Moleno

Quella «casetta» diventa il cuore del quartiere

Sono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’ex scuola situata accanto alla chiesa di San Vittore - La comunità è molto legata al piccolo stabile a forma di parallelepipedo al quale verrà adesso aggiunto un volume con cucina e servizi igienici - Si trasformerà così in uno spazio polivalente per le associazioni
Al centro della foto lo stabile noto in paese come «Schéré», «scuola» in dialetto. © skib
Alan Del Don
25.07.2023 06:00

All’inizio del 1400 venne annesso alla Leventina per volontà di Uri ed Obvaldo. Apriti cielo. Il contado di Bellinzona, del quale il Comune faceva parte da otto decenni, si ribellò. Della capitale, dopo quasi sei secoli, Moleno (il piccolo paese che geograficamente è più vicino alla Riviera che alla Turrita, tanto che alla pari di Preonzo e Gnosca è un villaggio di rito ambrosiano) è tornato a far parte dal 2017 con la nascita della Città aggregata. Per la località - che la storia ci dice che veniva chiamata anche Rivo de Moline - l’ex casa comunale è indubbiamente il fiore all’occhiello. E lo è per il suo significato che ha avuto e ha tuttora per la comunità (era adibita a scuola, la Schéré, in quanto il Municipio aveva sede in un altro edificio), ma anche perché è uno stabile che non passa inosservato per le dimensioni ridotte (un parallelepipedo con tetto in tegole) e per il fatto di trovarsi accanto alla chiesa di San Vittore.

Spesa di 640.000 franchi

Arriviamo al dunque. Ne parliamo oggi in quanto nelle scorse settimane sono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’ex casa comunale per un investimento di 640.000 franchi. Verrà creato uno spazio polivalente da mettere a disposizione dell’Associazione di quartiere e degli altri enti della zona a scopo ricreativo. Il cantiere dovrebbe concludersi fra otto mesi; pertanto dalla prossima primavera gli abitanti potranno prendere possesso del complesso che attendono da poco meno di un decennio. Del progetto, infatti, si parla dal 2016, quando l’allora Municipio di Moleno aveva dato mandato a degli architetti di definire un concetto di restyling con ampliamento. L’idea è stata ripresa dalla Città due anni più tardi, a fusione avvenuta, alla luce anche del fatto che la riattivazione dello stabile è prevista dal Programma d’azione comunale in virtù della salvaguardia del patrimonio presente nel nucleo.

Il tetto in falde

«Il progetto del Settore opere pubbliche ha voluto rimettere in evidenza il volume e la forma caratteristica, chiara e pulita di parallelepipedo che era dell’edificio originale, mantenendo anche la caratteristica del semplice tetto a quattro falde», si legge nel messaggio municipale del marzo 2021. In pratica al volume principale verrà aggiunto un corpo comunicante con tetto piano che accoglierà cucina, guardaroba e servizi igienici. Il Legislativo della capitale aveva approvato il credito dopo pochi mesi, il 30 giugno.

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