Quando il confine unisce a cavallo di una bicicletta

Pedalare tra la Lombardia e il Ticino. Da Milano alla Svizzera in bicicletta, attraverso il Gaggiolo. Ma anche percorsi più brevi lungo il lago di Lugano, da una parte e dall’altra del confine. I fondi del programma Interreg, sommati ad altri finanziamenti sbloccati sul versante italiano fanno decollare i progetti di mobilità leggera e sostenibile e permettono di portare a termine importanti collegamenti ciclabili attesi nella zona di frontiera.
Gli interventi spaziano su più fronti. In Valle Olona, procedono i lavori di realizzazione della pista ciclopedonale studiata dalla Provincia di Varese nell’ambito del progetto «Move on mobilità leggera». Un intervento finanziato nel 2021 da Fondazione Cariplo e da Regione Lombardia. Secondo il cronoprogramma più recente, entro la fine di ottobre saranno realizzati i tratti che collegano Malnate con Castiglione Olona e Castellanza con Legnano, per un totale di 17 chilometri. Sarà così completato il Percorso ciclistico di interesse regionale della Valle Olona, che permetterà di viaggiare in bicicletta nel territorio della provincia di Varese e oltreconfine, da Gaggiolo verso la Svizzera attraverso anche la tratta di Eurovelo 5, da Legnano a Milano. Pedalando sarà quindi possibile spostarsi dal capoluogo lombardo fino al Ticino.
Un risultato che il presidente della Provincia di Varese Marco Magrini definisce «importante», ricordando che è stato raggiunto grazie «alla sinergia dei due progetti Move on e Ti Ciclo Via, finanziati da Regione Lombardia e dal Programma Interreg 2014-2020 e con un cofinanziamento della Provincia di Varese e dei Comuni attraversati dalla ciclopedonale, nonché alla proficua collaborazione con il Canton Ticino e la Città Metropolitana di Milano. A breve – aggiunge Magrini –, saremo in grado di garantire una connessione ciclopedonale unica e lineare che da Milano permetterà di raggiungere il nostro territorio, di rigenerarlo e valorizzarlo e di andare oltre, verso la Svizzera e l’Europa».
La frana e lo stop
Spostandosi sul Ceresio, vede finalmente la luce il progetto della pista ciclopedonale che collegherà Osteno e Santa Margherita di Valsolda. Un percorso di circa cinque chilometri lungo il lago di Lugano, bloccato dal mese di luglio del 2023 per una frana che ha coinvolto il tracciato.
La Regione Lombardia ha approvato lo stanziamento di 450 mila euro all’Autorità di Bacino Lacuale Ceresio, Piano e Ghirla per la messa in sicurezza del versante franato a Valsolda, in provincia di Como e dell’area di proprietà regionale interessata dalla frana. «Sono lavori molto attesi dalla comunità – ha spiegato l’assessore all’Ambiente della Lombardia Giorgio Maione –. Permetteranno non solo la messa in sicurezza della zona, ma anche il miglioramento e la tutela della qualità delle acque e l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse idriche».
L’Autorità di Bacino si è occupata del progetto di fattibilità e si è fatta carico della realizzazione delle opere di messa in sicurezza sia del versante franato sia dell’area di proprietà regionale. «La frana del luglio 2023 ha invaso la darsena collegata alla stazione della funicolare tra Lanzo d’Intelvi e Valsolda e un tratto del sentiero che dovrebbe diventare il percorso ciclopedonale finanziato nel 2021 con più di 2 milioni di euro – ha spiegato l’assessore all’Innovazione della Lombardia Alessandro Fermi –. Ora riprenderanno e saranno completati i lavori».
L’intervento prevede due lotti e il primo riguarda proprio la realizzazione del percorso di collegamento del Lago di Lugano da Claino con Osteno a Santa Margherita Valsolda. Il secondo riguarderà invece la messa in sicurezza della stazione della funicolare. «Per quanto riguarda questa seconda parte di lavori – ha ricordato Fermi –, erano state segnalate situazioni di elevato rischio per la sicurezza, soprattutto in corrispondenza della darsena distrutta, dove non esiste più il parapetto che si affaccia sul lago. Il finanziamento di 450 mila euro permetterà di portare a compimento i lavori già finanziati e di sistemare i danni causati dalla frana».
Il progetto della ciclopedonale prevede la realizzazione del nuovo sentiero ma anche lavori al pontile per potenziare il collegamento con il versante di Lugano.
La mobilità lenta è una priorità anche nel Mendrisiotto
Non soltanto oltre confine, sulla mobilità lenta sta accelerando, per così dire, anche il Mendrisiotto. Ne è la prova lampante il PAM5, il Programma d’agglomerato del Mendrisiotto di quinta generazione. Un documento che ha un ruolo centrale nella pianificazione del territorio e nella gestione della mobilità. Ebbene, al centro del PAM5, presentato qualche mese fa, ci sono proprio i concetti di mobilità dolce e collegamenti ciclopedonali. Con le misure che si vogliono implementare un domani non sarà utopia pensare che si possa andare da Stabio a Chiasso, passando per Mendrisio, senza entrare a diretto contatto con il traffico. E perché no, contando pure di farlo per larghi tratti nella natura.
Scorrendo l’articolato documento troviamo una pista ciclabile da Balerna verso Chiasso e oltre: l’idea è quella di creare un percorso «lungo la Breggia, costituendo una nuova direttrice continua tra Balerna, Morbio Inferiore, Vacallo e Chiasso» – ci aveva spiegato il presidente uscente della CRTM Andrea Rigamonti – con sguardo oltre confine. Perché una volta giunti al valico di Pizzamiglio, nelle intenzioni si vuole «proseguire fino a collegarsi alla pista ciclabile che costeggia il lago di Como. Ma troviamo anche «un vero e proprio collegamento tra i parchi. Le implementazioni ciclopedonali permetteranno di ‘unire’ il Penz con il Parco delle Gole della Breggia. Facilmente si potrà raggiungere anche il Parco della Valle della Motta, sino ad arrivare a quello del Laveggio».