«Regole chiare per i quartieri progettati insieme ai privati»
«Riqualificare un comparto nevralgico qual è quello dell’Ex saponificio è senza dubbio un’operazione importante per lo sviluppo della Città. Tuttavia la procedura pianificatoria avviata dal Municipio, che prevede la negoziazione con i promotori privati del progetto con l’obiettivo di ottenere una soluzione soddisfacente per entrambe le parti, deve reggersi su regole chiare per evitare che si possa giungere ad una mera speculazione edilizia». È sostanzialmente questa la posizione della Sinistra Unita rispetto a quanto previsto dalla misura del Programma d’agglomerato del Locarnese di quinta generazione (PALoc5) denominata «sviluppo urbano concordato». Scheda nella quale è appunto indicato che la Città di Locarno ha avviato una procedura pianificatoria riguardante il comparto Ex saponificio - iscritto tra via Nessi, via ai Saleggi e la Rotonda di piazza Castello - che prevede la negoziazione tra ente pubblico e privati per ottenere un quartiere di qualità. Come riferivamo nell’articolo pubblicato lo scorso 28 ottobre al quale la Sinistra Unita fa riferimento nell’interrogazione inoltrata a Palazzo Marcacci (primo firmatario Francesco Albi), il meccanismo contrattuale tra ente pubblico e parte privata è quello del «dare per avere». Meccanismo secondo il quale «l’ente pubblico offre maggiori possibilità edilizie oppure destinazioni d’uso più ampie in cambio della messa a disposizione di superfici attrezzate ad uso pubblico quali parchi e piazze, passaggi pedonali e viali e offerte di servizi di interesse pubblico, in particolare negozi, esercizi pubblici, asili nido e altro ancora».
Una sfida complessa
Definire l’equilibrio tra «dare e avere», secondo la Sinistra Unita è una sfida complessa che richiede trasparenza e attenzione. «È importante evitare situazioni in cui un promotore privato possa ottenere vantaggi sproporzionati rispetto al contributo fornito alla comunità, soprattutto quando si tratta di operazioni immobiliari. Lo strumento dello “sviluppo urbano concordato” va quindi gestito dall’ente pubblico con grande prudenza, affinché non si alimentino dinamiche speculative». Per prevenire questa eventualità si potrebbe prevedere che la parte privata sia «costituita, parzialmente o totalmente, da fondazioni o cooperative d’abitazione».
Dieci domande all’Esecutivo
Per sapere quali siano le intenzioni sul comparto Ex saponificio, la sinistra Unita pone dieci domande all’Esecutivo cittadino. Ad iniziare da quella che chiede quale tipo di procedura è stata avviata e da quanto tempo sono in corso trattative con i proprietari e i promotori. «Quali richieste sono state sottoposte dalla parte privata al Municipio in termini di bonus edificatori, deroghe o altri vantaggi per i proprietari/promotori? Quali di queste sono state accolte preliminarmente? Quali contropartite sono state richieste? Si prevede di richiedere l’inserimento di contenuti che promuovano l’alloggio sostenibile tramite fondazioni o cooperative d’abitazione di utilità pubblica?» sono altri quesiti posti all’Esecutivo cittadino.
Imparzialità di trattamento
Più in generale la Sinistra Unita intende infine sapere se, qualora lo strumento dello «sviluppo urbano concordato» dovesse essere applicato in futuro ad altre aree cittadine, l’Esecutivo non ritenga utile introdurre delle linee guida per una contrattazione equilibrata a tutela sia dell’imparzialità di trattamento verso gli investitori privati sia degli interessi della collettività.