La Veglia e la Messa

«Qualcuno deve amare oltre il dovuto»: anche il Ticino piange papa Francesco

Monsignor Alain de Raemy ha ricordato questa sera con i fedeli a Lugano le parole e i messaggi del Pontefice - Il video della cerimonia
©Cdt/Gabriele Putzu
Red. Online
24.04.2025 21:00

«La morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa. È un nuovo inizio (…), perché la vita eterna, che chi ama già sperimenta sulla terra dentro le occupazioni di ogni giorno, è iniziare qualcosa che non finirà. Ed è proprio per questo motivo che è un inizio “nuovo”, perché vivremo qualcosa che mai abbiamo vissuto pienamente: l’eternità». Monsignor Alain de Raemy, questa sera in occasione della Santa Messa in suffragio di papa Francesco, nella Cattedrale di Lugano, è partito proprio dalle parole del pontefice - espresse nella prefazione al libro del cardinale Angelo Scola, Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia - per ricordarlo con la folla di fedeli, accompagnato sin dalla Veglia di preghiera dai vescovi emeriti Pier Giacomo Grampa e Valerio Lazzeri. «Carissimi, la preoccupazione costante di papa Francesco è stata proprio questa: “Qualcuno deve amare oltre il dovuto”. In questo mondo, in questa Chiesa: “Qualcuno deve amare oltre il dovuto”. Non è scontato. Perché siamo umani, siamo quelli di Adamo ed Eva, di Eva e Adamo», ha poi proseguito nella sua omelia l’amministratore apostolico della Diocesi di Lugano.

©CdT/Gabriele Putzu
©CdT/Gabriele Putzu

Le vendette del male

Quel passaggio, quel «Qualcuno deve amare oltre il dovuto», è tratto dall’autobiografia di Francesco, Spera. La citazione completa, ricordata peraltro da Monsignor de Raemy, è la seguente: «Nella vita non tutto si risolve con la giustizia. Soprattutto laddove si deve mettere un argine al male, qualcuno deve amare oltre il dovuto, per ricominciare una storia di grazia. Sappiamo bene che il male conosce le sue vendette: se non lo si interrompe rischia di dilagare, soffocando il mondo intero». Il male conosce le sue vendette, già. Ce ne accorgiamo ogni giorno, di fronte alla drammatica attualità. «Diceva san Paolo a Timoteo: “Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento”». In questo senso, ha ricordato de Raemy, papa Francesco davvero «insisteva, al momento opportuno e non opportuno, e ci diceva, e ripeteva senza fine: “Qualcuno deve amare oltre il dovuto”. Tutto qui». Tutto qui. «Insisteva, insisteva, senza mai mollare, perché ci sia dunque sempre, in tutto e per tutti, il dialogo e il muto rispetto, l’ascolto dell’altro, la presa in considerazione della diversità, di chi non la pensa come noi. E questo ovunque, nella società e in Chiesa, in Chiesa e nella società: qualcuno deve amare oltre il dovuto».

©CdT/Gabriele Putzu
©CdT/Gabriele Putzu

«Ricordati di noi!»

L’amministratore apostolico ha fatto sue le parole di Francesco: «È proprio per più dialogo, per più rispetto, per più accoglienza dell’altro, che non serve meno fede, ma di più; non serve meno Vangelo, ma di più; non serve meno Gesù, ma di più». Insomma, più spazio a Gesù non significa meno spazio all’altro. «Vuoi verificare il tuo grado di cristianità? Allora, chiediti: chi stai giudicando, chi stai escludendo, chi stai dimenticando o ignorando?». La preghiera di de Raemy si è conclusa con una richiesta per Francesco. «Ricordati di noi, ricordati che non vai in pensione e neanche in vacanza! Tu che stai partecipando più intimamente all’opera di Dio, con Maria, Regina della Pace: prega per noi, tu lo sai, l’abbiamo fatto, come ce lo hai spesso chiesto, e lo faremo sempre per te».

©CdT/Gabriele Putzu
©CdT/Gabriele Putzu
In questo articolo: