Mendrisiotto

Quella voglia di esserci ancora

I sindaci uscenti dei due poli hanno sciolto le riserve e dato la loro disponibilità a ricoprire la carica anche nella prossima legislatura– Cavadini: «Riqualifica territoriale e tematica finanziaria due sfide future» – Arrigoni: «Sul Gleis 4 bastoni tra le ruote»
Disponibili a proseguire. © CdT/Gabriele Putzu

Le riserve personali sono sciolte. Alle prossime elezioni comunali i sindaci uscenti dei due poli – Mendrisio e Chiasso – saranno ancora una volta della partita. Samuele Cavadini e Bruno Arrigoni – entrambi sindaci di area liberale radicale – hanno dato la propria disponibilità a ricandidarsi.

«Atteggiamento positivo»

Classe 1979, Cavadini è sindaco dal 27 maggio 2018, quando vinse il testa a testa con Marco Romano (PPD, oggi Il Centro) dopo le dimissioni di Carlo Croci. Nel 2021 la riconferma e una nuova legislatura che in determinati periodi è stata piuttosto movimentata. Due argomenti su tutti: la recente proposta (poi avallata) di alzare il moltiplicatore di due punti percentuali e, al lato interno, il «caso Cerutti». Cos’ha spinto il sindaco a ricandidarsi? «Sicuramente ho ancora l’entusiasmo, la voglia e il privilegio di lavorare per la comunità e di concludere anche i progetti iniziati» ci risponde. Guardando alla legislatura che sta per concludersi, come detto, non sono mancate le sfide.

A Mendrisio è stato alzato il moltiplicatore: «Sì, sicuramente è stata una sfida ma la situazione finanziaria del Comune non permetteva di mantenere gli equilibri che c’erano nelle passate legislature. Comunque – annota il nostro interlocutore – la scelta fatta era pensata anche per mantenere i servizi fondamentali alla cittadinanza. Oltre a non avere più le finanze di un tempo – evidenzia Cavadini – abbiamo avuto una serie di rincari post pandemia che pesano sui conti». Il riferimento è «all’inflazione, ai costi legati all’energia, a quelli inerenti la politica degli anziani e i rincari dettati da enti superiori». Ciò nonostante, precisa, «il moltiplicatore è al 77%, uno dei più bassi se confrontati con le altre città del cantone». Altro tema che ha tenuto banco per diverso tempo è quello inerente il collega di Municipio ed ex collega di partito Massimo Cerutti, sospeso dalla conduzione del Dicastero delle Aziende Industriali. «Tutto quello che è stato fatto era nell’interesse della Città di Mendrisio – precisa –. Ci sono cose che andavano aggiustate e in maniera collegiale il Municipio ha deciso di cambiare alcune dinamiche. Ammetto che ci sono state delle tensioni ma l’obiettivo ultimo, ripeto, è l’interesse della città. Le scelte fatte, anche se dolorose, sono servite perché certe dinamiche negative andavano spezzate ed era necessario un cambiamento».

Infine, uno sguardo alle sfide future, una su tutte quella della «riqualifica territoriale. Gli esempi virtuosi non mancano, basti pensare al Parco del Laveggio e a quello di Villa Argentina. La tematica finanziaria – comprendente anche i rapporti con il Cantone – rimarrà inoltre un punto importante, ritenuto che quando si affronta un periodo difficile dal lato sociale, lavorativo e di qualità della vita, come ente pubblico dobbiamo essere vicini ai nostri cittadini. Un’altra sfida – sottolinea – riguarderà l’evoluzione demografica che si manifesta in particolare con l’invecchiamento della popolazione». Per Cavadini è importante evidenziare che «il cambiamento non è sempre negativo e può portare a dinamiche positive: fondamentale è l’atteggiamento con cui queste sfide verranno affrontate. Un atteggiamento positivo».

I pezzi si incastrano, tranne uno

Il sindaco della cittadina, classe 1961 e fresco di compleanno, guida il Municipio dal 2016. Da allora, le sfide e i progetti affrontati sono stati diversi. I più recenti sono lo studio aggregativo, attualmente in rampa di lancio, la "ripopolazione" dell’ex stabile Fernet Branca con nuove aziende e l’acquisizione del Centro Ovale. Amarezza, invece, sul progetto Gleis 4.

Dopo due legislature, Arrigoni si sente ancora motivato a riproporsi per il prossimo quadriennio. Anche perché il lavoro da fare è ancora parecchio. «Quello che mi ha spinto nuovamente a dare la mia disponibilità sono i diversi e interessanti progetti che dovremo portare a termine nei prossimi anni. Quello aggregativo è sicuramente uno, ma anche tutti quelli legati al comparto ferroviario, che vanno a rilento». Dal lato politico, il progetto più importante non poteva non essere quello aggregativo, «un tassello fondamentale che potrebbe dare un nuova connessione a tutto il Basso Mendrisiotto», ci dice. «È anche lodevole che Balerna, Breggia, Morbio Inferiore e Vacallo siano della partita, quindi cinque Comuni su sei partenti (Novazzano si è chiamato fuori, ndr)». Allo stato attuale, invece, Chiasso è impegnata con il ripopolamento dell’ex stabile Fernet Branca. «Negli ultimi anni Chiasso si sta reinventando e dopo la caduta del segreto bancario stiamo registrando l’arrivo di nuove attività che operano nel settore tech. Stiamo promuovendo le strutture che abbiamo sul territorio unitamente alla posizione geografica, visto che siamo vicino a Malpensa e a Milano. Inoltre, da noi gli affitti sono meno cari rispetto al resto del cantone. L’edificio ex Fernet Branca, ad esempio, sta accogliendo le prime aziende».

I tasselli del puzzle, quindi, si stanno incastrando uno dopo l’altro. C’è però un progetto in particolare che Arrigoni guarda con occhio un po’ critico. O meglio, «che avrei preferito andasse meglio». Ed è il Gleis 4. «Mi aspettavo di essere più avanti, che non procedesse così a rilento – confessa –. I beni culturali della Ferrovia ci hanno messo il bastone tra le ruote con la tutela dell’edificio attualmente occupato dal ristorante Binario 07. Anche con il progetto «Piccola velocità» abbiamo difficoltà pianificatorie. Questi progetti sono fermi al palo per diversi motivi, mentre altri proseguono per il verso giusto, come la scuola di moda che partirà il 1. gennaio». Inoltre, conclude Arrigoni, «per Chiasso sarebbe ideale conoscere cosa hanno intenzione di fare le Ferrovie con Alptransit, in particolare quale sarà il tragitto a sud di Lugano».