Quella chat Whatsapp con domande sul sesso
Il giorno dopo l’arresto del direttore delle Medie di Lugano Centro è il giorno dello sgomento e della rabbia per una notizia, comunicata giovedì dal Ministero pubblico e dalla Polizia cantonale, dai contorni molto gravi. L’uomo, un 39.enne del Luganese, è infatti accusato di atti sessuali con fanciulli. Nei suoi confronti, va ribadito, vige sempre la presunzione di innocenza. La rabbia è esplosa soprattutto sui social, con la condivisione della lettera inviata dal Cantone in cui si avvisavano gli allievi e le loro famiglie dell’apertura dell’inchiesta penale coordinata dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri.
La lettera
Oltre alla rabbia, nel corso della giornata di ieri è emerso anche un particolare non certo di secondo piano e che fa riflettere. Parliamo di cinque anni fa, un periodo nel quale l’uomo era un «semplice docente» (sarà promosso vicedirettore due anni dopo e direttore lo scorso maggio, ndr.): l’Associazione genitori aveva scritto alla direzione della Scuola Media - e non al DECS, va precisato - per segnalare comportamenti ritenuti «non consoni» da parte dell’uomo. Nella lettera di cinque pagine inviata a fine novembre 2017, di cui abbiamo appreso i contenuti, si contestano lezioni incentrate sulla sessualità nell’antica Roma e tenute durante il corso opzionale di latino. Un tema, questo, oggetto della sua tesi per ottenere l'abilitazione all'insegnamento. In particolare, la segnalazione verteva su una chat su Whatsapp in cui il docente poneva agli allievi domande anche molto esplicite sulla sessualità (ad esempio se avessero già avuto rapporti intimi). Inizialmente i genitori non erano stati informati dei contenuti del corso. Il 30 novembre 2017 era quindi stata organizzata una serata sull’educazione all’affettività e alla sessualità intitolata «Sono rimasta sconcertata quando ho letto le domande che gli allievi...», nel corso della quale alcuni docenti di classe, di scienze o coinvolti in questa formazione avevano presentato il lavoro svolto ai genitori degli allievi di seconda e terza. In quell’occasione, i colleghi non avevano manifestato alcuna contrarietà sull’operato del 39.enne.
Approfondimenti in corso
Dopo quell’episodio tutto sembrava tornato alla normalità. Fino al giorno dell’arresto del docente, il 7 settembre scorso. Vista la complessità dell’inchiesta, la necessità di tutelare le presunte vittime e il fatto che sono in corso ulteriori approfondimenti, le autorità giudiziarie hanno deciso di non rilasciare nessun’altra informazione. Possiamo solo aggiungere, stando a nostre fonti, che al centro delle indagini ci sono presunti atti sessuali compiuti con delle allieve minorenni.