Tre valli

Quasi 10.000 firme per dire «ci siamo anche noi»

Verranno consegnate dopo l’estate le sottoscrizioni, raccolte in primis dai Comuni bassoleventinesi, per garantire un futuro alle aree industriali dismesse e per la salvaguardia dei terreni agricoli
Il logo della petizione.
Alan Del Don
23.08.2019 11:41

TRE VALLI - Verranno consegnate dopo l’estate le quasi 10.000 firme raccolte dai Comuni della bassa Leventina, da Biasca, da Riviera nonché dall’Unione contadini ticinesi (UCT) per il rilancio delle zone industriali dismesse, l’ex Monteforno di Bodio-Giornico in primis. La petizione, come noto, era stata promossa dopo la rinuncia a lanciare il referendum contro il credito di 100 milioni di franchi approvato dal Gran Consiglio per il progetto delle nuove Officine FFS a Castione. I promotori sono soddisfatti del numero di sottoscrizioni raggranellate.

Sono tre le autorità alle quali si chiede un serio impegno per preservare i terreni agricoli e per dare un nuovo e prosperoso futuro alle aree industriali abbandonate. Al Consiglio federale si domanda di presentare alle Camere il messaggio per stanziare il credito per completare il tracciato ferroviario dall’uscita sud della galleria di base del San Gottardo fino a Bellinzona. In particolare si auspica la realizzazione del binario di sorpasso in direzione sud all’uscita del tunnel e lo scambio non a livello in zona «Giustizia» a Biasca. Alle FFS si domanda di non far transitare i treni merci in uscita dalla galleria di base sulla vecchia linea che transita nel centro abitato di Biasca e di garantire un traffico passeggeri ferroviario «che risponda alle attese dei cittadini delle Tre valli» attraverso delle fermate degli Intercity e dei regionali. Secondariamente dall’ex regia federale si pretende che per i progetti futuri a livello cantonale si sfruttino le zone industriali già esistenti evitando lo spreco di preziosi terreni agricoli come a Castione (circa 80.000 metri quadrati).

Infine dal Governo Comuni e Uct si attendono «un piano industriale sostenibile e concreto» d’intesa con tutti gli attori coinvolti per il rilancio dell’area dell’ex Monteforno presentando al più presto al Gran Consiglio il relativo credito quadro. In secondo luogo si auspica che la stazione di Biasca possa diventare il terminale del traffico regionale TiLo e che si riattivi l’infrastruttura di Osogna-Cresciano. Infine si domanda al Consiglio di Stato di applicare la Legge cantonale sulla conservazione del territorio agricolo su tutta la tratta AlpTransit (ciò che «libererebbe» almeno 18 milioni di franchi a favore dell’agricoltura). Dopo il mancato insediamento del moderno stabilimento industriale alle Tre valli serve una spinta verso prospettive più rosee.