Quei truffati da risarcire: all’asta Rolex e Cartier

Otto Rolex, tre Cartier, un paio di Audemars Piguet ma anche Glashütte, Breguet e un Patek Philippe. Oltre a una trentina tra collane, anelli e orecchini, per un piede d’asta complessivo di circa centosessantamila franchi. Orologi e gioielli verranno venduti all’incanto domani mattina alle 10.30 a Rivera, nell’aula magna del Centro Cantonale d’istruzione della Protezione civile.
La particolarità è che questi oggetti di valore sono beni confiscati dal Ministero pubblico ticinese. Stando a nostre verifiche, provengono tutti da un unico sequestro, riconducibile a una della più grosse truffe della storia giudiziaria del nostro cantone. La loro vendita servirà a risarcire i danneggiati da questo maxiraggiro da quasi ottanta milioni di franchi, approdato in un’aula di tribunale il 21 dicembre del 2021. Una goccia nel mare visto che il piede d’asta complessivo ammonta a meno di duecentomila franchi. Ma è già qualcosa.
Buco tappa buco
Più in dettaglio, orologi e gioielli appartengono al principale artefice della maxitruffa: un luganese oggi 52.enne che tra il 2008 e il 2015 ha ingannato una settantina di persone insieme a un correo 62.enne. Il raggiro gli è valso una condanna alle Assise criminali a sei anni e nove mesi di carcere oltre al divieto di svolgere qualsiasi attività di fiduciario, commerciale e finanziaria.
L’inizio della vicenda giudiziaria si può ricondurre, temporalmente, al 2011 quando gli averi dei loro clienti, depositati in una banca specializzata in investimenti e transazioni via internet, si polverizzano. I due, al posto di comunicare ai clienti il fatto che gli investimenti sono andati male, mettono in piedi quello che il giudice Mauro Ermani aveva definito «un sistema estremamente articolato e sempre più raffinato». In sostanza, i due aprono numerose società sparse in tutto il mondo, offrono investimenti in titoli obbligazionari che sono in realtà carta straccia, allettanti polizze assicurative (con interessi anche del 6,5%) che in realtà non portano a niente. Insomma, il classico schema Ponzi, o «buco tappa buco».
Piedi d’asta a quattro zeri
Tutto il denaro che entra va infatti a coprire i buchi creati. E a permettere al 52.enne di mantenere il proprio altissimo tenore di vita. Come dimostrato dal valore degli orologi sequestrati, tra cui spiccano un Rolex Cosmograph Daytona in platino e un Patek Philippe Nautilus con piede d’asta a 25 mila franchi, un Rolex Oyster Perpetual Day-Date II da 20 mila franchi e un Audemars Piguet Lady Royal Oak Off Shore e un Rolex Cosmograph Daytona in oro bianco da 10 mila franchi.
Il raggiro viene scoperto nel 2015, anno in cui il 52.enne finisce in manette. In aula penale ci arriva sei anni più tardi, dopo un’inchiesta iniziata dal pp Andrea Minesso e conclusa da Daniele Galliano