Quel sogno chiamato circonvallazione

Il 2040 non basta. L’orizzonte va allargato di almeno altri vent’anni. Va bene, ma occorre avere pazienza. Eccole, ridotte all’osso, la richiesta del gruppo PPD in Consiglio comunale e la risposta del Municipio di Bellinzona all’interrogazione che prendeva spunto dal Programma d’azione comunale (PAC) di cui la Città si è dotata negli scorsi mesi. I popolari democratici avevano messo sotto la lente la futura stazione AlpTransit di Camorino, nell’ottica di una lettura del territorio in prospettiva il più ampia possibile.
Nel PAC non solo si prefigura la realizzazione della stazione cantonale al portale nord della galleria di base del Monte Ceneri, ma non si demorde sulla possibilità che nei prossimi decenni possa vedere la luce anche e soprattutto la circonvallazione ferroviaria di Bellinzona. Un’opera da almeno 1,5 miliardi (a un binario solo, 2,5 miliardi di franchi a doppio binario) che prevede il tratto in galleria Gnosca-Sementina e l’attraversamento del Piano appunto fino a Camorino. Un’infrastruttura costosa, ma soprattutto per la quale sono indispensabili tempi lunghissimi. I crediti per la progettazione e l’edificazione - qualora si arrivasse a quel punto - sono previsti ben dopo il 2040. La Città e la politica cantonale da sempre premono su Berna affinché si realizzi il progetto, tanto che è compreso nel Programma d’agglomerato del Bellinzonese.
Che «riserva idealmente la zona attorno al nodo di Camorino per futuri progetti di questa portata, e conforme alla volontà dell’ex Municipio di Camorino e di quello attuale di Bellinzona di preservare l’inedificabilità di quei fondi (da assegnare in uso a coltivatori diretti) fintanto che (...) potrà concretizzarsi, oltre alla costruzione del viadotto che collegherà il portale nord della galleria del Ceneri alla circonvallazione a Sementina, anche l’idea di una stazione cantonale».