare o quadriplicare questo numero. Vogliamo sviluppare le nostre attività per linee interne, ma allo stesso tempo pensiamo anche ad acquisizioni di boutique finanziarie, cioè di piccole banche o di fiduciarie».

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