Quel divieto emanato a fine estate e la salute mentale traballante
Risale alla fine di questa estate la decisione del pretore che ha intimato al 22.enne sangallese di non avvicinarsi alla giovane di Solduno, sua ex fidanzata. Una decisione che il confederato avrebbe mal digerito e che è stata originata dai comportamenti aggressivi che aveva avuto nei confronti della donna dopo che la loro breve storia si era conclusa. Toccherà agli inquirenti coordinati dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri stabilire se sia stata quella la miccia che ha innescato la rabbia del ragazzo, fino a spingerlo giovedì sera ad imbracciare un fucile di grosso calibro e a sparare a quella che era la sua compagna. L’uomo ha serbato, per settimane, tanto rancore da portarlo a compiere quel terribile gesto?
Durante l’interrogatorio di ieri, durato fino a tarda sera, il 22.enne non si è sbilanciato troppo. All’inizio di settimana prossima verrà nuovamente sentito. Dovrà anche dire dove si è procurato il fucile con il quale è giunto in Ticino da San Gallo, dove è domiciliato. Era suo? Ha adempiuto a tutte le condizioni, stabilite dalle severe norme svizzere, per ottenere un permesso d’acquisto? Oppure l’ha comperato in modo illecito? Tutte domande che al momento rimangono senza risposta. Né la Procura né il difensore del giovane, l’avvocato locarnese Fabio Bacchetta-Cattori, vogliono comprensibilmente esprimersi.
Da noi contattato quest’ultimo si limita ad osservare che il ragazzo è «psichicamente instabile da molto tempo. Tanto che verrà eseguita una perizia psichiatrica». Le ipotesi di reato mosse nei confronti dell’uomo sono quelle di tentato assassinio subordinatamente tentato omicidio intenzionale.
La notizia positiva di oggi, intanto, come noto, è che la vita della 22.enne non è più in pericolo. Le sue condizioni sono stabili. La giovane, ricordiamo, è stata ferita in modo grave all’addome.