Monte generoso

«Quel sentiero è stato realizzato in sicurezza»

La valutazione della Società alpinistica ticinese (SAT) di Mendrisio sul percorso del Monte Generoso in cui ieri ha perso la vita un escursionista varesino
(Foto SAT Mendrisio)
Red. Chiasso
02.07.2019 17:35

MENDRISIO - La tragedia verificatasi lunedì sul Monte Generoso – con il ritrovamento del corpo di un escursionista di 67 anni che abitava a Bodio Lomnago, in provincia di Varese – riapre le discussioni attorno ad un percorso, il sentiero delle guardie, sul quale solo lo scorso aprile aveva perso la vita un altro escursionista. Sul grado di rischio e su che cosa questo comporti abbiamo interpellato la sezione di Mendrisio della SAT, la Società alpinistica ticinese.

Il vicepresidente Chico Zoppi ci ricorda che il sentiero, «perfettamente in sicurezza», è stato sistemato lo scorso anno ed è stato inaugurato in settembre con tutte le sicurezze dovute. Da Perostabbio la segnaletica biancoblù sta ad indicare che chi desidera intraprendere il cammino deve essere ben equipaggiato, avere un passo sicuro e non soffrire di vertigini. In questi giorni – prosegue il nostro interlocutore – il sentiero poteva essere anche ben in ordine, dal momento che il fondo era asciutto. Una linea, questa, condivisa anche dall’addetto stampa Maurizio Miozzi: «La segnaletica biancoblù lo identifica come sentiero difficile. Sotto questo profilo anche l’escursionista più esperto dovrebbe attenersi a delle regole ben precise: è un sentiero da non sottovalutare in nessun caso». Anche Miozzi sottolinea d’altra parte come la realizzazione sia avvenuta «con tutte le sicurezze possibili», in collaborazione con gli esperti del Club alpino svizzero. Inoltre, il sentiero è altamente frequentato. «Ovviamente ci sono anche le fatalità: probabilmente la troppa sicurezza, o anche la non capacità di valutare le difficoltà», prosegue Miozzi, che si sente di ribadire che la Variante del Generoso (o sentiero Gianola, ndr.) «è un sentiero sicuro, strutturato per esperti, con segnaletica biancoblù». Ma che dire allora del fatto che in pochi mesi si siano succeduti due incidenti mortali? Secondo l’addetto stampa, nel primo la situazione era di per sé a rischio: il terreno non era adatto ad affrontare il sentiero perché c’era stato un processo di congelamento nei giorni prima, con abbassamento delle temperature. Va anche considerato che la pendenza è molto forte e le rocce possono essere «subdole». Inoltre, anche sui sentieri semplici è possibile scivolare e precipitare per alcuni metri in un dirupo, conclude il nostro interlocutore.

Una caduta fatale

La salma dell’escursionista 67.enne è stata rinvenuta lunedì sera poco prima delle 22. L’uomo, come ha comunicato la polizia cantonale, era partito da casa in mattinata per un’escursione in montagna, con partenza da Rovio. Sono intervenuti la polizia cantonale e quella della città di Mendrisio così come i soccorritori del SAM e della Rega, «che con l’elicottero sono riusciti a localizzarlo per poi recuperarne il corpo». Sempre stando a quanto riportato dalle forze dell’ordine, l’uomo, cittadino italiano, è rimasto vittima di una caduta, a circa 1.450 metri di altitudine. È stata avviata un’inchiesta per determinarne le cause.

Come detto, è il secondo incidente mortale nel giro di pochi mesi lungo il sentiero delle guardie. Il 9 aprile scorso un 43.enne di Viggiù, sempre in provincia di Varese, era stato rinvenuto senza vita in un dirupo. Il sentiero delle guardie, sul versante occidentale del Monte Generoso, è stato realizzato nel periodo bellico e tra la Prima e la Seconda guerra mondiale veniva utilizzato dalle guardie di confine che pattugliavano la frontiera. Negli ultimi anni la via era però ormai in disuso e rappresentava quindi un pericolo. Il percorso, impegnativo e classificato T5 su una scala che va da T1 a T6, è stato totalmente rinnovato su iniziativa della sezione di Mendrisio della SAT. Si tratta del primo tracciato biancoblù del Sottoceneri.