Ticino

«Radar per prevenzione e non per fare cassetta»

Posizionare almeno l'80% dei radar in tratti ritenuti critici per la sicurezza e redigere un rapporto annuale per valutare l'impatto reale dei controlli: è quanto chiede una mozione dell'UDC al Governo
© CdT/Chiara Zocchetti
Red. Online
07.02.2025 14:30

Posizionare almeno l'80% dei radar in tratti stradali ritenuti critici per la sicurezza, come le aree scolastiche, i cantieri stradali o laddove si registrano incidenti, e – parallelamente – redigere un rapporto annuale che, citiamo, «valuti l’impatto reale dei controlli radar effettuati sulla riduzione degli incidenti e su un fattivo aumento della sicurezza stradale, confrontando i dati pre e post installazione». A chiederlo, con una mozione, sono alcuni deputati dell'UDC – primo firmatario Alain Bühler – secondo i quali «l'uso dei radar stradali deve essere chiaramente finalizzato alla sicurezza dei cittadini e non a un incremento delle entrate per le casse cantonali e comunali».

«Se da un lato – si legge nel testo – i controlli della velocità sono essenziali per garantire la sicurezza stradale e ridurre il numero di incidenti, dall’altro emerge la crescente percezione che il loro utilizzo non sia sempre orientato alla prevenzione, bensì alla generazione di entrate finanziarie per il Cantone e i Comuni. I dati raccolti negli ultimi anni confermano questa tendenza: nel 2022, gli incassi derivanti dai radar hanno raggiunto i 13,37 milioni di franchi che crescono a 16.1 milioni a preventivo 2025».

Parallelamente, spiegano i quattro democentristi, «l’incremento del numero di controlli radar ha portato a una riflessione sulla loro collocazione e modalità d’uso. Sebbene la Polizia cantonale e le Polizie comunali abbiano indicato che i radar vengono posizionati in base a criteri di sicurezza e a segnalazioni da parte della popolazione, diversi casi mostrano che essi vengono installati anche in tratti di strada privi di un reale pericolo, ma potenzialmente più redditizi in termini di multe. Questo aspetto rafforza il sospetto che il loro impiego vada oltre la sola tutela della sicurezza stradale».

Il Consiglio di Stato, ricorda la mozione, «ha risposto a diverse interpellanze confermando che non vi sono obiettivi di incasso assegnati alla Polizia cantonale, ma non ha fornito risposte esaurienti rispetto alla trasparenza nella gestione degli incassi e alla loro destinazione. Inoltre, l’assenza di un obbligo di segnalazione preventiva dei radar fissi e mobili contribuisce a rafforzare l’idea che la funzione repressiva sia prioritaria rispetto alla funzione preventiva».

Di qui la richiesta, formulata al Consiglio di Stato, «di introdurre misure che garantiscano maggiore trasparenza, prevenzione effettiva e un utilizzo più mirato ed equo dei controlli di velocità, affinché la fiducia dei cittadini verso le istituzioni venga preservata». Una richiesta, appunto, duplice: da un lato, il Consiglio di Stato deve «vincolare e garantire che almeno l'80% dei controlli avvenga in tratti stradali ritenuti critici per la sicurezza (aree scolastiche, cantieri stradali, tratti in cui si riscontrano statisticamente numerosi incidenti)» e, dall'altro, deve «predisporre uno rapporto annuale che valuti l’impatto reale dei controlli radar effettuati sulla riduzione degli incidenti e su un fattivo aumento della sicurezza stradale, confrontando i dati pre e post installazione, per garantire che i dispositivi siano realmente utili alla sicurezza stradale».