Quella minaccia che ha fatto scattare l'allarme

LA TESTIMONIANZA - Parla un compagno del 19.enne sospettato dalla polizia di voler compiere una strage alla scuola di Commercio di Bellinzona
La foto pubblicata cinque giorni dal giovane sul suo profilo Instagram.
Chiara Nacaroglu
11.05.2018 12:45

BELLINZONA - Emergono i primi dettagli sulla vicenda legata allo studente di 19 anni fermato giovedì dalla Polizia cantonale e sospettato di aver voluto mettere in atto una strage alla scuola di Commercio di Bellinzona. Il giovane, considerato uno studente modello, soffrirebbe di problemi psichici. Per questa ragione l'interrogatorio del 19.enne, secondo quanto riferito dalla RSI, sarebbe avvenuto alla Clinica psichiatrica cantonale di Mendrisio (CPC), dove lo studente avrebbe tuttavia negato di aver voluto compiere gesti tali da mettere in pericolo la vita di terzi. Intanto, nella stessa scuola, tra gli studenti e i docenti, il clima è di stupore e preoccupazione. 

"Si respira un'aria pesante a scuola oggi, siamo tutti molto scossi e in tanti oggi non sono venuti a lezione". Inizia così la testimonianza di Luca (nome di fantasia, le generalità sono note alla redazione) uno studente di terza della Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona che, comprensibilmente, ha chiesto di restare anonimo. "Appena appresa la notizia ieri – racconta Luca – ho immaginato cosa sarebbe potuto succedere, mi sono costruito dei film mentali su possibili stragi in diversi locali della scuola. Queste cose sembrano sempre molto lontane, non avrei mai immaginato che sarebbe potuto succedere a noi". Alla SCC di Bellinzona, da stamattina, c'è la polizia. "È molto strano avere intorno gli agenti, si percepisce che è successo qualcosa di grave", continua Luca. All'indomani dell'arresto di uno studente di terza (le sue generalità sono note alla redazione) che aveva minacciato di compiere una strage in sede, le autorità hanno messo in moto una task force di sostegno per studenti e docenti.

Diciannove anni, orfano di padre, il giovane vive a Bellinzona in un appartamento accanto a quello della madre. "Si comportava in modo strano, ma non era violento – ci dice Luca - non ha mai minacciato di uccidere qualcuno ma i suoi comportamenti erano preoccupanti". Aveva perso due anni scolastici per strada -  è nato nel 1998 - ma era considerato uno studente brillante. Solo l'anno scorso, il gruppo di studenti di cui faceva parte il 19.enne ha ottenuto il primo premio come "Miglior IntrApprenditore dell'anno SCC".

Quella passione per le armi

"Aveva una passione per le armi di grosso calibro, alcune foto che postava sui social facevano paura", ci dice Luca. Su Instagram il giovane ha pubblicato solo cinque giorni fa una foto che lo ritrae, in completo, con la faccia seria e un fucile d'assalto AK-47 in mano. "Non proprio un'arma che si può nascondere sotto il letto come se nulla fosse", commenta Luca. Stando a due esperti da noi interpellati, quello nella foto sarebbe un fucile d'assalto softair e non un vero AK-47. "Riconoscere le differenze ad occhio nudo è molto difficile - ha spiegato però il presidente della Federazione Ticinese delle Società di Tiro Doriano Junghi - è necessario toccare con mano l'arma per esserne sicuri". Quello che è certo è il ritrovamento da parte della polizia di diversi fucili nell'abitazione del 19.enne, ma non è ancora noto se sia stato rinvenuto anche un AK-47.

Che quello nella foto sia un vero fucile d'assalto russo oppure un softair, in ogni caso sono state fotografie come quella pubblicata su Instagram, insieme a tweet deliranti a favore del secondo emendamento della Costituzione Usa (che garantisce il diritto a possedere armi, Vedi Suggeriti), ad allarmare i compagni. Ma non solo. Stando a quanto appreso, il giovane avrebbe detto a una compagna di classe: "Non ti preoccupare, si risolverà tutto nelle prossime settimane, verranno coinvolte tante persone ma alla fine si risolverà tutto". Una dichiarazione decisamente ambigua che, unita al resto, ha fatto scattare nei suoi compagni un campanello d'allarme. Campanello che, per fortuna, è stato ascoltato dalle autorità scolastiche e dalla polizia. 

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