Quando i truffatori «pescano» in Ticino

Il modus operandi è praticamente sempre lo stesso. Dopo un normale approccio via WhatsApp o SMS i messaggi diventano più insistenti nel tentativo di concludere l’acquisto del prodotto nel minor tempo possibile. «Non ti preoccupare, ho già fatto il versamento, ti mando il link così puoi verificare e riscuotere l’importo». L’esca è stata lanciata. Entrano così in gioco discutibili modalità di pagamento e presunti servizi di consegna contrassegnati con il marchio della Posta Svizzera. La dinamica è semplice: l’acquirente paga la spedizione e la merce, il venditore inserisce le coordinate bancarie su una pagina web che, se analizzata con occhio attento, presenta diversi errori grammaticali e di sintassi, e infine riscuote i soldi.
Bene, tutti.ch non offre né servizi di pagamento né di spedizione tramite corriere. E voi siete appena incappati in un tentativo di truffa. Sono diverse le segnalazioni di ticinesi che in questi giorni hanno dovuto fare i conti con queste richieste fraudolente. Due i comuni denominatori: avete pubblicato un annuncio per la vendita di un prodotto su tutti.ch e non avete oscurato il numero di telefono (o vi siete dimenticati). Non siamo a conoscenza di quante persone siano state raggirate, l’unica cosa certa è che durante i vari tentativi di estorcere denaro i truffatori si sono imbattuti in un ingegnere informatico che ha ribaltato completamente le regole del gioco (ci torneremo tra poco).
I primi dubbi
Tutte le testimonianze che abbiamo raccolto ci hanno raccontato che i sospetti sono iniziati quando, per riscuotere il denaro, veniva chiesto loro di accedere a una pagina web tramite un link e inserire più informazioni bancarie del previsto, come il limite del conto della carta di credito. Dubbio lecito, verrebbe da dire, dal momento che per una normale transizione di denaro è necessario inserire unicamente l’IBAN. In altre parole, l’importo massimo della carta di credito che viene inserito sarà lo stesso che viene detratto.
Il secondo campanello d’allarme è il numero di telefono e l’insistenza di chi sta cercando di estorcere denaro. Di primo acchito tutti i numeri di cellulare sembrano svizzeri, ma il prefisso telefonico che ricorre, ovvero +40, risulta essere quello della Romania. L’insistenza, dicevamo. Così pressante che viene anche chiesto di fare riferimento al servizio chat disponibile su un presunto sito della Posta.

Quando chi truffa ti implora di smetterla
È la teoria della probabilità, prima o poi qualcosa va storto. Perché negli scorsi giorni nella rete di persone adescate il truffatore ha «pescato» un ingegnere informatico del Sopraceneri che si è divertito a fargliela pagare. Dopo aver capito la malaparata, ha deciso prima di segnalare la truffa al Centro nazionale per la cibesicurezza, poi di bombardare di messaggi spam sia il cellulare del truffatore che il sito fake della Posta tramite un software. Il risultato? L’autore della truffa (poco riuscita) lo ha implorato, con la stessa insistenza utilizzata in precedenza con le vittime del raggiro, di smetterla. Chi la fa l’aspetti, verrebbe da dire.
Meglio oscurare il numero
La portavoce di tutti.ch Patrizia Negri ci conferma che il modus operandi è quasi sempre lo stesso e il sito è a conoscenza di questa tipologia di truffe. Tuttavia, i tentativi di evitarle sfuggono dalle mani di tutti.ch perché i venditori vengono contattati tramite WhatsApp, quindi al di fuori della piattaforma. Negri ci informa che da alcune settimane, sia sul sito che sull’app, è stato pubblicato un avviso indirizzato a tutti gli utenti che effettuano il login (potete consultarlo a questo indirizzo). «Per proteggere il più possibile la privacy dei nostri utenti – ci spiega – nel momento in cui si inserisce un annuncio l'impostazione di base prevede che il numero telefonico non venga pubblicato. Ogni utente è però libero di decidere di mostrare il proprio numero. Per molti, il contatto telefonico resta l'opzione più facile e praticabile».
Tutti.ch consiglia sempre agli utenti di «comunicare tra di loro direttamente tramite il nostro sistema di messaggistica e di contattare il nostro servizio clienti in caso di dubbi. Se, nonostante tutto, un utente ci contatta comunicandoci che ha fornito i dati della sua carta di credito, gli consigliamo di contattare immediatamente l'istituto emittente della carta di credito per bloccarla e di sporgere denuncia in polizia».