Quando i ticinesi s’incazzano: «Il tema caldo? Sempre la cassa malati»
E anche quest’anno gli svizzeri hanno avuto le loro belle gatte da pelare. Tra rincari vari e rinunce obbligatorie, ad irritare maggiormente i consumatori sono state le cosiddette «clausole inflazione» introdotte dalle compagnie telefoniche. Di fatto, i principali operatori possono aumentare il prezzo degli abbonamenti di telefonia, TV e internet anche nel corso della durata minima contrattuale e senza che questo dia diritto ad una disdetta anticipata. L'Alleanza delle organizzazioni di difesa dei consumatori, senza mezzi termini, ha definito «abusive e illegali» le pratiche attuate da Swisscom, Sunrise e Salt.
Nel resoconto annuale di ACSI (Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana), Konsumentenschutz e FRC, basato su 17.675 reclami registrati da gennaio a novembre 2023, le «clausole inflazione» hanno dunque sbaragliato la concorrenza a livello nazionale. Al secondo rango si sono piazzate le controversie contrattuali, come i ritardi - o peggio - nelle consegne di prodotti acquistati online. Mentre al terzo rango, ex aequo, gli abbonamenti abusivi e il greenwashing. Ci sono però state tendenze diverse tra le varie regioni linguistiche e in Ticino, manco a dirlo, i protagonisti indiscussi sono stati i premi di cassa malati, quest’anno aumentati del 10,5%. Una stangata che ha causato parecchi malumori anche nel mondo della politica.
(N.B. In termini numerici, il maggior numero di segnalazioni a livello svizzero rientra nelle controversie contrattuali, un contenitore molto ampio. L'Alleanza delle organizzazioni di difesa dei consumatori ha dunque deciso di elevare al primo rango le «clausole inflazione», non solo per la quantità di lamentele più specifiche, ma anche perché fortemente contestate dalle stesse associazioni).
Lamentele per la cassa malati
Ivan Campari, redattore responsabile de La borsa della spesa, la rivista dell'ACSI, spiega: «Per quanto riguarda la Svizzera italiana, le problematiche legate alle casse malati sono nettamente superiori rispetto alle altre regioni. Da noi i premi tendono ad aumentare maggiormente e quindi sempre più persone contattano l’ACSI per capire come cambiare cassa malati, quali fattori valutare e che differenze ci sono tra i vari modelli. In Ticino l’assicurazione malattia è il tema più caldo da diversi anni: è la principale causa di lamentele».
Più arrabbiature in Svizzera tedesca
Le «clausole inflazione» delle compagnie telefoniche hanno dominato soprattutto oltre San Gottardo, ma anche in Ticino non sono mancate le lamentele. Ancora Campari: «Hanno provocato più arrabbiature nella Svizzera tedesca: i reclami sono stati oltre 3 mila. Secondo me, più per una questione di principio che dal punto di vista economico. Quando gli operatori hanno mandato le nuove condizioni generali ai propri abbonati, molti di loro hanno iniziato a rivolgersi alle associazioni dicendo che non volevano accettare le modifiche. Poi, naturalmente, sono arrivate lamentele anche per gli aumenti di prezzo».
Prodotti ecosostenibili?
Il greenwashing invece ha generato più proteste nella Svizzera romanda. Secondo il redattore responsabile, le proteste legate a questa pratica ingannevole stanno prendendo sempre più piede perché «è aumentata la sensibilità dei consumatori». E aggiunge: «Solitamente ci scrivono quando acquistano un prodotto pensando di aver fatto una scelta ecosostenibile, magari pagando di più, per poi rendersi conto di esser stati presi in giro. Per molte aziende l’aspetto green rappresenta una strategia di marketing molto importante, ma spesso si tratta di esagerazioni. Pensiamo ad affermazioni come “climaticamente neutro”: è uno slogan pubblicitario che non ha nessun valore giuridico. Lo stesso vale, ad esempio, per il termine “naturale”: non c’è nessuna base legale che lo definisca. Voglio affermare che i miei prodotti sono naturali? Lo faccio e basta, fine della storia».
Sito «svizzero», merce dalla Cina
Infine, per quanto riguarda i ritardi nella consegna della merce comprata online, che a volte a casa non arriva del tutto, Campari sottolinea come in Ticino si ricorra all’e-commerce per acquistare da diversi Paesi, non solo dall’Italia, perché online la vicinanza geografica non è così importante: «Riceviamo segnalazioni di persone che ordinano da altri Paesi europei, ma anche dalla Cina e dagli Stati Uniti». A volte, il consumatore viene ingannato da quel «.ch» sui siti che permettono lo shopping: «Capita continuamente che le persone, convinte di ordinare da un sito svizzero, facciano invece arrivare i prodotti dall’estero. Il “.ch” è soltanto un dominio, non significa che l’azienda è svizzera. I magazzini da cui vengono spedite le merci possono tranquillamente trovarsi in Cina o altrove. Il web è pieno di siti del genere e capita che i consumatori si trovino a dover affrontare le spese per lo sdoganamento senza capire il perché. O peggio, spesso il prodotto arriva difettoso o non arriva affatto, e in questi casi diventa davvero difficile far valere i propri diritti».