Il caso

Quella votazione che diede più di una scossa

Bellinzona: il 9 febbraio 2003 alle urne venne affossata la trasformazione in società anonima dell’azienda comunale – Una delle conseguenze fu quella di rallentare l’aggregazione – A distanza di vent’anni l’AMB si conferma un prezioso fiore all’occhiello
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
11.02.2023 06:00

È stata la votazione per antonomasia. Quella che ha «scaldato» - è proprio il caso di dirlo - i bellinzonesi come mai era successo prima. Vent’anni fa, il 9 febbraio 2003, gli aventi diritto di voto della Turrita dissero no in modo inequivocabile alla trasformazione in società anonima della sezione elettricità delle allora Aziende municipalizzate (AMB) della capitale. Alle urne il 68,7% dei cittadini (2.205) sconfessò il Municipio guidato dal sindaco Paolo Agustoni e la maggioranza del Consiglio comunale. I sì si fermarono a 1.004.

Mesi e mesi di accese discussioni, di botta e risposta tra favorevoli (tutti i partiti storici) e contrari (con alla testa il Comitato promotore del referendum e l’Associazione per la difesa del servizio pubblico nonché il Movimento per il socialismo ed il sindacato SEI) che si conclusero con un risultato incontrovertibile. Chiarissimo, sebbene la partecipazione fu bassissima (circa il 32%). Eche ebbe due conseguenze, su tutte. Da un lato si crearono delle frizioni in seno all’Esecutivo, con un rampante Brenno Martignoni che prese le distanze dai colleghi e che un anno dopo (nel 2004) diventò il timoniere all’ombra dei castelli, in rotta con il PLR. Dall’altro il progetto aggregativo venne rallentato a tal punto che l’unione è stata condotta in porto quasi tre lustri dopo.

Un caso nazionale

Non era la prima volta che la Città si confrontava con un tema di natura elettrica. Era già accaduto il 23 settembre 2001 (quando alle urne venne bocciata, con il 61,7%, la vendita delle AMB alla cordata SES-AET) e, un anno più tardi, allorché i bellinzonesi respinsero la nuova Legge federale sul mercato dell’energia elettrica. Un argomento sentito, dunque, nella Turrita. Che incassò tre no in un biennio, forse originati dal timore per i processi di liberalizzazione che avevano portato (a quei tempi, beninteso) ad esempi poco fortunati quali quelli della Swissair e della Posta. Si trattò in ogni modo di un caso più unico che raro a livello cantonale e, forse, pure nazionale. La rivalutazione degli impianti delle AMB avrebbe permesso alla Turrita di incassare 25 milioni di franchi.

Matrimonio a scoppio ritardato

Ma al di là delle cifre nude e crude, per il Municipio ed il Legislativo la trasformazione dell’azienda in società anonima avrebbe dovuto rappresentare un segnale di coesione regionale. Fuor di burocratese: un primo decisivo passo verso l’aggregazione dei Comuni del comprensorio. Subito dopo il pollice verso alla «SA elettrica» da più parti si era detto che la fusione avrebbe dovuto essere realtà entro il 2008. Così non è stato, anche se un tentativo per un matrimonio ad otto era stato fatto.

Si scontrò però con le defezioni, una dopo l’altra, nel 2009, di Arbedo-Castione, Preonzo, Gorduno, Claro e Lumino. Sul carro rimasero esclusivamente Bellinzona, Gnosca e Moleno. Inutile continuare. Come ben sappiamo il discorso è stato ripreso e, il 18 ottobre 2015, gli aventi diritto di voto di 13 Comuni su 17 (tranne Arbedo-Castione, Cadenazzo, Lumino e Sant’Antonino) hanno approvato la nascita dell’attuale Città.

Dinamica ed innovativa

Se è vero che il no alla «SA elettrica» ha ostacolato in parte la fusione, è altresì indubbio che a conti fatti la scelta dei bellinzonesi è stata azzeccata, sebbene non ci sia chiaramente la prova del contrario. Quella che oggi si chiama Azienda multiservizi (dopo la trasformazione, nel 2018, in ente autonomo di diritto comunale) è uno dei fiori all’occhiello della Turrita. Dinamica, innovativa, lungimirante, sempre al passo coi tempi in un settore - quello elettrico - in costante evoluzione. E, fatto non indifferente, foriera di utili da ridistribuire ai Comuni della regione, pure a quelli non aggregati, con i quali è stato trovato un accordo quattro anni fa dopo un braccio di ferro durato diciotto mesi.

Una storia di successo

Le Aziende municipalizzate della Città sono nate nel 1992 dalla fusione fra l’Azienda acqua potabile (creata nel 1869) e l’Azienda elettrica comunale, fondata nel 1891. Nel 2005 è poi stato creato il servizio di telecomunicazione. La crescita delle AMB è stata costante fino alla trasformazione, nel 2018, in ente autonomo di diritto comunale: l’Azienda multiservizi Bellinzona, diretta da Mauro Suà. La cifra d’affari annua è, in media, di 70 milioni di franchi.

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