Quando il carnevale non è più solo festa

BELLINZONA - Si fa presto a dire carnevale. Soprattutto quando si parla di Rabadan, i bagordi di Bellinzona, si ha a che fare con una vera e propria azienda a tutti gli effetti che impegna il comitato presieduto da Flavio Petraglio tutto l’anno. In vista dell’edizione 2019 (i festeggiamenti si terranno dal 28 febbraio al 5 marzo) il Corriere del Ticino ha spulciato i consuntivi degli ultimi 15 anni per farsi un’idea di come sia evoluta la manifestazione più importante della Città (e dell’intero Cantone) in grado di abbattere persino la barriera naturale contraddistinta dal Monte Ceneri che (spesso) divide non soltanto fisicamente il Sopra- dal Sottoceneri. Siamo partiti dai bilanci pubblicati dalla società sul proprio sito Internet. La nostra attenzione si è focalizzata su sette voci: la cifra d’affari e l’incasso relativo alle tessere d’entrata e del capannone principale in piazza del Sole nonché i costi legati alla sicurezza, per il servizio di trasporto pubblico, per la pulizia delle strade e per la comunicazione. Vi anticipiamo già che nello spazio di tre lustri i ricavi e le spese per alcuni di questi specifici capitoli sono letteralmente esplosi. Segno di un cambiamento dei tempi (il che, come vedremo, non è sempre positivo), certo, ma anche della capacità di adeguamento degli organizzatori con l’obiettivo di offrire qualcosa in più agli amanti dei frizzi e lazzi della capitale.
Iniziamo la nostra analisi basata essenzialmente sulle cifre da quelle concernenti il trasporto pubblico. Ebbene, nel 2003 la società Rabadan ha speso 1.150 franchi. Un importo che, quest’anno, è salito a 308.272,90 franchi. Questo la dice lunga sugli sforzi profusi dal comitato per favorire l’afflusso di festaioli in tutta sicurezza grazie all’utilizzo di AutoPostale, dei treni e di Nez Rouge. Dal 2003 al 2005 l’importo speso è stato in media di 1.172 franchi dato che gli organizzatori mettevano a disposizione dei partecipanti ai bagordi solamente il cosiddetto “Rababus”; una prima crescita la si è avuta nel 2006 quando si è giunti a 3.900 franchi e poi, in modo netto, nel 2007 (37.775,65). Ma i costi sono decollati dal 2008 (162.630,65 franchi) in avanti quando il Rabadan ha iniziato a collaborare intensamente con le ex regie federali (la Posta e le FFS). Dal 2009 al 2012 la cifra era compresa tra i 209 mila e i 295 mila franchi; dal 2013 ha cominciato a stabilizzarsi su una media di 320.000 franchi annui circa.
Anche i ricavi derivanti dalla vendita delle tessere hanno subito una decisiva impennata a partire dal 2008 quando le entrate hanno superato per la prima volta il milione di franchi (1,03 per la precisione). Prima erano comprese fra i 647.660 franchi del 2003 (quando divertirsi costava solamente 15 franchi...) e gli 847.685 del 2007. Dal 2009 vi è stato un aumento, leggero, costante (ad eccezione del 2015: 980.031,20 franchi, a causa del maltempo che imperversò sulla Turrita con tanto di nefasta nevicata per il corteo mascherato domenicale) fino a raggiungere gli 1,32 milioni dell’anno scorso (+4% rispetto al 2017). Da notare che dall’edizione 2016 il costo della tessera settimanale è passato da 40 a 60 franchi ed è stata introdotta la giornaliera da 25 o 30 franchi. Un cammino parallelo l’ha effettuato l’andamento della cifra d’affari del carnevale bellinzonese. Nel 2003 era stata pari a 963.746,28 franchi; nel 2006 si superò per la prima volta il milione, mentre nel 2018 si è toccata la cifra di 1,93 milioni (+3% rispetto all’anno precedente). Non si tratta però del record: quello appartiene all’edizione del 2013 (quella del 150.) con 2 milioni tondi tondi. All’interno della “Città del carnevale” una manna dal cielo, per la società Rabadan, è il capannone principale allestito in piazza del Sole. Fu introdotto nel 2007 (209.000 franchi di ricavi); nelle ultime due edizioni le entrate sono tuttavia bruscamente diminuite attestandosi l’anno scorso a 152.925,45 franchi. Non è dunque un caso che per i bagordi del 2019 verrà sostituito da una nuova struttura più grande e moderna e con un concetto e una veste all’avanguardia.
La quinta voce che abbiamo passato in rassegna è stata quella concernente i costi per la sicurezza. Sotto il cui cappello non rientra esclusivamente il servizio garantito dalle ditte di sorveglianza private, ma anche i costi per la tendina sanitaria e per l’allestimento del posto comando. Le spese sono quasi raddoppiate in 15 anni, passando dai 175.870,40 del 2003 ai 332.249,25 del 2018. Ciò significa che il dispositivo messo in atto è di quelli importanti per garantire una festa senza episodi di violenza od altri eccessi. Quanto fatto a Bellinzona vale, ovviamente in proporzioni inferiori, pure per gli altri principali carnevali del Cantone. La sicurezza rappresenta viepiù una voce che “pesa” sul bilancio degli organizzatori dei bagordi (pari al 20% circa nella Turrita). Contemporaneamente nella capitale è stato introdotto il sistema delle diffide per “punire” chi si lascia andare a nefandezze di ogni genere. Un provvedimento efficace che ha permesso negli ultimi anni di ridurre nettamente i comportamenti sopra le righe dei soliti idioti, anche se va detto che le risse purtroppo non sono mancate con tanto di processi celebrati di fronte alla Pretura penale.
Concludiamo ora il nostro giro d’orizzonte, dapprima con i costi riguardanti la pulizia della Città e dei servizi igienici, un tema che annualmente solleva polemiche e spesso pure interpellanze all’indirizzo del Municipio. Col senno di poi, a leggere le cifre non a tutti i torti. Si sono difatti sestuplicati, passando dai 10.550 franchi del 2003 ai 61.364 del 2018. Va in ogni modo detto, per inquadrare l’importante crescita, che nell’ultimo lustro sono stati aumentati i toi-toi dislocati un po’ ovunque per evitare le minzioni selvagge. In passato c’è chi l’ha fatta sul cancello di Palazzo delle Orsoline o sulle vetrate dei bar oppure davanti ai portoni delle case o alle entrate dei negozi. Qualcuno, alcuni anni fa, era persino riuscito a fare pipì sulla scalinata della chiesa Collegiata. Anche questa voce conferma come il carnevale della Turrita si sia ingrandito; più festaioli più sporcizia. Due parole le spendiamo infine sulle spese di comunicazione. È il capitolo che più di tutti ha avuto un andamento altalenante. Quindici anni or sono erano state pari a 35.552,10 per schizzare a poco più di 62 mila l’anno scorso. Il record venne raggiunto nel 2013, quando si consumò l’edizione numero 150: 89.323,95 franchi.