Quattro idee per il Brentino, che è di nuovo senza lavoro

«Per ora sono pure speculazioni» chiarisce subito il municipale Filippo Lombardi. Fantamobilità, se così possiamo dire. Le idee però sono suggestive e in ogni caso vi è una questione concreta rimasta irrisolta: cosa fare del viadotto del Brentino, la strada incompiuta allo svincolo di Lugano Sud? Lombardi, che ha un occhio sul tema anche come presidente della Commissione regionale dei trasporti, vede essenzialmente quattro scenari.
Via tutto
Il primo è la demolizione di un manufatto che, mezzo secolo fa, era stato costruito come prima parte di una mai realizzata circonvallazione della città. Se non servisse ad altri scopi, il Cantone sarebbe anche pronto a raderlo al suolo, quel tratto di strada di sua competenza. «Sarebbe un peccato farlo – obietta il capodicastero luganese – anche perché qualche mese fa il Brentino è stato utile». Da giugno ad agosto dello scorso anno, per la precisione, durante i lavori di rifacimento della pavimentazione fra l’uscita della A2 e il cimitero di Paradiso, il viadotto aveva accolto il traffico privato e i bus di linea provenienti dalla strada Paradiso-Carona e diretti a Pambio-Noranco, così come i veicoli provenienti da Melide via A2 e diretti verso il pian Scairolo. Una prima storica per il protagonista del nostro articolo. La seconda opzione, secondo Lombardi, è proprio questa.
Un jolly
«In attesa di trovargli una destinazione finale, potremmo tenerlo così e utilizzarlo per eventuali altri scopi temporanei, magari anche come posteggio per i bus in caso di grandi eventi, o altro». Il ruolo di parcheggio, fra l’altro, il Brentino in passato lo aveva già avuto. Più costruttive, anche se la fattibilità tecnica ed economica è ancora tutta da verificare, le altre due possibilità per il futuro della bretella.
Destinazione Tassino
«Potrebbe essere l’imbocco di una pista ciclopedonale che, percorrendo un tratto in galleria, raggiungerebbe il parco del Tassino». A grandissime linee, il percorso ricalcherebbe quello della circonvallazione mancata prevista dal Piano regolatore di Lugano del 1964: un aggiramento del centro città che, dal Brentino, avrebbe dovuto proseguire parallelamente alla ferrovia e attraversare appunto la valle del Tassino. La strada di cabotaggio, come ricordava un anno fa su queste colonne l’ex sindaco Giorgio Giudici, che si oppose al progetto, sarebbe poi sbucata in zona Sant’Anna a Sorengo e, verso Nordest, alla stazione FFS, da cui avrebbe raggiunto via Tesserete e via Torricelli, arrivando infine a Trevano.
Un anello mai visto
Lo stesso principio, seppur con geometrie diverse rispetto a quelle descritte, è alla base del quarto scenario immaginato per il Brentino: «Potrebbe diventare l’inizio di una strada di aggiramento della sovraccarica via Maraini, con un tunnel che andrebbe fino a via Basilea permettendo di creare un anello attorno alla stazione e di eliminare buona parte del traffico sul lungolago».
Ha perso il treno
Si tratta soltanto d’idee per ora, come detto. E Lombardi lo ribadisce. «Alla luce delle incertezze sul futuro del progetto di potenziamento della A2, dell’eventuale ampliamento della rotonda di Pambio e della realizzazione di una strada di gronda dal McDonald’s al sottopasso di via Senago, e soprattutto viste le note ristrettezze finanziarie cantonali e comunali, lo scenario più probabile è che... il mio successore se ne debba occupare fra dieci anni» conclude sconsolato il municipale. Lugano avrebbe voluto inserire un progetto per il futuro del Brentino nel PAL 5, il prossimo documento con cui il Ticino chiederà finanziamenti a Berna per varie opere di mobilità, ma il suo treno è già troppo affollato di progetti.