Quei “Louis Vuitton” di ottima fattura, tutti falsi

COMO - "Louis Vuitton", "Chanel", "Burberry", "Gucci", "Liu Jo", "Fendi", "Bulgari": capi di abbigliamento all'ultimo grido, griffati, di ottima fattura e molto ambiti. Tutti contraffatti, prodotti illegalmente per essere immessi sul mercato. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Como hanno concluso quest'oggi un'operazione in materia di marchi contraffatti che ha consentito di porre termine all'illecita produzione di merce recante i loghi dei maggiori brand di abbigliamento a livello mondiale. L'attività ha avuto inizio a Como, dove i militari hanno assistito allo scambio di un involucro sospetto tra due soggetti, di cui uno giunto sul posto a bordo di una Porsche "Cayenne" con targa svizzera. Inizialmente sembrava un "classico" scambio di oro o valuta tra lo spallone elvetico e l'imprenditore locale, ma con sorpresa degli agenti, l'oggetto dello scambio erano invece tre foulard non ancora rifiniti, privi di etichetta ma raffiguranti le effigi del marchio "Louis Vuitton". Un controllo più approfondito ha poi permesso di rinvenire all'interno dell'auto elvetica diverse bustine di plastica trasparenti contenenti 209 etichette "Louis Vuitton", altri due foulard dello stesso marchio e appunti riferiti al traffico di capi ed accessori di moda.
Grazie a questa scoperta, è stato ricostruito il canale di approvvigionamento dei capi contraffatti e altre due persone sono risultate coinvolte nell'illecito: una dedita alla materiale fornitura dei capi di vestiario e l'altra titolare di una società di Meda (Monza-Brianza), quest'ultima specializzata nella fedele riproduzione dei capi e delle etichette di marchi di abbigliamento famosi. Le successive perquisizioni presso le abitazioni dei coinvolti, con particolare attenzione ai luoghi riconducibili alla società brianzola, hanno permesso di scoprire un ingente quantitativo di merce contraffatta, oltre ad un impianto produttivo efficiente, costituito da numerosi macchinari per la lavorazione e stampa dei tessuti, nonché per la rifinitura e l'etichettatura dei prodotti.
Una vera e propria unità produttiva, "parallela" a quella ufficiale operante nell'alta moda mondiale, in possesso di tutti i materiali necessari alle diverse fasi della produzione: in un magazzino erano infatti stoccati prodotti semilavorati con loghi commerciali di diversi marchi di lusso, pronti per la successiva trasformazione ed accatastati a fianco delle macchine per la lavorazione a stampa computerizzata; in un altro locale ad uso ufficio, sono state rinvenute numerose scatole contenenti le etichette di importanti marchi commerciali e capi di abbigliamento finiti (recanti sia i loghi che le etichette contraffatte), confezionati e pronti per l'immissione nella grande distribuzione. Addirittura la società era provvista di un ampio atelier espositivo di campionari di prodotti. Già alla vista, ed in attesa delle previste perizie, il materiale sequestrato è risultato essere di ottima fattura e, di fatto, identico all'originale. I militari hanno quindi sequestrato la merce e denunciato i criminali per il reato di contraffazione, con l'aggravante di essere stato commesso mediante l'allestimento di mezzi ed attività organizzate. Sequestrata pure la Porsche "Cayenne", in quanto mezzo utilizzato per perpetrare il reato, un immobile adibito ad opificio industriale, oltre 5.200 capi di abbigliamento contraffatti con i loghi di "Louis Vuitton", "Chanel", "Burberry", "Gucci", "Liu Jo", "Fendi", "Bulgari", oltre 100.000 etichette e 3.000 cartoncini identificativi dei marchi contraffatti, e oltre 320 metri di tessuto.