Il punto

Ricerche difficili e tante incognite, la valle è distrutta

La persona dispersa non è ancora stata ritrovata e si teme sempre che all'appello possano mancarne altre, anche dei turisti – Le vittime accertate rimangono tre
© Gabriele Putzu

Il giorno dopo fa ancora più male. Perché inizi a prendere coscienza, pienamente, dello sconquasso provocato dal maltempo in Vallemaggia. Nella giornata di domenica si era capito, certo, che la situazione era, e resta, critica e dolorosa. Ma oggi – le ulteriori testimonianze degli sfollati trasportati dai Super Puma ad Aurigeno, il resoconto dei soccorritori e dei giornalisti inviati al fronte e le nuove immagini scattate sui luoghi deturpati dalle forti piogge scese tra sabato sera e l’alba di ieri –, cavolo, sono una ferita al cuore lancinante. Anche la presidente della Confederazione Viola Amherd era frastornata, sconvolta, traumatizzata. «Non c’è elettricità, acqua e connessione telefonica, la nostra casa è sommersa da macerie e il paese è distrutto. Stiamo tutti bene, i danni sono tanti e speriamo di poter ricostruire tutto» è lo straziante messaggio, pubblicato in mattinata sui social, dall’azienda agrituristica Mattei, al Piano di Peccia. Dello stesso tenore altri avvisi che si sono susseguiti in queste ore. Poi c’è il cordoglio. Le vittime accertate rimangono tre, mentre non si è ancora riusciti a trovare la persona dispersa in Lavizzara. Vi sono state delle segnalazioni che si sono rivelate infruttuose. Purtroppo non possono essere esclusi altri dispersi. È stata nel frattempo evacuata, complessivamente, una settantina di persone: una sessantina in particolare a Fusio e a Mogno, mentre le altre erano ospiti di capanne e rifugi. Si vanno ad aggiungere alle 400 di domenica (i partecipanti alla colonia di Mogno e coloro che stavano prendendo parte al torneo amatoriale di calcio in svolgimento a Peccia).

© Gabriele Putzu
© Gabriele Putzu

«C’è chi non vuole andarsene»

«Oggi vi sono state ulteriori verifiche in alcuni tratti del fiume. Le ricerche sono complicate. Al fronte vi è una quarantina di soccorritori con l’ausilio pure degli elicotteri. Le zone sotto la lente sono parecchie. Ci sono persone che non hanno nessuna intenzione di lasciare la valle. Per quanto riguarda la frana in zona Fontana occorrerà, per contro, operare con altre tecniche di ricerca, ossia rimuovendo il materiale», ha spiegato il capitano della Polizia cantonale Antonio Ciocco. Il quale ha aggiunto che al call center attivo alla Centrale comune d’allarme (0840 112 117) sono giunte richieste di informazioni «da parte di germanofoni». Ciò significa, come prevedibile, che la valle è popolata pure da turisti. Il territorio devastato è di chilometri quadrati: «Magari vi sono dei punti più critici, ma che sono più piccoli, contrariamente ad altre aree più grandi che però, ad esempio, sono dei campi». Altre difficoltà si riscontrano nel censimento della popolazione dei paesi a nord di Cevio. Lo Stato maggiore è in costante contatto con le autorità comunali. Un lavoro immane, in condizioni ardue, che dovrà essere portato avanti per giorni. Settimane. Con ogni probabilità mesi. Senza dimenticare le incognite, che rendono il quadro ancora più confuso, angosciante. Le prospettive sono queste, ahinoi. La Vallemaggia è in ginocchio.

Verso il ponte provvisorio

Lo Stato maggiore regionale di condotta ha fatto il punto della situazione nel tardo pomeriggio di oggi. I componenti hanno tirato il fiato solo alcune ore. Instancabili. La prima decisione, studiata durante la notte, è stata quella di trasportare tre pattuglie della Polizia cantonale a Fusio, Peccia e San Carlo per poter fornire supporto alla popolazione isolata. In seguito ci si è concentrati sulle ricerche e sul ripristino della viabilità (sul ponte provvisorio nella frazione di Visletto a Cevio, al posto di quello crollato, se ne saprà di più nei prossimi giorni: l’opera sarà realizzata dall’esercito, ma prima bisogna procedere a dei rilievi che non possono ancora essere effettuati in quanto non si può accedere all’alveo del fiume) e delle comunicazioni (entro sera buona parte della copertura è stata ripristinata) nonché a garantire l’approvvigionamento di acqua potabile nei paesi dove non era assicurato (come Menzonio, Brontallo, Prato-Sornico e Peccia).

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