Questa casa non è un albergo: se l'Airbnb diventa un problema di buon vicinato

Immaginate di vivere in una palazzina tranquilla. Dove vigono le regole del buon vicinato. Su tutte: dopo una certa ora niente musica e schiamazzi, ché il giorno dopo si va tutti al lavoro. Questo fragile equilibrio può essere perturbato dall’arrivo di turisti che tutto hanno in mente fuorché andare a letto presto. Comprensibile, sono in vacanza. Peccato che non tutti gli inquilini lo siano. È quanto successo in una palazzina di Lugano, in cui due appartamenti dello stesso piano sono stati posti in locazione ad uso turistico sulla piattaforma online Airbnb. Inutile dire che i disagi nell’edificio, soprattutto nel periodo estivo, sono aumentati a dismisura. «Faccio un lavoro in cui gli orari sono molto ballerini. A volte attacco alla mattina presto, altre torno a casa intorno a mezzanotte», racconta Giuseppe (nome di fantasia, la persona è nota alla redazione), aggiungendo: «Da quando ci sono due alloggi Airbnb devo sperare che i turisti di turno non facciano troppo baccano, altrimenti rischio di passare la notte in bianco». Il nostro interlocutore cita alcune esperienze vissute: ragazzine che hanno ascoltato musica fino alle ore piccole, schiamazzi e pianti di bambini e, addirittura, in un periodo in cui erano affittati entrambi gli appartamenti, ospiti che comunicavano tra loro urlando dall’uscio di un locale all’altro, incuranti del vicinato. Giuseppe confessa: «Il periodo estivo è il più complicato, mentre nei week-end, se arrivano turisti, cerco di stare alla larga da casa».
Anche nei parcheggi interni al palazzo non mancherebbero i disagi: «Il garage non è molto spazioso e se arriva un turista con l’auto sbagliata, posteggiare diventa qualcosa di simile a una partita a Tetris. Una volta dei vacanzieri di Zugo hanno parcheggiato dietro alla mia auto una Tesla Model X (un SUV di oltre 5 metri di lunghezza, ndr) con tanto di biciclette appese alla parte posteriore del veicolo. Vi lascio immaginare quanto tempo io abbia impiegato per fare manovra».
Insomma, la vita di vacanza che si mischia a quella di tutti i giorni, fatta di gente che va a letto presto per prepararsi alla successiva giornata di lavoro. Ma quanto sono diffuse situazioni del genere in Ticino, contando che le offerte sui vari Airbnb, Booking ed Expedia sono in costante aumento? (Stando agli ultimi dati disponibili, gli alloggi annunciati sulla piattaforma online creata dall’Agenzia turistica ticinese sono oltre 3.200).
«Difficile saperlo», spiega Adriano Venuti, presidente della Associazione Svizzera Inquilini/Sezione della Svizzera Italiana (ASI/SSI): «Solitamente le segnalazioni legate a disagi di questo tipo non vengono fatte all’ASI. Le questioni di buon vicinato vengono gestite direttamente da inquilini, locatori o, in alcuni casi, dalla polizia». Le criticità legate a questo tipo di alloggi, secondo Venuti, sono piuttosto altre e vanno monitorate, specialmente nei centri urbani: «Sono alloggi che tolgono appartamenti per la popolazione, che penalizzano il mercato tradizionale. Come ASI, siamo scettici di fronte all’aumento di alloggi posti in locazione su piattaforme come Airbnb, che in Ticino hanno superato quota 3 mila». Venuti aggiunge: «Oggi la legge li limita, così da sfavorirne l'utilizzo sull’arco dell’anno (è stato introdotto un limite temporale di 90 giorni annui entro cui è possibile affittare un alloggio senza essere assoggettati alla Legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione: qui un approfondimento sulle regole per gli Airbnb). In questo modo risulta più difficile sottrarre un appartamento al mercato tradizionale: si cerca di evitare la sostituzione di un alloggio primario con uno secondario. Pensiamo a Lugano, una città che si sta svuotando: questo tipo di affitti rappresenta un'ulteriore concorrenza. Considerato anche l’aumento dei prezzi, c’è il rischio che gli appartamenti meno cari vengano sottratti al mercato tradizionale».
Il presidente dell’ASI/SSI sottolinea: «I prezzi, in generale, sono molto alti. Dopo tanti anni di sfitto costantemente in crescita, adesso che questo sta diminuendo in tutta la Svizzera, Ticino compreso, si va verso una riduzione dell'offerta, accentuata dalla concorrenza di soluzioni rivolte unicamente ai turisti: così la situazione diventa veramente difficile», constata Venuti, evidenziando però aspetti decisamente positivi per le zone periferiche: «Se nei centri urbani la situazione va tenuta sotto controllo, gli alloggi sulle piattaforme online possono portare turismo nelle zone periferiche, confrontate con il problema dello spopolamento. Inoltre, essendo spesso più economici, permettono di ampliare l’offerta turistica, attirando anche chi non è disposto a spendere troppi soldi».